venerdì 22 settembre 2023
Parla il cardinale Aveline, arcivescovo della città francese dove arriva il Papa per chiudere il meeting di vescovi e giovani di 31 Paesi. Guai a sfruttare politicamente la paura e la xenofonia
Giovani e vescovi del Mediterraneo insieme a Marsiglia per gli "Incontri del Mediterraneo"

Giovani e vescovi del Mediterraneo insieme a Marsiglia per gli "Incontri del Mediterraneo" - Gambassi

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«Mi sento un cardinale mediterraneo». Ha il volto sorridente Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia. E ha ragione a dirsi mediterraneo: non solo perché guida la Chiesa che ruota intorno alla più araba metropoli d’Europa e a una delle capitali del meticciato, ma anche perché la sua storia personale è tutta legata al grande mare. Nato 64 anni fa in Algeria, è stato anche lui un profugo con la sua famiglia, costretta a lasciare il Paese nordafricano dopo la proclamazione d’indipendenza. Poi il liceo a Marsiglia; gli studi teologici e l’università a Parigi; quindi prete, vescovo e adesso cardinale (per volontà di papa Francesco) nella città che lo ha accolto. Qui ha voluto dare seguito ai due “G20” ecclesiali del Mediterraneo promossi dalla Cei in Italia. E da domenica sono iniziati “Gli incontri del Mediterraneo”, una settimana di dialogo che ha per titolo “Mosaico di speranza”. «Se a Bari nel 2020 si erano riuniti per la prima volta i vescovi del bacino e se a Firenze si erano incontrati, con i vescovi, anche i sindaci di una sessantina di città del Mediterraneo in omaggio a Giorgio La Pira – racconta il cardinale Aveline ad Avvenire –, a Marsiglia abbiamo scelto di invitare studenti e giovani professionisti provenienti da tutta l’area, di tutte le nazionalità e religioni, che stanno lavorando con i vescovi. Sono ragazzi israeliani e palestinesi, greci e turchi, algerini e marocchini. Con loro anche alcuni migranti che prendono parte alle discussioni. I vescovi sono una settantina in totale, della maggior parte dei Paesi rivieraschi. Occorre fare di questo mare un messaggio di speranza per tutti».

L'arcivescovo di Marsiglia, il cardinale Jean-Marc Aveline (a destra), che ha voluto nella sua diocesi gli 'Incontri del Mediterraneo'

L'arcivescovo di Marsiglia, il cardinale Jean-Marc Aveline (a destra), che ha voluto nella sua diocesi gli "Incontri del Mediterraneo" - Gambassi

A concludere il summit sarà domani il Papa che già oggi pomeriggio arriva in città. «Vorrei che il Pontefice, insieme a noi pastori e ai giovani, possa far sentire la voce della Chiesa a difesa di tutti coloro a cui viene negato il diritto di parola e la cui vita è violata, in particolare i migranti e i rifugiati. E vorrei che, nel suo lungo pellegrinaggio nel Mediterraneo, Francesco possa attirare l’attenzione della Francia e dell’Europa su ciò che sta realmente accadendo oggi nel Mediterraneo, sulle gravi sfide e sulle immense risorse di questo spazio, denunciando alcune complicità mortali come il traffico di esseri umani e delle armi». Al Pontefice il cardinale Aveline ha già lanciato l’idea di un Sinodo del Mediterraneo, sull’esempio di quello per l’Amazzonia del 2019. «C’è bisogno di guardare con lui al Mediterraneo, alle sue attese, alle sue possibilità e alla missione che spetta ai discepoli di Cristo in questa regione del mondo».

Marsiglia si prepara all'arrivo di papa Francesco che chiuderà gli 'Incontri del Mediterraneo' con vescovi e giovani

Marsiglia si prepara all'arrivo di papa Francesco che chiuderà gli "Incontri del Mediterraneo" con vescovi e giovani - Gambassi

Eminenza, l’agenda dei lavori ha al centro il fenomeno migratorio intorno al grande mare che, come ha denunciato più volte il Papa, è diventato un cimitero dove è naufragata la civiltà.

È difficile prevedere l’impatto che l’incontro di Marsiglia avrà sulle politiche migratorie. In ogni caso, non possiamo ridurre il tutto a un botta-e-risposta tra le parole del Papa, da un lato, e quelle delle autorità nazionali, dall’altro. Quanto diranno i giovani e i vescovi intende contribuire ad ampliare il dibattito, considerando non solo i flussi che investono il continente ma anche le disparità economiche, le tematiche legate all’ambiente o le tensioni politico-religiose che segnano profondamente l’area.

Quale messaggio arriva già da Marsiglia, città dei “migranti”, cosmopolitica, multiculturale e multireligiosa?

I marsigliesi sanno che cosa significa il “vivere insieme”, conoscono la pesantezza, i timori e talvolta la violenza che una terra complessa porta con sé, ma sono anche consapevoli che la convivialità non è impossibile e che, quando si realizza, è vantaggiosa per tutti. Certo, per accogliere l’altro è necessario che ognuno superi le proprie paure. Non lo si può fare per decreto o con discorsi semplicistici, soprattutto se si considerano certi quartieri della città dove povertà, disoccupazione, droga, insicurezza e sovrappopolazione immigrata contraddicono ogni giorno banali riduzionismi. Ma è altrettanto ingiusto sfruttare politicamente la paura, alimentare la xenofobia, emettere sentenze per conquistare voti, come se il rifiuto dell’altro fosse l’unico modo per tutelarsi o garantire la prosperità di un Paese, e come se le numerose esperienze di integrazione riuscita non negassero taluni comizi aggressivi.

Giovani e vescovi del Mediterraneo insieme a Marsiglia per gli 'Incontri del Mediterraneo'

Giovani e vescovi del Mediterraneo insieme a Marsiglia per gli "Incontri del Mediterraneo" - Gambassi

Che cosa può dire la Chiesa?

La Chiesa non ha alcuna lezione da dare. Le contraddizioni e le paure che attraversano la società sono anche nelle nostre comunità. Ecco perché siamo chiamati ad avere un ruolo profetico con il Vangelo in mano e a metterci a servizio della dignità di ogni persona e dell’unità della famiglia umana.

Com’è nato l’incontro in Francia che arriva dopo quelli della Cei a Bari e Firenze?

Marsiglia è una città portuale tipicamente mediterranea. Da tempo ha imparato ad accogliere le culture e le religioni che possono esistere nel bacino. Durante i colloqui che ho avuto con papa Francesco, ho potuto spiegargli l’originalità della nostra metropoli, le sue ricchezze e le sue fatiche, e discutere con lui le questioni pastorali che ci troviamo ad affrontare. Per il Pontefice, Marsiglia è una periferia tra l’Europa e il Mediterraneo, porta dell’Oriente e dell’Occidente, segnata sia da molta povertà ma anche da profonda speranza. Poi l’ex presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha ideato i precedenti appuntamenti, mi aveva espresso il desiderio che il processo potesse continuare fuori dell’Italia. È così che, con il suo successore, il cardinale Matteo Zuppi, ci è venuta l’idea di ospitare questi incontri a Marsiglia. E il Papa ha assicurato il suo sostegno.

Giovani e vescovi del Mediterraneo insieme a Marsiglia per gli 'Incontri del Mediterraneo'

Giovani e vescovi del Mediterraneo insieme a Marsiglia per gli "Incontri del Mediterraneo" - Gambassi

La Chiesa di Marsiglia guarda da tempo al Mediterraneo come testimoniano l’Institut catholique de la Mediterranée o il Servizio diocesano per la pastorale mediterranea. C’è bisogno di una teologia del Mediterraneo?

Alla Facoltà teologica di Napoli, nel 2019, il Papa ha posto alcune domande per una teologia che si sviluppi a partire dalle sponde del Mediterraneo e sia attenta al contesto in cui si dispiega: “Come prendersi cura gli uni degli altri all’interno dell’unica famiglia umana? Come favorire una convivenza che si traduca in autentica fraternità? Come possiamo garantire che le nostre comunità accolgano gli altri e coloro che sono diversi da noi perché appartengono a una tradizione religiosa e culturale diversa? Come possono le religioni essere vie di fraternità invece che muri di separazione?”. Queste domande, che sono alla base anche del Documento sulla fratellanza umana che il Papa ha firmato ad Abu Dhabi con il grande imam di al-Azhar, riguardano i cristiani delle nostre città, compresa Marsiglia. Tutto il lavoro dell’Istituto di scienza e teologia delle religioni, che ho fondato nel 1992, è guidato da questi interrogativi. E da due anni il Servizio diocesano per le relazioni mediterranee vuole aiutare la diocesi a prendere coscienza dell’importanza di questi temi.

Lei ha già ipotizzato altre tappe degli incontri del Mediterraneo: magari nei Balcani, in Nord Africa o in Medio Oriente.

Cercheremo di far sì che l’iniziativa sorta sotto l’egida della Cei possa trasformarsi in un cammino. Vogliamo lavorare affinché si sviluppi concretamente. Ci sono alcune idee, che sottoporrò ai vescovi e al Papa, affinché possiamo consentire alla Chiesa di compiere al meglio la sua missione nell’area mediterranea che è geograficamente ristretta ma ha una vocazione globale.

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, dialoga con giovani e vescovi a Marsiglia per gli 'Incontri del Mediterraneo'

Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, dialoga con giovani e vescovi a Marsiglia per gli "Incontri del Mediterraneo" - Gambassi

Oggi papa Francesco arriva Marsiglia​

Inizia oggi pomeriggio il 44° viaggio internazionale di papa Francesco. Destinazione Marsiglia, dove domattina parteciperà alla sessione conclusiva degli Rencontres Méditerranéennes e incontrerà il presidente Emmanuel Macron. La partenza è prevista alle 14.35 dall’aeroporto di Fiumicino.

A Marsiglia il primo impegno nel Santuario della Madonna della Guardia per la preghiera mariana con il clero. A seguire il momento di raccoglimento con i leader religiosi presso il monumento per i marinai e i migranti spariti in mare. Domani pomeriggio la Messa al Velodrome, quindi il rientro a Roma previsto per le 20.50.

Alla vigilia del viaggio i media vaticani hanno intervistato il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. «Coloro che si impegnano nel prendersi cura dei migranti e dei rifugiati - ha detto il porporato parlando degli abitanti delle zone di arrivo dei migranti, come Lampedusa - non possono essere lasciati soli ad affrontare queste situazioni senza il sostegno dei governi. Hanno bisogno della solidarietà a livello nazionale e internazionale».

«Attualmente - ha aggiunto - è in discussione più di un piano d'azione a livello politico. Non solo in Italia, ma anche in Europa. Mi vengono in mente sia i diversi progetti di sviluppo in Africa, sia il Nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo. È necessario che sul Patto si trovi un consenso il più presto possibile. Tutti i Paesi europei devono assumersi la responsabilità della situazione nel Mediterraneo insieme». (G.C.)

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