giovedì 25 marzo 2010
Padre Lombardi, direttore della Sala Stampa sottolinea l'efficacia delle misure adottate contro gli abusi sessuali e risponde a un articolo del New York Times che accusa la Santa Sede di aver coperto il caso di un prete pedofilo il quale avrebbe commesso molti abusi tra il 1950 e il 1970. 
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DICHIARAZIONE DI PADRE FEDERICO LOMBARDI SULLE MISURE ADOTTATE27 Marzo 2010La linea della tolleranza zero verso gli abusi sessuali commessi da sacerdoti su minori, promossa da Joseph Ratzinger da prefetto della Congregazione della Santa Sede e tenacemnte perseguita da Papa sta dando buoni risultati. Lo hanno riconosciuto i vescovi americani e oggi lo sottolinea anche il portavoce vaticano, padre Fedrico Lombardi, ai microfoni della Radio Vaticana. «Senza indulgere a compiacimenti fuori luogo, non si può non riconoscere - ha detto - lo sforzo straordinario di prevenzione compiuto con numerosissimi corsi di formazione e training sia per i giovani sia per tutto il personale pastorale ed educativo, e si deve prendere atto che il numero delle accuse di abuso è sceso nell'ultimo anno di oltre il 30%, la maggior parte delle quali riguarda fatti di oltre 30 anni fa. Senza entrare in altri dettagli, si deve riconoscere che le misure decise e in corso di attuazione si stanno manifestando efficaci».Sospinta dal Pontefice che nel 2007 ha dedicato a questa dolorosa questione gran parte del suo straordinario viaggio in Usa, la Chiesa locale,secondo padre Lombrdi, «ha preso la strada buona per rinnovarsi». «Questa - ha sottolineato il portavoce vaticano - ci pare una notizia importante nelcontesto dei recenti attacchi mediatici, che hanno provocato indubbiamente dei danni».DICHIARAZIONE DI PADRE FEDERICO LOMBARDI AL NEW YORK TIMES24 Marzo 2010 Il tragico caso di padre Lawrence Murphy, prete dell’arcidiocesi di Milwaukee, ha coinvolto delle vittime particolarmente vulnerabili che hanno sofferto terribilmente per quel che ha fatto. Abusando sessualmente di bambini audiolesi. Padre Murphy ha violato la legge e. più importante ancora, la fiducia sacra che le sue vittime avevano riposto in lui.A metà degli anni ’70, alcune delle vittime di padre Murphy hanno denunciato i suoi abusi alle autorità civili, che a quel tempo hanno condotto un’inchiesta. Tuttavia, stando alle notizie ricevute, l’inchiesta fu archiviata. La Congregazione per la Dottrina della Fede non fu informata della vicenda che venti anni dopo.Si è insinuato che esista una relazione in questo caso tra l’applicazione del Crimen Sollicitationis e la mancata denuncia degli abusi alle autorità civili. In realtà questa relazione non c’è affatto. Invece, contrariamente ad alcune dichiarazioni circolate nella stampa, né il Crimen né il Codice di Diritto Canonico hanno mai proibito la denuncia degli abusi dei bambini alle autorità deputate all’applicazione della legge.Nella seconda metà degli anni ’90, dopo oltre venti anni dalla denuncia del caso alle autorità diocesane e alla polizia, alla Congregazione per la Dottrina della Fede è stata presentata per la prima volta la domanda su come trattare canonicamente il caso Murphy. La Congregazione fu informata della vicenda perché essa implicava richieste avvenute in confessionale, cosa che costituisce una violazione del Sacramento della Penitenza. E’ importante notare che la questione canonica presentata alla Congregazione non era in relazione a qualsiasi procedimento civile o penale contro padre Murphy. In questi casi, il Codice di Diritto Canonico non prevede sanzioni automatiche, ma raccomanda che ci sia un giudizio che non escluda la massima sanzione ecclesiastica che consiste nella dimissione dallo stato clericale (cfr. Canone 1395, no. 2). Considerando che padre Murphy era anziano e in pessime condizioni di salute; che stava vivendo in luogo isolato e che non c’erano state denunce di abusi da oltre venti anni, la Congregazione per la Dottrina della Fede suggerì all’arcivescovo di Milwaukee di affrontare la situazione, ad esempio, restringendo il ministero pubblico di padre Murphy ed esigendo che padre Murphy accettasse la piena responsabilità per la gravità dei suoi atti. Padre Murphy è poi morto quattro mesi dopo, senza altri avvenimenti.
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