giovedì 26 gennaio 2023
Una chiesa a Bakhmut, nel Donetsk

Una chiesa a Bakhmut, nel Donetsk - Anatolii Stepanov / Afp

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La guerra è ancora uno scandalo per noi o ci siamo assuefatti?

«Sentiamo ancora lo scandalo della guerra o ci siamo assuefatti alla sua inevitabilità?»: la domanda, drammatica e urgente, ci interpella. Se l'è posta (e ce la pone) Marco Impagliazzo in una riflessione sulle colonne di Avvenire. «Il bellicismo generale della classe dirigente europea» nasconde una mancanza assoluta di iniziative per negoziati tra Russia e Ucraina, che in questo momento, come argomenta Andrea Lavazza nella sua analisi dello scenario bellico, nemmeno Kiev sembra desiderare. Eppure la politica, come la diplomazia, dovrebbe lavorare per la pace, incessantemente. «Dovrebbe esprimere il primato delle idee e della parole rispetto alla forza bruta e alla mancanza di immaginazione», scrive ancora Impagliazzo. E invece si parla solo di armi, di carri armati americani e tedeschi, di jet da combattimento, in una continua corsa in avanti che coinvolge anche l'Italia, impegnata in questi giorni nei dettagli del sesto decreto per l'invio di materiale militare "difensivo", come ha avuto modo di spiegare il ministro della Difesa Crosetto. La Rete italiana pace e disarmo è scettica: l'invio in Ucraina di armi sempre più pesanti alimenta il rischio di una catastrofe, anche nucleare, e alimenta il sospetto che sia anche una "scusa" per incrementare la spesa militare, nonostante i sondaggi ci facciano sapere che il 55% degli italiani è contrario a tale aumento. E intanto anche gli operatori umanitari fanno le spese dei continui bombardamenti: due giorni fa una suora e un sacerdote, impegnati in una missione della Caritas, sono stati feriti vicino a Kharkiv.

LE PAROLE DEL DIRETTORE TARQUINIO ALL'INCONTRO "LA GUERRA IN UCRAINA E LA PROFEZIA PER LA PACE" / VIDEO

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Contrordine (e buona notizia): l'asilo di don Puglisi a Palermo si farà

Dopo le denunce e le preoccupazioni della scorsa settimana, che avevamo registrato anche in questa newsletter, da Palermo arriva una buona notizia: l’asilo voluto da don Pino Puglisi, nel cuore della sua Brancaccio, potrà vedere la luce. Il Comune ha trovato i fondi necessari e si impegna a sostenere l’opera, dopo che un primo finanziamento era sfumato. I soldi, dunque, ci sono e sembra quasi un miracolo. Ora bisognerà mettere in moto la macchina amministrativa e correre, per non andare oltre le scadenze tecniche. L’annuncio lo ha dato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

Servizio civile universale: il bando per 71.550 posti scade il 10 febbraio. La Caritas ne propone 1.606

Un anno di impegno per imparare a sognare e diventare protagonisti. L’occasione è ghiotta, il bando per il Servizio civile universale che scadrà il 10 febbraio, emanato dal Dipartimento per le Politiche giovanili, ha infatti raggiunto 71.550 posti per l’Italia e l’estero, il numero più alto dal 2001, forse irripetibile. Anche Caritas (www.caritas.it) partecipa mettendo a disposizione un totale di 1.564 posti in 175 progetti in Italia, con prevalenza al Sud, oltre a 42 posti all'estero. «Ai giovani – spiega il direttore della Caritas italiana, don Marco Pagniello, a Paolo Lambruschi - chiediamo di impegnarsi per la costruzione del bene comune».

L'antimafia del "fare", con onestà. L'addio al giovane imprenditore trapanese Gregory Bongiorno

Trapani non è solo la “borghesia mafiosa” che ha protetto la latitanza di Matteo Messina Denaro. Non sono solo imprenditori, medici, professionisti conniventi. È anche il viso sorridente e pulito di Gregory Bongiorno, presidente di Sicindustria (l’associazione che raccoglie gli imprenditori aderenti a Confindustria nelle Province della Sicilia occidentale), imprenditore di Castellammare del Golfo nel settore dei rifiuti, con centinaia di dipendenti, che nel 2013 aveva detto “no” al pizzo, denunciato i suoi estorsori e fatti condannare. Persona perbene, imprenditore illuminato, marito e padre affettuoso di due bimbi, non amava la ribalta, tantomeno quella dell’antimafia. Purtroppo, oggi dobbiamo scrivere che “era” quel viso sorridente e pulito, perché Bongiorno, appena 47 anni, è morto improvvisamente nella notte tra sabato e domenica scorsi. Lo ricorda il nostro Antonio Maria Mira in questa riflessione, perché «serve un’altra narrazione, per dire che è possibile un’altra storia, un’altra vita, come ci indicano uomini e imprenditori come lui. È l’antimafia che parla poco e che fa, quella che davvero può vincere».

In Olanda tutti hanno qualcuno morto per eutanasia. Ne parla il vescovo di Amsterdam

In Olanda quasi tutti hanno un nonno, un parente, un amico o un conoscente scomparso in seguito all’eutanasia. La legge in vigore da più di vent'anni è arrivata a causare il 4,5% dei decessi nel 2021. Gli interrogativi sono molti e ne esprime qualcuno di importante anche il vescovo di Haarlem-Amsterdam, Johannes W.M. Hendriks, a colloquio con Maria Cristina Giongo. «La legge del 2001 ha creato una mentalità molto grave: quella di poter ottenere ciò che si vuole e quando lo si vuole, persino la morte». Il problema maggiore, dice il vescovo, «è la solitudine, che fa smarrire il senso della vita, in una società dove anche il disabile viene considerato quasi un peso, persino a livello economico e di assistenza. Nessuno deve vivere solo per se stesso, e nessuno deve essere o sentirsi lasciato solo». E la Chiesa cattolica olandese, fortemente minoritaria, si interroga su come agire in una realtà fortemente secolarizzata.

Gli scontri della domenica, don Patriciello: «Non sminuiamo la violenza. Non sono tifosi, ma delinquenti»

Gli scontri della domenica tra tifoserie avverse non hanno nulla a che fare con lo sport. «Non chiamateli tifosi. Non lo sono. Sono delinquenti e come tali devono essere trattati. Il calcio, lo sport, la passione per la squadra del cuore non c’entrano un bel niente. Sminuire la portata delle loro nefande azioni è pericoloso. Fanno paura, sono nemici del vivere civile, del sano divertimento, del riposo domenicale, della dignità delle persone». Il giudizio severo, eppure sempre intriso di misericordia, di don Maurizio Patriciello in una lettera accorata.

Il ritorno a casa dagli Usa di 60 reperti archeologici rubati: c'è anche un affresco pompeiano

Continua il rientro in Italia di reperti archeologici e opere d'arte frutto di scavi clandestini o furti e venduti negli Stati Uniti da trafficanti internazionali. Questa settimana è stato presentato il ritorno di sessanta pezzi, del valore complessivo di 20 milioni di dollari, tra cui un affresco pompeiano proveniente da scavi clandestini in area vesuviana rappresentante Ercole fanciullo con serpente, risalente al I secolo d.C., una testa marmorea di Atena, una coppa di vino (kylix) a sfondo bianco, un busto in bronzo.

Il Vangelo di domenica 29 gennaio commentato da padre Ronchi / PODCAST

Beato chi cammina sulla via del Signore. Il vangelo di domenica 29 gennaio commentato da padre Ermes Ronchi

In quel tempo Gesù salì sul monte: si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» - ASCOLTA IL PODCAST

Il nuovo convento in Iraq, l'intervista del Papa alla Ap, la pace in Congo... il meglio degli altri

1) A Batnaya, nel nord dell'Iraq, il vescovo caldeo di Alqosh ha inaugurazione il nuovo convento domenicano, con annesso asilo delle suore, distrutto dai jihadisti e ricostruito grazie all’impegno di ong internazionali da Asianews

2) Per la sua prima intervista del 2023 papa Francesco ha scelto Nicole Winfield della Associated Press: ha parlato di molti temi, dall'omosessualità alle critiche nei suoi confronti. Qui il testo integrale (in inglese) - Apnews.com

3) A pochi giorni dalla visita di papa Francesco nella Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan (31 gennaio-5 febbraio), 107 associazioni della società civile italiana (tra cui reti pacifiste, missionari, parrocchie, Caritas diocesane, Ong) chiedono di riportare l'attenzione sul conflitto nell'Est del Paese che dura da 30 anni - da Agensir.it

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