giovedì 1 giugno 2023
Secondo Human Rights Watch anche dopo la pace nella zona occidentale della regione etiope migliaia di persone deportate, arrestate arbitrariamente e torturate dalle milizie Amhara solo perché tigrine
Profughi etiopi

Profughi etiopi - Ansa

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La pulizia etnica nel Tigrai occidentale non si è mai fermata. Continua anche dopo la pace siglata a Pretoria il 2 novembre 2022. Le milizie regionali Amhara continuano ad espellere i tigrini da una regione contesa da decenni dalle due popolazioni e a commettere crimini contro l’umanità. Il tutto nell’indifferenza del governo etiope - che dovrebbe secondo gli accordi aiutare una commissione dell’Onu a investigare - e della comunità internazionale che, dopo la cessazione delle ostilità, ha preferito far calare l’oblio sulle violenze contro la popolazione commesse in due anni di guerra civile.

L’accusa parte dal rapporto di Human Rights watch pubblicato oggi. L’organizzazione per i diritti umani, che l’anno scorso pubblico un report dettagliato con Amnesty sui crimini di guerra commessinella regione, fa anche il nome di due dei responsabili dei crimini contro l’umanità commessi dallo scorso autunno. I due boia sarebbero i colonnelli Demeke Zewdu e Belay Ayalew, che già in precedenza si erano distinti per le violenze sui civili e che hanno continuato a torturare, deportare e arrestare arbitrariamente i tigrini che abitavano nelle città di Humera, Rawyan, and Adebai. Data la persistente impossibilità di accesso all’area, da settembre ad aprile Human Rights Watch ha compilato il rapporto intervistando 35 testimoni al telefono, perlopiù tigrini, che erano stati detenuti arbitrariamente nel carcere degli orrori di Bet Hintset a Humera, dove erano stati ammassati, torturati e trattati in modo inumano solo perché tigrini. Molte le persone morte, secondo i testimoni, per mancanza di cibo e medicinali.

Le autorità locali e le forze Amhara hanno anche espulso almeno mille civili dalle città del Tigrai occidentale solo sulla base della loro appartenenza etnica da novembre 2022 a gennaio 2023, dunque dopo la firma dell’accordo di pace tra governo federale e forze regionali tigrine. Accordo che, però, non stabiliva a chi spettasse il Tigrai occidentale.

Le testimonianze e i resoconti dell’agenzia Reuters concordano nel documentare un caso specifico di espulsioni di massa da 5 centri di detenzione a Humera verso il Tigrai centrale di ben 2.800 persone, tra cui donne e bambini, portato a termine la sera del 9 novembre 2022. Gli sfollati del Tigrai occidentale a Macallè e negli altri centri della regione settentrionale etiope sarebbero tuttora decine di migliaia e almeno 50mila i rifugiati in Sudan. Nessuno di loro prevede di tornare a casa se non sarà fatta giustizia e non verranno ristabilite le condizioni di sicurezza necessarie. Il governo federale etiope di Abiy Ahmed ha ricevuto il rapporto di Human Rights watch, ma non ha voluto rispondere..

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