venerdì 26 marzo 2010
Stati Uniti e Russia hanno raggiunto un accordo sulla riduzione dei rispettivi arsenali nucleari. Stabilito un tetto di 1.550 testate nucleari operative e di 800 vettori nucleari.
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Ormai è ufficiale: il nuovo trattato sulla riduzione delle armi offensi­ve strategiche fra la Russia e gli U­sa ( Start-2) sarà firmato a Praga dai due presidenti, Dmitrij Medvedev e Barack O­bama, l’8 aprile. La conferma è venuta contemporaneamente a Mosca e Wa­shington dopo un colloquio telefonico dei due leader. La portavoce del Cremlino, Na­talja Tinmakova, ha riferito che i due pre­sidenti si sono ringraziati a vicenda per la collaborazione, e Medvedev ha rilevato che «questo trattato riflette l’equilibrio de­gli interessi di entrambi i Paesi». Nel co municato ufficiale si afferma che l’accor­do «migliora la sicurezza di entrambi i Pae­si, riaffermando la leadership dell’Ameri­ca e della Russia in favore della sicurezza nucleare e della non proliferazione glo­bale ».La scelta di Praga per la firma del trattato può essere considerata come una sconfit­ta tattica di Mosca che aveva proposto per questo scopo Kiev, nell’intento di confe­rire maggiore autorità al nuovo governo filorusso di Viktor Janukovich in Ucraina. A sua volta Obama ha rilevato: «Lo Start è una pietra miliare. Oggi abbiamo fatto un altro passo in avanti oltre il XX secolo; ab­biamo garantito un futuro più sicuro per i nostri figli; abbiamo trasformato le parole in azione e abbiamo dimostrato l’impor­tanza della leadership americana in fatto di sicurezza».Il segretario di Stato ameri­cano Hillary Clinton si è detta fiduciosa che l’Amministrazione Obama riuscirà a convincere il Senato a ratificare l’accordo e ha osservato che la firma del nuovo Start prova la validità della politica di “reset” nei rapporti con Mosca.Il nuovo Start prevede la riduzione, che dovrà avvenire entro i prossimi sette an­ni, delle testate montate su missili strate­gici a un numero inferiore a 1.550 per Pae­se. La riduzione prevista è equivalente al 30 per cento degli arsenali attualmente in funzione. I missili, da terra e da sottoma­rino, così come i bombardieri, saranno ri­dotti della metà, da 1.600 a 800. Sarà inol­tre introdotto un nuovo regime di ispezioni in sostituzione di quello scaduto in­sieme allo Start-1 lo scorso 5 dicembre.Gli ispettori americani non saranno più basati in modo permanente presso l’im­pianto per la produzione di missili di Votkinsk, come era invece previsto dal pre­cedente trattato, giudicato troppo invasi­vo da parte russa. Ed è stato questo uno dei punti più difficili da negoziare insieme alla richiesta di Mosca di inserire nel testo un riferimento alle armi di difesa anti­missile (lo scudo spaziale).Tra le parti sembra ancora esserci una di­vergenza: il segretario alla Difesa Usa, Ro­bert Gates, commentando l’accordo sul­lo Start, ha affermato che esso «non im­pone limiti agli Usa sullo sviluppo del suo sistema antimissilistico per la difesa in Eu­ropa». Viceversa il comunicato del Crem­lino sostiene che nel testo «sarà fissato in forma giuridicamente vincolante un pun­to sul legame reciproco tra armamenti strategici offensivi e difensivi», capace di limitare i piani americani. Come si legge nello stesso comunicato, «è previsto che tutti gli armamenti strategici offensivi sa­ranno dislocati esclusivamente nel terri­torio nazionale di ciascuna delle parti».
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