mercoledì 24 marzo 2010
Appello da un rappresentante dei vescovi pachistani. E monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu di Ginevra, denuncia un aumento delle violenze contro i cristiani nel mondo. 
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Aumentano, nel mondo, le violenze contro le minoranze religiose, in particolare contro i cristiani. La denuncia viene dall'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio dell'Onu di Ginevra, mentre dal Pakistan giunge un appello a un intervento internazionale, perchè «in alcune aree i credenti sono trattati come bestie». E il Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, card. Leonardo Sandri denuncia l'«indifferenza dell'Occidente» di fronte alle persecuzioni dei cristiani d'Oriente.«La comunità internazionale - ha detto Tomasi in una intervista alla Radio Vaticana - deve assumersene una responsabilità, in qualche modo, nel trattare anche tale questione in maniera sistematica. Tra l'affermazione dei grandi principi che sono enunciati, per esempio nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e la pratica quotidiana in molti Paesi c'è di mezzo un grande vuoto». «Non possiamo vivere nell'indifferenza, di fronte al dramma che stanno vivendo molti nostri fratelli cristiani», ha insistito il card. Sandri.Intanto dal Pakistan giunge l'accorato appello affidato all'agenzia vaticana Fides dal segretario della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale, padre John Shakir. «In Pakistan i cristiani soffrono e vedono la loro vita in pericolo ogni giorno. In alcune aree i credenti sono trattati come bestie, in condizioni di schiavitù, o sottoposti a vessazioni, violenze e conversioni forzate». Shakir denuncia «una islamizzazione crescente» e «un quadro normativo che consente e legittima discriminazioni e anche atti di persecuzione». Di questo i vescovi chiedono che si parli anche nel vertice Usa-Pakistan in corso a Washington.Convocato l'incararicato d'affari pachistano. Il capo di Gabinetto del ministro Frattini, ambasciatore Economides, ha chiesto all'incaricato d'affari del Pakistan «di fornire quanto prima elementi di informazione sullo svolgimento del grave episodio e sulle misure che le autorità pakistane stanno intraprendendo per assicurare alla giustizia i responsabili» dei fenomeni di intolleranza religiosa in cui è rimasto vittima un cristiano, arso vivo per essersi rifiutato a convertirsi all'islam. Lo rende noto la Farnesina in un comunicato spiegando che l'ambasciatore Economides «ha convocato oggi l'incaricato d'affari del Pakistan per rappresentare la preoccupazione del ministro Frattini di fronte al grave episodio di intolleranza religiosa accaduto in Pakistan». L'ambasciatore Economides «ricordati i forti legami di amicizia fra i due Paesi, le loro ottime relazioni e l'impegno che il governo pakistano aveva preso per scongiurare gravi fenomeni come quello accaduto, ha chiesto di fornire quanto prima elementi di informazione».
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