mercoledì 31 gennaio 2024
In Tigrai e Amhara, le due aree interessate del conflitto, un'indagine ha rivelato le disastrose condizioni in cui versa la popolazione. Dopo lo stop di mesi, l'Onu ha ripreso a distribuire cibo
In fila per la distribuzione del cibo in un campo profughi provenienti dal Tigrai

In fila per la distribuzione del cibo in un campo profughi provenienti dal Tigrai - Ansa

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Nulla (purtroppo) di sorprendente, se non la certezza (relativa) dei numeri: almeno 372 persone sono morte di fame in due regioni settentrionali dell'Etiopia a causa siccità degli ultimi sei mesi. Lo ha detto un alto funzionario di Addis Abeba, aggiungendosi così alle sfide che le regioni devono affrontare a causa del conflitto che di fatto non è mai finito. Almeno per le conseguenze. Endale Haile, capo dell'Istituto etiope del difensore civico, che riceve le denunce del pubblico contro i dipartimenti governativi, ha affermato che le sue indagini hanno rilevato che 351 persone sono morte nella regione del Tigrai, mentre altre 21 sono morte nella vicina Amhara.

Endale ha affermato che i risultati provengono da una indagine di dieci giorni compiuta nelle due regioni. Ed è anche possibile che ci siano stati più decessi” di quanti registrati ufficialmente. "Se espandiamo il nostro campione, la cifra delle morti potrebbe aumentare. Ma il nostro scopo principale è che il governo presti attenzione alla questione e li informi su come la questione sta diventando seria. In modo che agiscano", ha detto all’agenzia Reuters Endale Haile. Legesse Tulu, portavoce del governo di Addis Abeba, Mengasha Fentaw, portavoce della regione di Amhara e Redaei Halefom, portavoce del Tigrai, non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento sulle morti. Anche se le autorità del Tigrai hanno sempre sostenuto l’esistenza di una gravissima crisi umanitaria.

La crisi alimentare dell’Etiopia settentrionale si è aggravata negli ultimi anni a causa della guerra nella regione del Tigrai e della peggiore siccità degli ultimi decenni nel Corno d’Africa, con il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) che afferma che poco più di 20 milioni di persone hanno bisogno di assistenza. Successivamente, i combattimenti nell’Amhara, che ha anche attraversato una prolungata siccità, tra le forze statali dell’Amhara e le milizie locali sono diventati la più grande crisi di sicurezza dell’Etiopia dalla fine di due anni di guerra civile nel confinante Tigrai nel 2022. Alla fine di dicembre, Getachew Reda, presidente dell'amministrazione ad interim della regione del Tigrai, ha comunque affermato che il 91% della popolazione della regione era a rischio di fame e di morte e che la situazione era oltre la capacità di gestione dell'amministrazione.

All'epoca, il portavoce del governo centrale Legesse respinse il rapporto affermando che “mancava di dati attendibili”. Lo scorso maggio, il Pam aveva sospeso gli aiuti alimentari al Tigrai a seguito di segnalazioni di diffusi furti di donazioni. Blocco che a giugno è stato esteso a tutta l’Etiopia, a seguito della stessa azione degli Stati Uniti. Il Pam ha ripreso la distribuzione limitata solo ad agosto, mentre gli Stati Uniti a dicembre.

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