martedì 7 maggio 2024
Choc nella maggioranza per l'arresto del presidente della Liguria, con la maggioranza che invoca il garantismo e l'opposizione che spinge per le dimissioni. Nordio: Perplesso dalla tempistica
Il terremoto Toti sulla politica. L'Antimafia chiede gli atti a Genova

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Ora la maggioranza prova a fare quadrato intorno al governatore Giovanni Toti, sicuri che il presidente della Liguria chiarirà tutto e mostrando soprattutto fiducia nella magistratura. Certo è che è un vero terremoto politico quello causato stamani dall’arresto (ai domiciliari) per corruzione di Toti, del suo capo di gabinetto e di altri setti per presunte tangenti in porto. Con l’opposizione che subito cerca di minare la stabilità del governo e la Commissione Antimafia che chiede gli atti dell’inchiesta alla Dda di Genova e alla guardia di finanza che ha condotto le indagini. «La commissione parlamentare antimafia ha chiesto gli atti di tutti procedimenti in corso per quello che riguarda esponenti politici – la spiegazione del presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo - Lo fa immediatamente appena le procure agiscono perchè quello che noi dobbiamo fare è mandare un messaggio chiaro e netto, non possono esserci tentennamenti su alcuni temi, faremo il nostro lavoro affiancando o sostenendo quello delle procure».

Le reazioni della maggioranza

Il garantismo è la parola d’ordine del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. «Per me ogni cittadino italiano è innocente fino a prova contraria, a Bari, Torino, Genova e ovunque, quindi non commento», dice il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, che chiede «si faccia chiarezza il prima possibile. Si è innocenti fino a prova contraria e questo vale per tutti».

Così come vuole aspettare il terzo grado di giudizio anche l'altro vicepremier e leader di Fratelli d'Italia Antonio Tajani. «Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio - dice - Lo sono per le persone di area del centrodestra che possono essere coinvolte come per quelle di area del centrosinistra. Sono convinto che Toti farà di tutto per dimostrare la propria innocenza, l'estraneità alle accuse che lo riguardano. Voglio essere ottimista e fiducioso per lui».

È invece perplesso dai tempi della misura il ministro della Giustizia, Carlo Nordio che premette: «Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l'inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro». Le sue perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare, aggiunge, «rispetto all'imminenza delle elezioni" ma "se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l'indagine».

Dal partito di Giorgia Meloni è il vicecapogruppo di Fdi alla Camera Alfredo Antoniozzi a sottolineare come «così come a Bari anche a Genova bisogna rispettare le persone e il garantismo avendo fiducia nel sistema giudiziario. La politica eviti giudizi sommari e separi gli istinti di strumentalizzazione dalla necessità di rispettare sempre il principio di presunzione di innocenza».

Poco dopo a dargli man forte arriva il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi: «Abbiamo fiducia nella magistratura e siamo garantisti, sempre: siamo certi che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti saprà dimostrare la sua innocenza».

Le opposizioni

Dalle opposizioni le posizioni oscillano dal garantismo di Azione al giustizialismo di M5s, con l’ex sfidante alla regione Liguria oggi consigliere regionale Ferruccio Sansa che va giù più pesante di tutti, invocando insieme ai pentastellati le dimissioni del governatore.

«È ovvio che deve dimettersi, anche per difendersi», sottolinea Sansa aggiungendo di essere «l'unico 'belina' che lo diceva da anni. È dal 2020, totalmente inascoltato, in solitudine, che denuncio questa situazione. Avevo anche portato gli elementi ai Carabinieri». Per il consigliere di opposizione «c'è una colossale questione di inopportunità e di conflitto di interessi tra i finanziatori della Regione e di Toti, a partire da Esselunga, e le decisioni e le autorizzazioni che la Regione concede».

A chiedere espressamente dimissioni e nuove elezioni in Liguria, anche il Pd regionale. «Quanto emerso dalle indagini dell'inchiesta certifica un modo disgustoso di fare politica, volta solo alla gestione e alla spartizione del potere – scrive il partito in una nota La magistratura farà il suo corso rispetto alle singole responsabilità penali, oggi però si deve chiudere la stagione del centrodestra in Liguria. Toti si dimetta e ci siano subito nuove elezioni».

La notizia ha scosso «per la sua gravità – esordisce Elena Bonetti di Azione - Chiediamo che venga fatta piena chiarezza per la tutela dei cittadini liguri. Noi, con Rossetti, siamo all'opposizione di Toti e lo abbiamo fatto per ragioni politiche. Lasciamo lavorare le forze dell'ordine e la magistratura nel pieno rispetto del garantismo. Non è la politica che deve commentare».

Garantismo anche da Italia Viva, com Matteo Renzi che sottolinea: «Noi siamo all'opposizione di Toti e ciononostante siamo garantisti. Non commentiamo le indagini né negli arresti né gli avvisi di garanzia. Commenteremo a tempo debito la sentenza, qualora ci arriveremo. Non ho mai ritenuto che un provvedimento giudiziario dovesse automaticamente influire sulla vita democratica del paese, vale per gli avvisi di garanzia e tutto il resto».

Parla invece di «ennesimo colpo alle istituzioni e ai cittadini» il capolista M5s nella circoscrizione Isole alle Europee Giuseppe Antoci, per cui «l'intreccio tra politica e malaffare sembra rinnovarsi ancora una volta in Italia, dopo gli scandali che si sono consumati a Bari, Torino, Palermo, Catania. L'ipotesi di reato è sconcertante, stando a quanto emerge stamani». Mentre gli esponenti pentastellati del consiglio regionale chiedono le dimissioni dell'intera giunta. Mentre gli esponenti pentastellati del consiglio regionale chiedono le dimissioni dell'intera giunta. «In base alle notizie apprese il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni della Giunta regionale ligure – sottolineano il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi con il collega di Gruppo Paolo Ugolini - In tutti questi anni abbiamo più volte segnalato e denunciato, anche con esposti, diverse operazioni quantomeno discutibili».

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