Sono due, e contrapposte, le dinamiche attivate dalla pandemia che mettono in tensione il mondo odierno, così duramente ferito e lacerato: l’una esplicita, l’altra implicita; l’una aggregativa...
Bisogna dire con chiarezza che se fossimo nel corso della seconda guerra mondiale non saremmo nel 1945, quando già si poteva guardare alla Ricostruzione, ma nel 1941, in pieno conflitto...
I disabili, i fragili, e poi? Se fosse data la precedenza agli insegnanti, o almeno a quelli in là con gli anni, perché tornino in cattedra serenamente per far ripartire la vita dei ragazzi?