giovedì 25 gennaio 2024
Si è trattato probabilmente di una vendetta della comunità nomade nei confronti degli agricoltori stanziali, accusati di aver ucciso a Natale almeno 140 persone. Ancora una volta la polizia non agisce
I soccorsi ai feriti degli attacchi recenti nel Plateau

I soccorsi ai feriti degli attacchi recenti nel Plateau - Ansa

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Almeno 55 persone sono state uccise e molte altre ferite nello Stato nigeriano del Plateau in una serie di attacchi intorno alla città di Mangu, nonostante il coprifuoco imposto dal governo statale. Gli attacchi tra contadini e pastori e i conflitti tra comunità sono diffusi nella Nigeria centrale, un entroterra etnicamente e religiosamente diversificato noto come la “fascia di mezzo”, dove un circolo di violenza ha causato la morte di centinaia di persone negli ultimi anni.

L'ultima violenza di mercoledì è arrivata dopo un attacco del giorno di Natale nella zona che aveva provocato la morte di almeno 140 persone. Il 23 gennaio è stato imposto il coprifuoco dal tramonto all’alba. Un portavoce della polizia di Jos, capitale del Plateau, non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento sugli attacchi avvenuti nell'arco di due giorni. Aprendo così altri inquietanti dubbi sull’azione delle forze dell’ordine locali.

Gli aggressori hanno preso di mira diversi villaggi tra cui Kwahaslalek, Kinat e Mairana, situati ai confini delle aree governative locali di Mangu e Barkin Ladi, ha affermato Joseph Gwankat, capo del gruppo comunitario Mwaghavul Development Association.

"Le vittime avevano cercato rifugio nella casa di un leader della comunità dopo i precedenti disordini nella città di Mangu. Gli aggressori hanno circondato la casa e ucciso le persone all'interno", ha detto Gwankat all’agenzia Reuters. In una dichiarazione successiva, Gwankat ha attribuito l'attacco ai "pastori" (termine che indica quasi essenzialmente la comunità nomade dei Fulani), e si è chiesto perché le truppe schierate dal governo federale nella zona dopo gli attacchi di Natale non siano intervenute per fermare la violenza. Anche perché l’ultimo atto appare come un a sorta di vendetta della comunità in prevalenza di etnia Fulani nei confronti degli stanziali, in maggioranza costituiti da Hausa.

I sopravvissuti hanno riferito che gli uomini armati hanno sparato indiscriminatamente alle persone, compresi donne e bambini, e hanno appiccato il fuoco a case e proprietà. Gli ultimi attacchi arrivano nel contesto di un’ondata di violenza nel Plateau, che ha visto ripetuti scontri tra pastori nomadi e comunità agricole locali.

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