giovedì 15 giugno 2023
Il siriano Kassam Abozeed mostra la foto di lui insieme a sua moglie, scomparsa nel naufragio nell'Egeo

Il siriano Kassam Abozeed mostra la foto di lui insieme a sua moglie, scomparsa nel naufragio nell'Egeo - Reuters

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I morti in mare in Grecia: quei bambini nell'abisso. Ma ci interessa davvero di loro?

«Provo tanto dolore per la morte dei migranti, tra cui molti bambini, nel naufragio avvenuto nel Mar Egeo. Dobbiamo fare tutto il possibile affinché i migranti che fuggono dalla guerra e dalla povertà non trovino la morte mentre cercano un futuro di speranza». È il tweet di papa Francesco pubblicato ieri sul suo account ufficiale, nel giorno in cui ha lasciato l'ospedale Gemelli dopo l'operazione all'addome. Il Pontefice si riferisce alla morte accertata di quasi 80 persone migranti, ma ancora più a quello che potrà essere il bilancio definitivo: quasi 80 morti recuperati, fino a 600 dispersi, un centinaio dei quali bambini. L'inchiesta farà luce su quanto è accaduto: per ora si sa che la Guardia costiera greca ha agganciato con una corda il motopeschereccio stracarico, partito dalla Libia, in un tentativo di stabilizzarlo e di trascinarlo a riva, corda poi ributtata a mare dagli stessi occupanti perché non migliorava la situazione. La Ong Alarm Phone però smentisce questa versione, sostenendo che negli ultimi contatti avuti, le persone a bordo «imploravano aiuto». «La tragedia avvenuta pochi giorni fa a poche miglia dalla Grecia - scrivono le ong - è una delle più gravi della storia recente delle migrazioni. Mettiamo a lutto i nostri profili per chiedere una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo». Il commento di Marina Corradi: quei bambini nell'abisso. Ci interessa davvero di loro?

Silvio Berlusconi, una morte che chiude un'era. La difficile eredità

Una morte che chiude un'era. Perché - inutile negarlo - per l'Italia e anche per tutti noi c'è stato un prima e un dopo Silvio Berlusconi, tale è la portata delle novità che ha portato nel campo sociale e del costume, prima ancora che politico e sportivo e altro ancora. La scomparsa all'ospedale San Raffaele del 4 volte premier (lo è stato più a lungo di tutti nell'Italia repubblicana) ed ex capo di Fininvest, nonché ex patron del Milan calcio vincitore di tutto, è stata la notizia della settimana . I vari media hanno letteralmente inondato gli italiani di contenuti relativi al Cavaliere di Arcore. Svariati d'altronde erano i campi d'attività toccati dal poliedrico Berlusconi in 86 anni di vita, dell'edilizia a tv e cinema, dalla politica allo sport, per non dire della giustizia col suo primato di quasi 40 processi subiti, con una novantina di gradi di giudizio. C'era davvero tanto da raccontare su una personalita che, al di là dei giudizi di merito, rimane senza dubbio una delle più complesse e versatili della storia recente d'Italia. Dai dettagli di cronaca, con le ultime tre giornate trascorse in ospedale, alle interviste, dai rapporti col cattolicesimo in politica alle polemiche (le ultime che hanno accompagnato Berlusconi) sul lutto nazionale deciso dal governo Meloni, dalle ricostruzioni del passato alle prospettive del suo gruppo imprenditoriale e, soprattutto, del suo partito - Forza Italia -, sulle eredità dei quali incombono ora interrogativi che aprono nuovi scenari. Anche per la stessa attività di governo dove, venuto meno uno dei tre leader, potrebbero ora emergere nuovi equilibri. (Eugenio Fatigante)

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Il direttore Marco Girardo: l'Italia prima e dopo Berlusconi. E l'eredità impossibile

Romano e Flavia, la forza di un amore per sempre

Ha commosso l'Italia l'immagine di Romano Prodi in piedi per lunghissimi minuti, da solo, davanti alla bara chiara dove riposa la moglie Flavia, scomparsa in seguito a un malore sotto ai suoi occhi mentre passeggiavano lungo un Cammino francescano.

«Com’è bella e luminosa una scelta di fedeltà decisa, perseguita e realizzata insieme per oltre cinquant’anni - riflette in un commento il nostro Luciano Moia -. Al termine del rito funebre, Romano Prodi ha spiegato che con la sua Flavia quella promessa di felicità è risuonata, certo in modo diverso e con accenti ora più tenui, ora più incisivi, per tutti i giorni della loro vita. E non ha contagiato beneficamente soltanto il loro percorso coniugale ma ha trasformato la famiglia, ha accompagnato i figli, ha generato nuove energie per la vita sociale e politica di cui entrambi, in maniera diversa, sono stati protagonisti di primo piano (...). E quell’amore che resiste e che cresce diventa esempio buono per tutti, quindi ha valore anche politico».

Dedicata alle donne la Giornata odierna contro la desertificazione e la siccità

Di sete non soffre solo l’Africa. La mancanza di acqua è un problema per almeno 168 Paesi del mondo. È questo lo scenario che fa da cornice alla Giornata Onu contro la desertificazione e la siccità che si celebra oggi. Era il 17 giugno del 1994 quando l’Assemblea generale Onu adottò la Convenzione sulla prevenzione della desertificazione, l’unico trattato legalmente vincolate in materia per le 197 parti che lo hanno sottoscritto. L’urgenza di sottrarre la terra all’aridità che compromette la qualità e l’abbondanza dei raccolti è oggi ancor più grave. Fiumi prosciugati, laghi bassi, campi spaccati dal sole interessano ormai tutte le aree geografiche. È stato stimato che la siccità, in aumento del 29% dal 2000, rende inutilizzabili ogni anno 12 milioni di ettari di terreni coltivabili. Un dramma che incide soprattutto sulle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, spesso costrette a migrare per sopravvivere alle carestie. La mancanza di acqua penalizza in particolare le donne che vivono in queste zone. A loro è dedicata la giornata di oggi. Sono le ragazze che si preoccupano di andare a cercare l’acqua e di portarla al villaggio. Le donne, ancora, non possiedono la terra ma rappresentano il 50% della forza lavoro impiegata nei campi agricoli. Ne parla qui Angela Napoletano.

Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona (1-6 agosto): il podcast per gli animatori

Come si preparano gli animatori a guidare un gruppo in viaggio per la Gmg di Lisbona (1-6 agosto 2023)? Se nascono conflitti e malumori, che si può fare? Non è difficile silenziare i social e tenere un diario, ma come si diventa “cronisti”? È agli animatori che stanno per intraprendere questa avventura, magari alla loro prima esperienza, che il coach e “facilitatore di conflitti” Gian Carlo Manzoni offre i suoi consigli. La sfida invece a essere curiosi, a tenere aperti i sensi e saper creare un memorabile diario di viaggio viene lanciata dallo scrittore e sceneggiatore Federico Baccomo. In questo nuovo podcast di Avvenire, curato da Daniela Pozzoli, il nostro invito a far nascere amicizie e accrescere la fraternità nel gruppo dei viaggiatori e del popolo della Gmg. ASCOLTA QUI

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«Creato embrione umano sintetico». A che scopo, esattamente?

Dal meeting annuale della Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali a Boston arriva l’annuncio che sarebbero stati realizzati embrioni umani sintetici a partire da cellule staminali embrionali, senza ricorrere a ovociti e spermatozoi, dunque senza alcun concepimento. A conseguire questo risultato è stata Magdalena Ernicka-Goetz, dell'Università di Cambridge e del California Institute of Technology, che ha voluto realizzare un modello il più possibile simile all’embrione umano nelle prime fasi dello sviluppo per studiare le malattie genetiche e le cause biologiche degli aborti spontanei. I simil-embrioni umani sviluppati non hanno un cuore pulsante né un cervello e non sarebbero destinati a essere fatti evolvere durante una gravidanza per far nascere un “bambino sintetico”. E dunque, cosa è stato realizzato? Una creatura che non esiste in natura ma che è riconducile al patrimonio genetico delle cellule da cui è stato ricavato. E se è un qualcosa di nuovo che non si può definire umano, allora è brevettabile, come ogni nuova creazione dell'ingegno: stiamo dunque producendo l’homunculus, un essere umano artificiale che integralmente umano non è? E se non è umano, qual è la sua natura? Questa e altre domande necessitano di una risposta. Prova a ragionarci il nostro Francesco Ognibene.

Furto delle ostie in una chiesa di Ragusa. Il vescovo: voglio incontrare i ladri sacrileghi

Il vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, vuole incontrare gli autori del furto sacrilego delle ostie consacrate avvenuto due settimane fa a Ragusa, nella chiesa di San Luigi Gonzaga, per accogliere la loro richiesta di perdono e chiedere alla Sede Apostolica di reintegrarli nella comunione ecclesiale. I ladri sono entrati forzando una finestra e hanno rubato la pisside con le ostie. «Nel mio cuore nutro la speranza di poter incontrare chi si è macchiato di questo grave peccato, di poterli ascoltare e raccoglierne il pentimento e la richiesta di perdono», sono le parole con cui il vescovo si è rivolto all’autore o agli autori del furto sacrilego. Il vescovo ha anche ricordato che per questo tipo di furto scatta automaticamente la scomunica, perché «profanare le ostie consacrate è uno dei peccati più grandi, è una ferita al cuore di tutta la Chiesa e dei suoi fedeli».

Il Vangelo di domenica 18 giugno commentato da padre Ermes Ronchi

Le sei azioni affidate agli apostoli per il mondo

In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore... ASCOLTA IL PODCAST

Il Papa e gli anziani, il litio nuovo petrolio e il messaggio all'Onu per la pace: il meglio degli altri

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