venerdì 12 luglio 2019
Il sondaggio: resta alto il consenso a Bruxelles, ma l'Italia è il fanalino di coda. La partecipazione dei giovani è aumentata del 50%.
«Il 68% dei cittadini dei Ventotto soddisfatto dell'adesione all'Ue»
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In fondo, siamo ancora europeisti. Dati alla mano, in base a un sondaggio effettuato da Eurobarometro nelle settimane successive al voto del 23 - 26 maggio, l'affluenza fra i Ventotto è aumentata di un tondo 8% e chi è andato alle urne lo ha fatto con fiducia e buone aspettative verso le istituzioni con sede a Bruxelles e Strasburgo: il 68% dei cittadini europei, rivela infatti Eurobarometro, ritiene che il proprio Paese abbia avuto benefici dall'appartenenza all'Ue, mentre il 56% ritiene che la propria voce conti nell'Unione. "I cittadini hanno votato in queste elezioni europee sulla base di un sostegno molto forte per l'Ue e con una convinzione più forte che la loro voce abbia un peso", ha dichiarato il neo-presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

L'affluenza complessiva alle elezioni europee, come noto, ha raggiunto il 50,6% (+8% rispetto al 2014): si tratta della più alta partecipazione dal 1994. Un dato che, per la prima volta dal 1979, rappresenta un'inversione di tendenza nella partecipazione alle elezioni europee. Gli aumenti più significativi quelli di Polonia (+22%), Romania (+19%), Spagna (+17%), Austria (+15%) e Ungheria (+14%).

Una affluenza in crescita che ha riguardato molto significativamente pure i giovani, giudicati dagli analisti prima del voto dei "weak abstainers". Una tendenza, quella dell'astensionismo fondato su deboli motivazioni, che sembra dunque essere stata invertita: questo l'obiettivo della campagna di comunicazione "Stavolta voto" messa in campo dall'Europarlamento. La partecipazione dei giovani, infatti, è aumentata del 50% rispetto al 2014. Il sondaggio di Eurobarometro, commissionato dal Parlamento europeo e rivolto dal 7 al 26 giugno a quasi 28mila cittadini in tutta l'Unione Europea, registra un aumento del 34% dell'affluenza degli elettori in fascia di età 25-39 anni, passata dal 35% del 2014 al 47% (+12 punti).

Quanto al consenso dei cittadini all'Unione Europea, i primi dati diffusi da Eurobarometro confermano un gradimento elevato: il 68% degli intervistati (1% in più rispetto a febbraio/marzo 2019) è convinto che il proprio Paese abbia tratto beneficio dall'appartenenza all'UE. Se il Paese più "euroentusiasta" (91%) è la Lituania, si evidenzia chiaramente dai dati di Eurobarometro che l'Italia è il fanalino di coda con solo il 41% degli intervistati "eurosoddisfatti" e a ben 15 punti percentuale dal penultimo Paese, la Bulgaria. Una Unione Europea che raccoglie anche una forte legittimità democratica fra i cittadini dei Ventotto, se il 56% degli intervistati ritiene che la sua opinione conti in Europa. I meglio rappresentati - con l'86% - si sentono gli svedesi, mentre pensano che la loro voce conti a Bruxelles il 38% degli italiani al 24esimo posto frai Paesi Ue. Un'Italia che si conferma lontana da Bruxelles, anche se in coda sono i greci che si sentono rappresentati solo per il 30 %.

Infine, in base alle anticipazioni dello studio che verrà pubblicato per intero a settembre, questi i temi principali che hanno spinto a votare: l'economia e la crescita (44%), il cambiamento climatico (37%), e i diritti umani e la democrazia (37%). Il 36% degli intervistati ha citato "il modo in cui l'Ue dovrebbe lavorare in futuro" come questione di primaria importanza. La stagione delle deleghe in bianco, sia fra gli euroentusiasti che fra gli euroscettici, è definitivamente finita.

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