venerdì 18 agosto 2017
Tre italiani, una portoghese, tre tedeschi... Il più piccolo è un bambino spagnolo di appena 3 anni. Domenica la Messa di suffragio in 5 lingue alla Sagrada Familia
Ansa

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A Barcellona è stata una strage di turisti: italiani, tedeschi, portoghesi... padri e madri di famiglia che stavano trascorrendo, nella maggior parte dei casi, un breve periodo di vacanza nella città catalana dove giovedì pomeriggio un furgone bianco ha sparso sangue e terrore. 14 i morti accertati a Barcellona, una 15esima vittima nello scontro a fuoco della notte, oltre a 134 feriti, una 40ina dei quali in gravi condizioni. Le vittime sono di 34 nazionalità, a conferma che il terrorismo colpisce tutto il mondo.

La Protezione civile della Catalogna ha diffuso la lista dei paesi di origine delle vittime, senza quantificare il numero di morti
e feriti per ogni nazionalità. Ecco la lista: Algeria, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Canada, Cina, Colombia, Cuba, Ecuador, Egitto, Filippine, Francia, Gran Bretagna, Grecia, Germania, Honduras, Irlanda, Italia, Kuwait, Macedonia, Marocco, Mauritania, Olanda, Pakistan, Perù, Repubblica Dominicana, Romania, Spagna, Stati Uniti, Taiwan, Turchia, Ungheria e Venezuela.

Il più giovane tra le vittime è un bambino spagnolo di tre anni, di un sobborgo di Barcellona, che passeggiava con la madre e lo zio, il 57enne Francisco Lopez Rodriguez, anche lui rimasto ucciso. Un altro bambino inglese residente in Australia di 7 anni, dato per disperso, è invece nella lista dei feriti.

Domenica mattina la Messa di suffragio alla Sagrada Familia

Sarà celebrata anche in italiano la Messa di suffragio che si terrà domenica mattina nella Sagrada Familia, la cattedrale di Antoni Gaudì che è uno dei simboli di Barcellona, in suffragio delle vittime degli attentati in Catalogna. La celebrazione inizierà alle 10 e
sarà officiata dall'arcivescovo Juan Josè Omella, affiancato dal vescovo ausiliario Sebastià Taltavull. Come segno di unità e di solidarietà, la messa sarà aperta a tutti e sarà in cinque lingue, catalano, castigliano (spagnolo), italiano, inglese e francese.

I tre italiani: Luca, Bruno e Carmen

L'ultimo post pubblicato il 15 giugno da Luca Russo, morto nell'attentato di Barcellona, recita: "Nasciamo senza portare nulla, moriamo senza portare via nulla. E in mezzo litighiamo per possedere qualcosa". Il 4 dicembre 2016, appena laureato, condivide una sua foto che lo ritrae sorridente con una corona d'alloro: "108 motivi per essere felice. Grazie davvero a tutte le persone che mi hanno sostenuto in questi anni". E poi una citazione di Steve Jobs: "Adesso prontissimo per incominciare una nuova esperienza lavorativa. Siate affamati, siate folli".


Luca Russo, ingegnere laureatosi un anno fa all'università di Padova, aveva 25 anni e lavorava per un'azienda di Carmignano del
Brenta. Abitava a Bassano del Grappa, ma era nato a Marostica. Il suo profilo è un continuo inno alla vita, in ogni post, in ogni aggiornamento condiviso. "Io sono uno di quelli che ancora ci spera, che se in un sogno credi tanto prima o poi si avvera!"
scriveva il 10 ottobre, e ancora il 26 settembre: "Siccome là fuori è pieno di gente che vi dice che non c'è speranza, che non c'è futuro, voi sappiatelo che nel momento in cui pensate che non ci sia speranza e non ci sia futuro, allora la speranza smette di esistere, il futuro smette di esistere. Portate a far vedere le vostre facce, e diteglielo a quelli là, che il meglio deve ancora venire!" citando il discorso finale del cantante Ligabue ad uno dei suoi concerti.

Su Linkedin oltre alla sua laurea in Ingegneria vengono riportate anche alcune esperienze di volontariato fatte a Bassano del Grappa, come quella per la Città della Speranza, fondazione nata per raccogliere fondi per costruire un reparto di oncoematologia pediatrica in ricordo di un bambino del luogo scomparso a causa della leucemia.

La seconda vittima italiana è il 35enne Bruno Gulotta di Legnano (Milano), responsabile marketing e vendite del sito specializzato in tecnologia Tom's Hardware. Padre di due figli, un bimbo di 6 anni prossimo alla prima elementare e una bimba di 7 mesi, lascia la famiglia e Martina, 28 anni, moglie e compagna di vita. Ieri erano tutti e quattro sulla Rambla, a Barcellona, quando si è scatenato l'inferno. Legnano, dove presto tornerà la salma del giovane Gulotta, "è già lutto", dice il sindaco Gianbattista Fratus: le bandiere sono a mezz'asta e si attende la data dei funerali. I suoceri sono chiusi nel silenzio, mentre i genitori dovrebbero aver raggiunto la nuora e i nipotini in Spagna.


Terribile il racconto fatto dalla moglie Martina ai colleghi. La coppia stava camminando sulla Rambla assieme ai figli: la più piccola nel marsupio con la mamma, il più grande teneva la mano in quella del papà. All'improvviso il furgone guidato dal terrorista rompe la passeggiata: Gulotta sarebbe stato tra i primi a essere travolto, morendo sull'asfalto sotto gli occhi della moglie e dei bambini.

Gulotta, appassionato di running e sport, era esperto di informatica. Stamani sul sito dell'azienda per cui lavorava, con sede a Legnano in via XX settembre, il country manager Roberto Buonanno dava notizia del decesso: "Aveva postato su Facebook le tappe del suo percorso e tutto sembrava procedere come uno si aspetterebbe da un viaggio di vacanza. Una foto da Cannes, una dalle Ramblas di Barcellona. E poi - scrive Buonanno - quello che nessuno si aspetta: la morte di un giovane uomo, padre e compagno di vita della madre dei suoi figli".

VIDEO Tv2000 - Parla il padre di Bruno Gulotta


Era originaria di Sasso di Castalda, comune di 900 abitanti del Potentino, Carmen Lopardo, l'80enne italo-argentina vittima dell'attentato di Barcellona. Era nata il 16 luglio del 1937 ed era andata via con la famiglia, originaria di Brienza, all'età di 13 anni dal
piccolo centro lucano.

Nonna e nipote portoghesi

Tra le vittime ci sono anche tre tedeschi, un cittadino canadese e una donna portoghese di 74 anni che abitava nella regione di Lisbona e che si trovava a Barcellona con la nipote di 20 anni, di cui purtroppo è stata confermata la morte.

La vittima fiamminga madre di due adolescenti

Aveva portato i figli adolescenti a Barcellona per vedere lo stadio del Barca di cui il più piccolo, Vic, è un grande tifoso, soprattutto per il suo idolo Messi. Elke Vanbockrijck, fiamminga di 44 anni residente nella cittadina di Tongres, è la vittima belga dell'attacco
terroristico sulla Rambla a Barcellona. Il marito, Guy Frederix, ispettore della polizia federale a Bruxelles che ha fatto parte della squadra per garantire la sicurezza del presidente Usa Donald Trump a maggio, non ha potuto fare niente per salvarla. La donna è stata uccisa sotto i suoi occhi, spazzata via dal camioncino killer. Elke, che lavorava all'ufficio postale di Tongres, era conosciuta da tutti in città. Era partita con il marito e i due figli Vincent e Gus di 11 e 14 anni, facendo uno stop in Francia a Nimes, per poi scendere a sud sino a Barcellona, dove il giorno dell'attentato erano appena all'inizio della vacanza e dove contavano di restare una settimana.

L'americano al primo anniversario di matrimonio

Jared Tucker di 42 anni, residente in California il cittadino americano morto nell'attentato di Barcellona. Il corpo del figlio è stato riconosciuto dalla moglie Heidi Nunes. La coppia si trovava a Barcellona per festeggiare il primo anniversario di nozze. Tucker lavorava con il padre e si occupava di installazione di piscine

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