mercoledì 13 marzo 2024
Papa Francesco mostra una bandiera ucraina durante un'udienza di 2 anni fa

Papa Francesco mostra una bandiera ucraina durante un'udienza di 2 anni fa - Ansa

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L'Ucraina, il negoziato come priorità e la sfida (difficile) di superare la logica della guerra

Hanno fatto discutere le parole di papa Francesco che ha invitato l'Ucraina a ricercare la strada del negoziato. In verità, la posizione del Pontefice non è quella di una equidistanza che non riconosce le responsabilità dell'aggressore, è piuttosto lo sguardo realistico di chi vede la condizione dell’umanità all’inizio di questo XXI secolo. Dove risulta evidente "il ritardo del pensiero politico, che continua a ragionare come se fossimo in epoche passate. Putin ha attaccato l’Ucraina come se fossimo nel secolo scorso, immaginando che si trattasse di una questione regionale: è invece una questione globale che passa attraverso un luogo specifico", scrive Mauro Magatti. Se l’Occidente vuole continuare a svolgere un ruolo di guida, deve rispondere al gravissimo errore del leader russo nella consapevolezza che in questo mondo interconnesso la guerra è ancora più assurda. "L’impossibilità di una vittoria è uno stimolo straordinario per inaugurare una nuova stagione di dialogo multilaterale e quindi di processi di pace. Non c’è niente di facile in tutto questo. Non ci si arriverà in pochi mesi. Ci saranno errori, incertezze, sofferenze. Si discuta quindi sui prossimi passi da fare. Ma sia chiara la prospettiva che si vuole perseguire, fuori dalla quale ci sarà sconfitta per tutti".

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#donneperlapace: continua la campagna di Avvenire. Cosa puoi fare tu

Più donne nei negoziati di pace, meno guerre nel mondo. In estrema sintesi è questo il messaggio che Avvenire sta portando avanti dall'8 marzo con la campagna #donneperlapace. Dopo le interviste alla Nobel iraniana Shirin Ebadi e alle due madri palestinese e israeliana dei Parent Circle, giovedì è stata la volta di un'altra Nobel per la pace, la yazida irachena Nadia Murad, intervistata da Sara Lucaroni. La sua opera di pace è portare cura e assistenza nelle zone devastate dall'Isis, alle donne violentate e rese schiave dai miliziani come è accaduto a lei e ai profughi che tornano in patria dopo il conflitto. Nadia Murad parla degli stupri come arma di guerra e denuncia con forza l'assenza di una reale giustizia per le vittime. Qui l'intervista e qui per donare per il progetto "Ricostruire fiducia" nella scuola elementare mista israelo-palestinese di Neve Shalom.

La "decisione storica" di Londra: stop ai farmaci che bloccano la pubertà

Una «decisione storica». Impressiona che lo stesso Ministero della Salute che aveva a lungo sostenuto l’uso dei farmaci bloccanti della pubertà (come la triptorelina) in centri specializzati con l’autorizzazione dello Stato ora definiscano con questa espressione la decisione esattamente opposta, cioè il bando a quegli stessi farmaci, al termine di una lunga quanto rigorosa procedura scientifica e istituzionale. Questo dietrofront clamoroso di cui giunge notizia da Londra è il segno di una onesta ammissione dell’errore alimentato da chi ha sponsorizzato la transizione di genere come esito pressoché inesorabile di tutte le difficoltà di costruzione della propria identità caratteristiche della pubertà e della preadolescenza. Ecco cosa scrive il nostro Francesco Ognibene.

Qualche lezione dopo il voto nelle Regioni: nell'era dell'astensione, vince chi serra le file

Qualche riflessione a una settimana di distanza dalle elezioni regionali in Abruzzo. Prima: dalle politiche del 2022 a oggi, sta diventando strutturale il dato per cui un cittadino su due resta a casa. Seconda: con il 50% dell’elettorato che diserta le urne, vince le elezioni chi organizza meglio le truppe, non perde pezzi e ne strappa qualcuno all’altro campo. Risultato: Giorgia Meloni consolida la propria leadership nel centrodestra dopo l’autogol sardo, Forza Italia ritrova verve, il Pd riceve il “premio” per aver unito una coalizione ampia, opzione che però continua a non piacere per nulla agli elettori M5s. Proprio il partito di Giuseppe Conte esce malandato dalle due ultime elezioni regionali. Insieme alla Lega di Matteo Salvini, in discesa verso il ruolo di terzo partito della coalizione. Sono i dati di una crisi che attanaglia gli ex alleati gialloverdi, che più pagano la difficoltà a giocare di squadra e non in solitaria. Ma mentre il Carroccio non abbandona la trentennale cultura coalizionale del centrodestra, M5s non riesce a sciogliere un nodo vitale: provare a governare sui territori, e in prospettiva nel Paese, pagando il prezzo di un’alleanza; oppure limitarsi a fare il “pieno”, in splendida autonomia, nei voti di opinione? Nodi da scegliere in vista di aprile quando si vota per la Basilicata, e ancora di più a giugno per le Europee. Spiega bene qui Marco Iasevoli.

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Il Padiglione Vaticano alla Biennale di Venezia: se l'arte intreccia la società e la cultura

La Santa Sede ha scelto di presentare il suo padiglione per la Biennale di Venezia, giunta alla 60esima edizione, in un luogo apparentemente inaspettato, il Carcere femminile dell'isola della Giudecca. Il Padiglione - tema "Con i miei occhi" - sarà visitabile dal 20 aprile al 24 novembre su appuntamento. Il 28 aprile è atteso papa Francesco, primo Pontefice a visitare la Biennale. Il significato del Padiglione, nell'articolo di Gianni Cardinale.

L'anello con Gesù che racconta la vita medievale in Svezia

Una anello d'oro con l'immagine di Gesù e un "alsengem" (piccole pietre incastonate in vetro utilizzati in contesti ecclesiastici o come amuleti indossati dai pellegrini) sono gli oggetti più interessanti di un vero e proprio "tesoro" medievale, composto di 30mila oggetti, ritrovato nel sito archeologico situato nel centro di Kalmar, città affacciata sul Mar Baltico, nel sud-est della Svezia. Il complesso di rovine venuto alla luce dopo due anni di lavori è importante: resti di centinaia di edifici, cantine, strade, latrine e oggetti di uso quotidiano risalenti ad almeno 400 anni fa, con una datazione che va dal 1250 al 1650. L’anello d’oro che reca inciso il volto di Cristo risale all’inizio del XV secolo: è molto piccolo, forse perché ad indossarlo era una donna. Lo racconta Davide Re.

Il Vangelo di domenica 17 marzo commentato da don Luigi Verdi

I paradossi del Signore: perdere per trovare

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». LEGGI QUI

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