mercoledì 28 dicembre 2022
In mare più difficile salvare: "l'altra" guerra senza senso contro le ong

Ansa

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In mare diventa più difficile salvare: "l'altra" guerra senza senso contro le ong

Limitare l’attività delle ong che operano in mare, allontanarle dalle acque territoriali, rendere più costosi e complicati i salvataggi: queste sono le linee-guida del governo Meloni, così come espresse dal decreto-immigrazione approvato mercoledì sera dal Consiglio dei ministri (ne parla qui nel dettaglio Marco Iasevoli). A cui si può aggiungere l’intento più insidioso sul piano delle relazioni con gli altri Paesi europei: cercare di scaricarne l’onere di asilo sugli Stati di cui le navi inalberano la bandiera, grazie al nuovo obbligo di informare le persone tratte in salvo «della possibilità di richiedere la protezione internazionale». Come minimo, scrive il nostro editorialista Maurizio Ambrosini, «il governo comunica una visione dei salvataggi in mare come un’attività dannosa, da circoscrivere, scrutare, penalizzare, con la minaccia di gravi sanzioni pecuniarie)». Ma se le navi umanitarie non piacciono, un’alternativa ci sarebbe: una seconda operazione Mare Nostrum, con un ampio dispiegamento della Marina militare, per trarre in salvo i naufraghi senza coinvolgere soggetti terzi. «Ma temiamo che non si farà: se il primo bersaglio sono le ong, il secondo sono le persone che vorrebbero cercare scampo al di là del mare. Tant’è che noi europei, italiani purtroppo per primi, continuiamo a sostenere la cosiddetta Guardia costiera e i "lager" – parola dell’Onu – della Libia». Di questo aspetto racconta da anni il nostro inviato Nello Scavo, che in questa analisi ricorda le più recenti violazioni dei diritti umani accertate proprio in Libia sui migranti africani. «Ma di questo - conclude Scavo - nel codice di condotta italiano non c'è traccia». Da Emergency a Open Arms, la protesta cresce e pure la minaccia del ricorso alla disobbedienza civile: il timore è che ci possano essere più morti in mare e più respingimenti verso la Libia.

Benedetto XVI: «Attraverso con fiducia la porta oscura della morte»

In queste ore di tristezza e di preghiera per Benedetto XVI, riproponiamo una intensa riflessione sulla propria morte dello stesso Papa emerito: si tratta dell'ultimo passaggio della lunga lettera che scrisse ai fedeli il 6 febbraio 2022 quando il suo nome fu tirato in ballo nell'inchiesta sugli abusi nell'arcidiocesi di Monaco e Friburgo.

«Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito).

In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte. In proposito mi ritorna di continuo in mente quello che Giovanni racconta all’inizio dell’Apocalisse: egli vede il Figlio dell’uomo in tutta la sua grandezza e cade ai suoi piedi come morto. Ma Egli, posando su di lui la destra, gli dice: “Non temere! Sono io...” (cfr. Ap 1,12-17)».

QUI TUTTI GLI ARTICOLI SU BENEDETTO XVI

Guerra in Ucraina: l'infanzia rubata nei disegni dei bambini

«Guerra», «soldato», «resistenza», «mine», «strage», non sono parole da bambino. Ma con queste bisogna fare i conti. In Ucraina si è cresciuti in fretta, nell'ultimo anno. Nei rifugi e nei centri di accoglienza anche i disegni dei più piccoli sono cambiati: raffigurano razzi e aerei, palazzi distrutti e persone in lacrime. Sono cupi come la paura che non molla mai. Un reportage del nostro inviato Nello Scavo descrive ciò che i bambini disegnano nelle scuole della pace della Comunità di Sant'Egidio e dell'Unicef in Ucraina. «Un atto d’accusa che da solo varrebbe un processo per l’infanzia rubata»

Addio a Cesare Cavalleri, protagonista della cultura cattolica

Una cattedrale di sant'Ambrogio gremita ha dato l'ultimo saluto venerdì mattina a Cesare Cavalleri, scomparso il 28 dicembre a 86 anni nella sua casa di Milano. Collaboratore di Avvenire da oltre mezzo secolo, direttore di Studi cattolici, alla guida di Ares per 56 anni; Alessandro Zaccuri ha scritto un ritratto di un critico, editore, talent scout dalla personalità eclettica. Cavalleri il 23 novembre scorso aveva annunciato la sua fine imminente in una lettera commoventeCarissimo direttore, i medici mi hanno graziosamente comunicato che mi restano 9 settimane di vita. Non immaginavo simile conclusione, ma prendo volentieri atto e mi tuffo nella preparazione immediata al grande salto») a cui aveva risposto con altrettanto affetto il direttore Marco Tarquinio. Qui la sua ultima intervista, una sorta di testamento spirituale affidato alla penna di Francesco Ognibene pochi giorni prima di Natale, in cui tra le altre cose parla della vicinanza di Dio e dell'incontro con san Escrivá.

Quelle tende di senza dimora davanti al portone di Avvenire ci interrogano

Povertà, fragilità, solitudine. E tanto silenzio. È questa l’atmosfera che si respira nell’accampamento autogestito da un gruppo sempre più nutrito di senza dimora, tra i quali alcune donne, in piazza Carbonari a Milano, proprio di fronte all'ingresso della sede di Avvenire. Non sono solo stranieri: la metà di loro sono italiani. Come Marco, che fino ad agosto faceva l'idraulico e che, dopo il Covid e dopo un divorzio, dalla scorsa estate è finito in strada. Noi dalle finestre di Avvenire li vediamo. E ci interroghiamo su questa Milano contraddittoria, che mentre traina l'Europa e sale in verticale a vista d’occhio con i suoi grattacieli, rischia di lasciare gli ultimi all'angolo. Il reportage di Luca Cereda.

Maria Salomè levatrice di Gesù? Sì, per i Vangeli apocrifi

A qualcuno, sui nostri canali social, non è piaciuto che si parlasse della "levatrice" che aiutò Maria a partorire Gesù a Betlemme in un articolo di archeologia in cui si dava conto della prossima apertura al pubblico della tomba di Maria Salomè, nella città di Lakish, a metà strada tra Gaza e Gerusalemme. Salomè era una delle donne che seguirono Gesù fin sotto la croce e che testimoniarono la Sua resurrezione. Ma - ed ecco il perché del nostro titolo che ha fatto sussultare alcuni lettori - per i Vangeli apocrifi sarebbe stata anche una delle due levatrici che assistettero la Vergine.

L'ultimo "Slalom" di Salvatore Mazza, dedicato alle figlie

In questa settimana un lutto ha colpito la comunità di Avvenire: la morte di Salvatore Mazza, a lungo vaticanista e poi, da poco pensionato, testimone di una stagione di malattia e sofferenza durata 6 anni. Ai funerali officiati il 27 dicembre a Roma da padre Federico Lombardi e padre Giulio Albanese sono state dette parole vere e forti. Ma noi vogliamo ricordarlo con quelle che il 22 novembre scorso dedicò alle figlie Giulia e Camilla nella sua rubrica Slalom, in cui teneva il diario delle sue difficili giornate con la Sla.

«(...) troppo il tempo che ho rubato loro. Ma poi le vedo chine sul mio letto che mi accarezzano, mi sorridono, mi baciano la fronte come facevo io con loro quando erano piccole, che avvicinano la loro guancia alle mie labbra che quasi non si muovono più, in una simulazione di bacio. E mi viene voglia di avere un giorno in più da vivere per poter guardare un’altra volta i loro occhi».

Addio, Salvatore.

Il Vangelo di domenica 1 gennaio commentato da padre Ermes Ronchi / PODCAST

Benedetti da chi ha volto e cuore luminosi. Il Vangelo di domenica 1 gennaio 2023 commentato da padre Ermes Ronchi

Solennità Maria Santissima Madre di Dio. "In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia... ". LEGGI QUI IL PODCAST

Il meglio degli altri

I più letti del 2022 su avvenire.it: la crisi ucraina, il bambino Rayan e la campionessa di nuoto

La guerra in Ucraina (scoppierà?); il Covid (e se mi viene in vacanza?); le storie di persone e dell'universo... Sono i temi degli articoli più letti tra quelli pubblicati su Avvenire.it nel corso del 2022. Eccoli qui di seguito

1) Il 12 febbraio, pochissimi giorni prima dell'invasione russa in Ucraina, l'analista Francesco Palmas spiegava La crisi ucraina: perché si rischia la guerra. Le cose da sapere.

2) Il 25 marzo la consacrazione di Russia e Ucraina a Maria. Ecco la preghiera del Papa: da leggere e rileggere, per pregare insieme.

3) Un bambino marocchino, Rayan, caduto in un pozzo e che i soccorritori per giorni hanno tentato invano di strappare alla morte. ("Rayan è morto". Il bambino caduto in un pozzo non ce l'ha fatta, 5 febbraio).

4) Nella sua rubrica Lunario (Non è morta, dorme, 25 giugno), la penna di Marina Corradi trasforma in poesia la tragedia sfiorata di Anita, campionessa di nuoto sincrono, sprofondata in piscina dopo un malore: "Non respiro, non vivo, non danzerò più come una sirena". Come in una fiaba, la storia è a lieto fine.

5) Scoperto pianeta più grande della Terra, interamente ricoperto d'acqua (25 agosto). L'infinitamente grande riecheggia le domande che ciascuno di noi, umanamente piccolo, si pone.

6) Ed eccoci arrivati all'estate. Insieme alla voglia di vacanze, chi non si è posto l'interrogativo: che fare, se mi ammalo? Ai nostri dubbi ha risposto l'articolo di Viviana Daloiso Ho mal di gola, e adesso? La guida alle vacanze col Covid pubblicato il 5 luglio. Informazioni che sono state utili a lungo, da tenere a portata di mano come le mascherine. Sperando che nel nuovo anno non ci servano più.

BUON 2023 A TUTTI I LETTORI


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