mercoledì 20 settembre 2023
Marsiglia riceve la visita del Papa agli Incontri del Mediterraneo

Marsiglia riceve la visita del Papa agli Incontri del Mediterraneo - Reuters

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Il migrante non è il nemico. Da Marsiglia il grido della Chiesa e dei giovani

Una sorta di G20 della Chiese del Mediterraneo: una settimana di dialogo tra 62 vescovi e 72 giovani di tutte le nazionalità e religioni per immaginare un futuro di fraternità, pace, accoglienza, dove il grande mare sia "mosaico di speranza", come spiega il titolo dell'incontro. A Marsiglia hanno ragionato insieme ragazzi israeliani e palestinesi, greci e turchi, algerini e marocchini. Con loro anche alcuni migranti. A concludere il summit sarà oggi papa Francesco. «Vorrei che il Pontefice, insieme a noi pastori e ai giovani, possa far sentire la voce della Chiesa a difesa di tutti coloro a cui viene negato il diritto di parola e la cui vita è violata, in particolare i migranti e i rifugiati. E vorrei che Francesco possa attirare l’attenzione dell’Europa su ciò che sta realmente accadendo oggi nel Mediterraneo, sulle gravi sfide e sulle immense risorse di questo spazio, denunciando alcune complicità mortali come il traffico di esseri umani e delle armi», ha detto al nostro Giacomo Gambassi l'arcivescovo di Marsiglia, cardinale Jean-Marc Aveline. Anche il segretario generale della Cei monsignor Giuseppe Baturi, a Marsiglia ha sottolineato che i flussi migratori «hanno necessità di una risposta coordinata da parte degli Stati e delle realtà sociali e religiose. Ogni volta che un bambino, una donna o un uomo arrivano a mettere a rischio la propria vita pur di lasciare tutto perché minacciati dalla miseria o dai conflitti, tutti noi, in particolare se ci professiamo cristiani, non possiamo non sentirci chiamati a intervenire per salvare, accogliere, accompagnare ma anche per sollecitare politiche concertate in tutta Europa».

Matteo Garrone racconta il suo "Io capitano": dietro ai migranti affetti e sentimenti

Il suo film è in programmazione in 256 sale, lo ha visto perfino papa Francesco: "Io capitano" racconta l'epico viaggio di due giovani senegalesi attraverso l’Africa fino all’Europa. Reduce dal Leone d'Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, il regista Matteo Garrone ha parlato con il nostro Eugenio Fatigante: «Il Papa ci ha raccontato che anche la sua è stata una famiglia di emigranti e ci ha confidato che questo tema genera per questo in lui forti sofferenze». Garrone confessa di sperare che il suo film sia visto nelle scuole, anche all'estero, perché «credo che serva a sensibilizzare una parte degli spettatori che oggi vedono i migranti solo come numeri e che si dimenticano che dietro di loro ci sono affetti, sentimenti, sensazioni». Qui l'intervista completa.

I nativi hanno diritto alla loro terra. Sentenza storica in Brasile

Alla fine hanno vinto gli indigeni. La Corte Suprema brasiliana si è pronunciata contro il tentativo di limitare i diritti dei popoli nativi alle riserve protette nelle loro terre. Al centro del caso la tesi secondo cui i popoli indigeni non hanno diritto alle riserve protette su terre dove non erano presenti nel 1988, quando fu ratificata l'attuale Costituzione del Paese. I ricorrenti sostenevano invece che ciò violava i loro diritti, dato che molti gruppi nativi furono costretti ad abbandonare le loro terre ancestrali, anche durante la dittatura militare che ha governato il Brasile dagli anni '60 agli anni '80. Il risultato è stato un 9-2 dei giudici della Corte, a favore degli indigeni.

In Iran nuove sanzioni per il capo scoperto: segno di forza o di debolezza degli ayatollah?

Il Parlamento iraniano stende, letteralmente, un velo sul malcontento crescente delle iraniane e degli iraniani. O, almeno, cerca di farlo. Mercoledì l’Assemblea ha approvato – in via “sperimentale”, per tre anni – la legge per “la tutela della castità e dell’hijab”. La nuova normativa, in attesa della scontata ratifica del Consiglio dei guardiani, inasprisce pene e sanzioni nei confronti del numero crescente di donne che non indossa il velo obbligatorio: si parte da una sanzione minima di 118 dollari fino a un massimo di dieci anni di reclusione. La scelta dei tempi del varo della nuova misura non è casuale. Cinque giorni dopo l’anniversario della morte in custodia della “mal velata” Mahsa Amini, il Paese è in fermento. Gli arresti preventivi e le minacce hanno evitato l’esplodere di un’altra ondata di proteste. Il grido “Donna, vita, libertà”, però, aleggia nell’aria. La nuova legge cambierà la situazione? E, soprattutto, quest’ultima è un’effettiva espressione di forza o il segno di un distacco totale degli ayatollah da una realtà che non riescono più a dominare? L'articolo completo di Lucia Capuzzi.

Vince il ruolo ma non si può permettere il posto di lavoro. La triste storia della prof Laura

Non basta vincere il concorso per ottenere il posto di ruolo nella scuola statale. Bisogna anche poterselo permettere economicamente. Altrimenti, si è costretti a rinunciare, finendo fuori dalle graduatorie. È la storia, triste e paradossale, di Laura Ibba, 44 anni, madre di due ragazzine, docente abilitata di Scienze Economico-Aziendali che, dopo sette anni di precariato, decide di partecipare al concorso del 2020, posticipato poi nel 2021 e 2022 causa pandemia. Lo passa. Ma l’algoritmo che governa le assegnazioni delle cattedre la manda a Lido di Ostia, in provincia di Roma, a 150 chilometri da casa. Lei, residente a Gaeta (Latina), in auto ci impiega 2 ore e mezzo, cinque con i mezzi pubblici. Impossibile pensare di prendere in affitto un altro appartamento. Inevitabile la rinuncia, e la conseguente cancellazione dal ruolo. E Laura oggi ricomincerà l’ottavo anno da supplente precaria in provincia di Latina. E non è certo l'unica. La storia raccontata da Paolo Ferrario.

Otto secoli di Regola francescana, così il Concilio Vaticano II la riscoprì

Ma dopo 800 anni la Regola di San Francesco può ancora essere una mappa esistenziale che orienta il nostro vivere? A questa domanda risponde Giuseppe Buffon, frate minore e docente della Pontificia Università Antonianum. «Letture improprie, applicate alla Regola nei secoli successivi alla sua stesura - nota il religioso -, l’hanno condannata alla sterilità, redendola cioè inabile ad accompagnare il cammino della fraternità per la quale era stata scritta». A riportare l’interpretazione della Regola alle intenzioni originarie del suo autore, che l’aveva stilata nel 1223 per aiutare i suoi frati a essere fedeli testimoni del Vangelo come fratelli, è stato il Concilio Vaticano II (1962-1965). Liberata dalla gabbia “normativa”, così, il testo francescano è tornato a essere un sostegno per realizzare il Vangelo nella vita di tutti i giorni. Leggete qui perché.

D'Avenia: l'Odissea è la preghiera di chi cerca l'amore

«(....) Avevo perso ogni gioia e temevo che la notte oscura della mente e del cuore mi avvolgesse nelle spire della depressione (...). Non trovavo più vita dentro e fuori di me, così ho pregato come chi non ha e non può niente, come uno appena venuto alla luce e che può solo ricevere, come uno in cui l’ora presente e l’ora della morte coincidono; e ho scoperto che quell’unica ora era l’ora di nascere. E come una risposta, mi è venuta incontro l’Odissea: per capire chi ero quando non ero più chi credevo di essere dovevo ricevermi da qualcun altro che mi conosceva e amava più di quanto io mi conoscessi e amassi. L’Amore era la fonte dell’essere che mi mancava. L’ho invocato davvero, per la prima volta. L’uomo donami, Amore. Fammi nascere di nuovo. Fammi chi sono. Fammi tornare alla luce. Ulisse tornò re solo dopo esser stato un naufrago e un mendicante che chiede un tozzo di pane. L’Odissea è la risposta a una preghiera, a una richiesta d’amore. Ogni odissea lo è. Ora e nell’ora della nostra nascita». Questo brano toccante è una esclusiva per i lettori di Avvenire del nuovo romanzo di Alessandro D'Avenia L'Odissea e l'arte di essere mortali (qui il brano completo) in cui lo scrittore rilegge il poema di Omero interpretandolo come vera e propria scuola di vita.

Il Vangelo di domenica 24 settembre commentato da padre Ronchi

La giustizia del Padre è dare il meglio a ciascuno

"Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna... " ASCOLTA IL PODCAST

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