mercoledì 31 maggio 2023
La foto con la quale si illustra la petizione contro la Gestazione per altri  su Change.org

La foto con la quale si illustra la petizione contro la Gestazione per altri su Change.org - change.org

COMMENTA E CONDIVIDI

Maternità surrogata? No grazie. E la proposta di legge va in Aula il 19 giugno

Maternità surrogata reato universale: il testo della proposta di legge, "firmata" Fratelli d'Italia, sarà dunque in aula il 19 giugno. La Gpa (Gestazione per altri) è già vietata in Italia dalla legge 140 sulla Procreazione assistita, ma la proposta vuole renderla punibile anche se praticata all'estero. La relatrice Carolina Varchi ha spiegato che con questo provvedimento si intende fermare il "turismo procreativo", cioè il flusso di coppie, etero e omosessuali, che già oggi converge sui Paesi in cui è consentito affittare l'utero di un'altra donna per avere un bambino. Una pratica che si basa sul pagamento di un servizio che però un servizio non è, cioè la gestazione, trasformando la donna e il bambino in merce. Ad opporsi alla Gpa nei giorni scorso centinaia di intellettuali e politici di area progressista, che hanno firmato un appello attivo su Change.org che ha giù superato quota 1.300 firme. Tra loro anche Goffredo Bettini, uno dei più autorevoli esponenti Pd, che in una intervista al nostro Marco Iasevoli motiva così la sua contrarietà, pur considerando "irrealistica" l'istituzione di un reato universale: «Prevede una considerazione umiliante del corpo della donna. Comporta per lo più rapporti mercificati. Ci sono passaggi di denaro. I poveri offrono il corpo, i ricchi lo utilizzano. Inoltre si trasforma il legittimo desiderio di genitorialità in un diritto che interferisce e programma circa il destino di un altro essere umano. Una creatura ancora incosciente perché non concepita, per la quale sostanzialmente tu decidi di privarla della figura della madre». Una posizione che necessita di un confronto aperto e chiaro in casa Pd. Qui anche l'intervista ad Aurelio Mancuso, promotore della petizione.

2 giugno, festa di tutti noi. Perché la Patria è di chi la ama

Ieri l'Italia ha celebrato la festa della Repubblica. Una Repubblica nata sulle rovine fumanti di una dittatura e di una guerra, ma piena di speranza e illuminata da una Costituzione colma di principi di civiltà. In un editoriale il nostro Danilo Paolini ragiona proprio sul valore della nostra Carta fondante. Al netto di alcune enunciazioni rimaste in parte o in tutto eluse, Paolini sostiene che è proprio la nostra Costituzione che fa della Repubblica nata il 2 giugno 1946 un Paese ancora libero e democratico. Ecco cosa abbiamo festeggiato, ieri: noi stessi, noi cittadini, noi comunità di popolo. I giovani precari e i pensionati, i volontari che spalano fango in Emilia e quelli che si mettono in marcia per la pace, gli immigrati e i sacerdoti con i loro fedeli. «Perché la Patria è di chi la ama e la rispetta, non di chi vi è soltanto nato e magari non ne osserva le leggi e le norme di civiltà». Cosa è successo il 2 giugno nelle cronache di Arturo Celletti e Angelo Picariello.

Giulia e quei due bambini non nati: un'esplosione di male alle porte di Milano

Povera Giulia, povero Thiago, entrambi uccisi. Il piccolo prima di nascere, ormai mancava poco. È una storia atroce quella che si consumata a Senago, fuori MIlano. Giulia incinta al settimo mese aveva scoperto che il "suo" Alessandro aveva un'altra e anche lei era rimasta incinta ma poi lui l'aveva convinta ad abortire. Due bambini non nati, due vittime, anche loro come Giulia, di un uomo che gli esperti chiamano narcisista, cioè che vede solo se stesso, senza limiti. Un'esplosione di male che sgomenta e che fa riflettere sulle radici di un male che ha nelle donne il suo bersaglio. E sulla tante maschere di cui è pieno il mondo. Le riflessioni di Marina Corradi, Lucia Bellaspiga e Gigio Rancilio.

Ma quale pace? Nel Tigrai (Etiopia) continua la pulizia etnica

La pulizia etnica nel Tigrai occidentale non si è mai fermata. Continua anche dopo la pace siglata a Pretoria il 2 novembre 2022. Le milizie regionali Amhara continuano ad espellere i tigrini da una regione contesa da decenni dalle due popolazioni e a commettere crimini contro l’umanità. Il tutto nell’indifferenza del governo etiope - che dovrebbe secondo gli accordi aiutare una commissione dell’Onu a investigare - e della comunità internazionale che, dopo la cessazione delle ostilità, ha preferito far calare l’oblio sulle violenze contro la popolazione commesse in due anni di guerra civile. L’accusa parte dal rapporto di Human Rights Watch pubblicato giovedì. Qui tutti i dettagli raccontati da Paolo Lambruschi.

Le apparizioni di Trevignano Romano e lo "sconsiglio" del vescovo

L’indagine della speciale Commissione istituita dalla diocesi è ancora in corso ma si «sconsiglia ai fedeli di partecipare» ai raduni di Trevignano. Con una nota il vescovo di Civita Castellana, monsignor Marco Salvi, è intervenuto giovedì sul caso dei presunti eventi soprannaturali, su cui aleggiano molti dubbi, che si verificherebbero nel piccolo centro laziale di Trevignano Romano. Qui ogni giorno 3 del mese dal 2016, dopo un viaggio a Medjugorje, la Vergine apparirebbe a Gisella Cardia, ex imprenditrice 53enne. Inoltre una statuina di legno acquistata sempre a Medjugorje lacrimerebbe sangue. Per i fedeli, insomma, vale lo "sconsiglio" del vescovo.

Arya si è salvata dalle nozze forzate. E si è sposata con l'uomo che ha scelto

Una storia a lieto fine, che ci insegna a tenere ben aperti occhi e cuore. L'ha raccontata ad Antonella Mariani l'avvocata bolognese Barbara Iannuccelli (parte civile nel processo per l'omicidio di Saman Abbas, la giovane pachistana uccisa nel 2021 a Novellara, Reggio Emilia) che pochi giorni fa ha accompagnato all'altare (si fa per dire, perché le nozze sono state celebrate con il rito sikh) la 19enne indiana che alla fine di aprile aveva denunciato la famiglia che la voleva costringere a sposare uno sconosciuto. Una task force tutta al femminile - la tutor dell'istituto professionale dove studia da parrucchiera, la preside e appunto l'avvocata l'hanno portata al commissariato e poi anche ospitata per la prima notte, in mancanza di comunità protette. «Abbiamo preteso per lei tutto quello che non ha vuto la povera Saman», conclude l'avvocata, che spiega anche perché il Codice rosso antiviolenza non sempre aiuta, in casi come questi.

Esame di maturità, conto alla rovescia per 536.008 studenti

Mancano solo tre settimane alla maturità. Alle 8.30 del prossimo 21 giugno oltre mezzo milione di studenti italiani affronterà la prima prova del proprio esame conclusivo che sarà lo scritto di italiano. Sui banchi delle verifiche finali si sederanno 536.008 studenti di cui 521.015 candidati interni e 14.993 esterni, ovvero gli scolari che hanno studiato a casa o in istituti privati non riconosciuti dallo Stato. A valutarli, 14.000 commissioni per un totale di 27.895 classi. Oltre la metà degli alunni proviene dai licei (267.758), un terzo dagli istituti tecnici (173.892) e i restanti dai professionali (94.358). Quest'anno si torna a una formula più tradizionale: primo scritto di italiano, secondo scritto di indirizzo e un colloquio orale complessivo. Le tracce, come accadeva fino al 2019, saranno emanate dal ministero e quindi uguali per ogni scuola del Paese. Tutto in presenza e senza mascherine, come racconta Paolo Ferrario.

Il massacro coloniale di Debre Libanos: il dovere della memoria è conquista di civiltà

Il nome di Debre Libanos è tristemente legato al più grave crimine di guerra italiano, ordinato dal viceré d’Etiopia Rodolfo Graziani come rappresaglia per un attentato a cui era sfuggito. Tra il 21 e il 27 maggio 1937 i militari italiani presidiarono il santuario cristiano, il più antico dell’Etiopia, meta di pellegrini da tutto il paese, e prelevarono i presenti, caricandoli a gruppi su camion verso luoghi isolati, dove ebbero luogo le esecuzioni. Le indagini più recenti attestano un numero di vittime compreso tra le 1.800 e le 2.200. Sono passati 86 anni da quel tragico episodio, per il quale i responsabili non furono mai processati. Nell’Italia del dopoguerra, memorie e responsabilità furono rimosse, i beni e arredi sacri trafugati a Debre Libanos e portati in Italia, mai ritrovati; unica restituzione, il noto obelisco di Axum, avvenuta nel 2004 (dopo quasi 60 anni!). Occorre però, scrive Paolo Borruso, allargare i confini della memoria storica: «Lo smarrimento del contatto con “quel” passato coloniale, e con quella lunga storia di rapporti con l’Africa, rischia di lasciare la coscienza pubblica in balìa di pericolose derive disumanizzanti e discriminatorie».

Il Vangelo di domenica 4 giugno commentato da padre Ermes Ronchi

La Trinità è specchio del senso dell’universo.

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito». Leggi qui

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI