giovedì 16 marzo 2023
Vladimir Putin

Vladimir Putin - Epa / Ansa

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Il «tremendo miracolo» del mandato di cattura contro Putin

Da mesi il nostro inviato Nello Scavo documenta il lavoro degli investigatori del Tribunale penale internazionale dell'Aja in Ucraina. Fino alla visita dello stesso procuratore capo, Karim Khan, nel sud del Paese in guerra, dove a metà marzo si era fatto fotografare accanto alle culle vuote di un istituto per minori. E ieri il velo è caduto: la Corte ha emesso un mandato di arresto internazionale per Vladimir Putin e per la Commissaria per i diritti dei bambini di Mosca, Maria Alekseyevna Lvova-Belova per crimini di guerra, in particolare per la deportazione illegale di bambini ucraini.

Il mandato di cattura è un «tremendo miracolo», commenta il direttore Marco Tarquinio, perché «si prova finalmente a chiamare i fatti di guerra con il loro nome: crimini. Crimini e non più danni collaterali».

Cosa questo mandato di cattura voglia dire lo spiega in questa analisi Andrea Lavazza: Putin non può andare all'estero perché potrebbe essere arrestato e dunque diventa ufficialmente un paria internazionale. Ma a parte queste conseguenze, puramente teoriche, politicamente potrebbe imprimere una accelerazione al conflitto.

A proposito di trascrizione di atti di nascita, di padri e di madri: ma un figlio di chi è figlio?

Giornata calda per Milano, quella di oggi. Al presidio organizzato in piazza della Scala alle 15 da Arcigay Milano, Famiglie Arcobaleno e Sentinelli si aggiungono anche il Pd, presente con la segretaria Elly Schlein, il sindaco Sala, i Radicali, Sinistra italiana, l'associazione Luca Coscioni e il Movimento Cinque Stelle. Tutto nasce dal fatto che il prefetto di Milano ha chiesto agli uffici del sindaco di cessare la iscrizione e trascrizione di atti di nascita indicanti genitori dello stesso sesso. Questo vale non solo per l’ipotesi di due uomini, ma anche per quella di due donne, sia nel caso di parto in Italia, sia (con riserva) se il parto avviene all'estero. Un guazzabuglio che ha un solo rimedio: una legge che indichi la soluzione giusta ai problemi aperti, ma non sembra prevedibile a breve.

«Oggi il nocciolo della domanda di giustizia è per noi nel quesito - scrive Giuseppe Anzani - : "Giusto per chi?". Se la visuale è quella del diritto di una coppia gay o lesbica ad “avere” figli, è la volontà del desiderio impossibile. Se non a prezzo di una finzione che sottrarrà programmaticamente al figlio il diritto di avere un padre e una madre. È questa l’ingiustizia prima. Dopo non c’è che “la giustizia del giorno dopo”». (leggi qui l'editoriale completo)

La "giustizia del giorno dopo" è presto detta: quella che, come ha suggerito la recente sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite, passa per l'adozione in casi speciali. Come ha scritto il direttore Marco Tarquinio in risposta a un lettore, «la "giustizia del giorno dopo” non è abitata da princìpi astratti, ma da bambini e bambine in carne e ossa con relazioni affettive di cui non si può ignorare l’esistenza e, quando c’è, e molte volte c’è, il valore».

QUI TUTTI GI ARTICOLI SULLA MATERNITA' SURROGATA

Il certificato di filiazione europeo: cos'è e perché divide

Questa settimana è successo qualcosa d'altro: mercoledì la Commissione Politiche Europee del Senato ha bocciato la proposta di regolamento che prevede la creazione di un certificato europeo di filiazione. Il nodo è costituito soprattutto dal rischio che ne potrebbe derivare di produrre un sorta di sanatoria, nel nostro Paese, per pratiche vietate dalla legge, come la maternità surrogata, una volta praticate all’estero in Paesi dove essa è consentita. L'opposizione ha protestato, dicendo che così si ledono i diritti del bambini. In questo articolo Marcello Palmieri spiega bene cos'è il certificato di filiazione europeo e perché divide.

Papa Francesco e le donne: cronaca di una rivoluzione

Lunedì si è celebrato il decennale dell'elezione di papa Francesco. Lui ha festeggiato in sordina, ma gli auguri sono stati tantissimi da ogni parte del mondo, da semplici fedeli e dalle persone più potenti della terra. Qui vogliamo ricordare un aspetto, tra i tanti, che hanno caratterizzato il primo decennio del pontificato: l'attenzione ai talenti femminili. Suor Alessandra Smerilli, prima donna segretaria di un Dicastero vaticano (per il Servizio dello sviluppo umano integrale), spiega qui le novità: «Oggi il problema non è che in Vaticano ci sia qualche donna in più, ma che una religiosa o un laico possa avere responsabilità su un vescovo o un prete. Ci vuole delicatezza, naturalmente, ma determinazione perché prenda forma una Chiesa popolo di Dio. Occorrono «mente, cuore e mani», come suggerisce papa Francesco, per demolire le logiche di potere e il carrierismo».

E per passare dal sacro al profano: segnaliamo anche il bel racconto che Lino Banfi, il "nonno d'Italia" fa della sua amicizia speciale con papa Francesco, in questa intervista con Enrico Lenzi.

Via Fani, 45 anni dopo. Agnese Moro e quella ferita ancora aperta

Quaranticinque anni fa, il 16 marzo1978, Aldo Moro fu rapito e la sua scorta massacrata. Che memoria abbiamo di quel giorno e dei 55 che seguirono? Ne ha parlato a Brescia la terza figlia dello statista democristiano, Agnese Moro, che in questi anni, girando l'Italia, dice di essersi accorta che «la ferita sanguina ancora, ma è mancata, e manca ancora, la capacità di farci i conti».

«C’è come un buco nero. Non c’è stata la capacità di parlare ai nostri figli degli anni Settanta. Una storia drammatica che, evidentemente, non siamo stati in grado di elaborare». Il tema affrontato è quello degli sforzi che furono fatti per la sua liberazione, e i compromessi che non vollero accettare in nome della "centralità dello Stato".

Quella che Agnese Moro ha voluto trasferire, dalla testimonianza di quei giorni drammatici, è come una sensazione di «rassegnazione» a un copione già scritto, a un destino già segnato, un «arrendersi al male», che prese un po’ tutti. O forse no. Ne parla qui Angelo Picariello.

Il barbiere di Termini la domenica taglia i capelli ai senza dimora

Il barbiere di Termini ha una settantina d’anni. E il cuore buono rimasto ragazzino. La domenica va in via Marsala vicino all'ostello della Caritas per regolare i capelli alle persona senza dimora. «Forse è un barbiere in pensione o lavora ancora o forse neppure lo è o lo è stato, forse è clochard anche un lui, però viene a tagliare i capelli ai senza tetto. E non gli interessa compatire, né comparire. Fa il suo, anzi lo dona, con rispetto e tenerezza, come stesse tagliando i capelli a un re. Il barbiere di Termini ha una settantina d’anni. E il cuore buono rimasto ragazzino». La storia raccontata bene da Pino Ciociola.

Salto in alto: addio a Dick Fosbury, l'uomo che volava

È scomparso l'uomo che volava, il mitico Dick Fosbury: ritenuto un atleta dal talento mediocre, il 19 ottobre 1968 decise di cambiare le regole del salto in alto. Si presentò in pedana a Città del Messico, giovane americano allampanato: lo sguardo si rivolge al cielo mentre, di schiena, il corpo supera l’ostacolo. «Non solo un salto verso l’alto, ma verso altro. Preparazione, focus, rincorsa e poi, acquistata la massima velocità, il decollo!» E cambiò tutto. Il ritratto di un monumento dell'atletica, scritto da Mauro Berruto.

Il Vangelo di domenica 19 marzo commentato da padre Ermes Ronchi / IL PODCAST

Il dramma di mettere Dio contro l’uomo (domenica 19 marzo 2023)

IV Domenica di Quaresima In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». ASCOLTA IL PODCAST

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