mercoledì 31 marzo 2010
Due bombe sono esplose nel Daghestan, regione russa del Caucaso settentrionale. Tra le vittime anche il capo della polizia locale. Decine i feriti. Putin non ha escluso che possa trattarsi dello stesso gruppo responsabile del duplice attacco alla metropolitana della capitale.
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Nuovo attentato in Russia, questa volta nella instabile repubblica caucasica del Daghestan, tre giorni dopo quello alla metro di Mosca: anche oggi sono entrati in azione due kamikaze, a poca distanza l'uno dall'altro, causando la morte di 12 persone - di cui nove agenti, tra cui il capo della polizia locale - e il ferimento di altre 23 (18 sono agenti). Il premier Vladimir Putin non ha escluso che possa trattarsi dello stesso gruppo responsabile del duplice attacco alla metropolitana della capitale. L'attentato è avvenuto stamane a Kizlyar,  denominata 'città del Cognac' ai confini con la Cecenia: la prima esplosione, della potenza di 200 kg di tritolo, si è verificataquando una pattuglia della polizia con due agenti ha inseguito e fermato per una infrazione stradale una Niva, il cui conducente si è lasciato poi esplodere causando le prime due vittime.Delle due vetture sono rimaste le carcasse accartocciate e carbonizzate. L'episodio è accaduto a 300 metri di distanza dalla sede della polizia e dell'ufficio locale dei servizi segreti (Fsb). Dopo 20 minuti, all'arrivo delle forze dell'ordine sul luogo della tragedia, un altro kamikaze travestito da poliziotto è spuntato all'improvviso e si è fatto esplodere, provocando le altre vittime, tra cui un passante. Le esplosioni hanno infranto i vetri degli edifici vicini e lasciato un cratere di diversi metri di profondità, secondo le immagini trasmesse dalla tv russa. Il secondo attentatore è già stato identificato: sitratta di un abitante locale.
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