mercoledì 4 giugno 2014
​L'arcivescovo di Dublino, mons. Martin, sulla sepoltura collettiva di 800 corpi in una casa gestita dalle suore del Bon Secours a Tuam.
LA VICENDA Piccoli uccisi dagli stenti e dalle malattie tra il 1920 e il 1960 di A. Varacalli
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Dopo lo choc provocato dalla macabra scoperta, ora è il tempo di avviare un’inchiesta per stabilire e fare luce su quanto può essere successo. A chiederlo è anche l’arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, in una dichiarazione rilasciata al Sir circa la fossa comune che potrebbe contenere fino a 800 corpi di bimbi. La macabra scoperta è stata fatta in una ex casa gestita dalle suore del Bon Secours a Tuam, in Irlanda, dove vivevano tra il 1925 e il 1961 le madri non sposate e i loro figli considerati illegittimi. Il governo sta pensando all’eventualità di avviare “un’inchiesta urgente sulle circostanze che circondano le morti inspiegabili di un così gran numero di bambini”. Da parte sua, l’arcivescovo di Dublino ritiene che “se un’inchiesta pubblica o statale non viene avviata su questioni che sono fonte di preoccupazione”, “allora è importante che sia intrapresa una ricostruzione storica per avere un quadro preciso su queste case nella storia del nostro Paese”.

Monsignor Martin sottolinea come “i problemi di salute connessi con le abitazioni e il numero di decessi sono stati documentati da medici e dal Dipartimento della Salute nel corso degli anni e che le informazioni dovrebbero essere disponibili e di pubblico dominio”. L’arcivescovo incoraggia ogni iniziativa tesa a “scavare” nelle “tombe senza nome” ma aggiunge anche che si tratta di un’iniziativa che può essere presa solo “dalle autorità pubbliche”. La Chiesa, naturalmente, supporta l’idea di creare monumenti commemorativi sulle tombe senza nome e laddove è possibile con i nomi di coloro che sono morti. L’arcivescovo fa anche sapere di aver incontrato in questi ultimi anni vari gruppi di persone e individui che stanno cercando di raccogliere informazioni più precise su case irlandesi che accoglievano madri e bambini. Da parte sua, l’arcivescovo, come lui stesso riferisce, e l’archivista diocesano “hanno condotto ricerche negli archivi diocesani di Dublino, raccogliendo tutte le informazioni storiche a loro disposizione su queste importanti questioni”.

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