giovedì 24 maggio 2018
I punti «irrinunciabili». Così, al termine dell'Assemblea generale dei vescovi, il presidente della Cei. E sul ruolo dei cattolici: «Trovare forma per operare insieme»
Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (Ansa)

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei (Ansa)

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«Nessuna precomprensione, ma saremo molto vigili nei confronti di coloro che vanno al governo. Saremo coscienza critica». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano un parere sull'esecutivo in formazione, durante la conferenza stampa al termine dei lavori della 71esima Assemblea generale dei vescovi che si è chiusa oggi in Vaticano.

«Facciamo gli auguri al nuovo governo - ha detto - e chiediamo che diano prova di maturità e sappiano affrontare i problemi della gente. Una politica saggia, incisiva e giusta. Perché se la politica non è giusta non ci sarà mai pace».

Il cardinale ha poi elencato alcuni punti irrinunciabili per i vescovi: centralità della persona, famiglia, lavoro come mezzo fondamentale per la realizzazione della persona, attuazione della Costituzione, scelta chiara per la democrazia e per l'Europa, progressività fiscale con una maggiore tassazione delle attività speculative, lotta contro ogni forma di illegalità, inclusione e partecipazione.

«Ciò che è buono lo approveremo, ma ciò che va contro questi principi vedrà la nostra voce critica. Siamo disposti a collaborare ma senza forme di collateralismo».

Al professor Giuseppe Conte, presidente del Consiglio incaricato, il cardinale Bassetti ha quindi augurato da fiorentino di assorbire gli esempi di umanesimo integrale di grandi politici fiorentini come Giorgio La Pira e Piero Bargellini.

Rispondendo poi a una ulteriore domanda, il presidente della Cei ha parlato del ruolo dei cattolici in politica. «Il partito unico ebbe la sua stagione e le sue motivazioni, poi le cose si sono evolute e siamo arrivati all’inserimento dei cattolici nei vari partiti», che però «non ha portato gran frutto». In particolare, ha fatto notare il cardinale, «non avendo una coesione, i cattolici impegnati in politica non sono stati sempre una voce concorde sui principi della Chiesa e del Vangelo». Ma anche questa fase è superata. «Ora è importante che i cattolici abbiano la fantasia e la libertà di vivere insieme questi valori e di vedere come esprimerli. Nella società di oggi è necessaria anche la presenza dei cattolici, e se non trovano una forma per dirlo insieme, si rischia di essere inefficaci». Tuttavia, quale sia la forma «non sta a me dirlo», ha aggiunto Bassetti. Ma il ruolo della Cei sarà quello di «mettere più impegno nella formazione», attraverso la creazione di scuole della Dottrina sociale della Chiesa e di percorsi di avviamento alla politica.

Nel corso della conferenza stampa si è parlato anche della riduzione delle diocesi che, ha precisato il presidente della Cei, «sarà
un processo lungo, perché non basta una matita per cancellare. Si possono seguire vie intermedie come l’accorpamento di più diocesi che si mettono insieme e formano una metropolia, mettendo le strutture in comune ma senza smantellare la struttura delle diocesi». Il compito dei vescovi, dunque, sarà quello di mettere in atto «accorgimenti intelligenti», che «nel rispetto della sensibilità della gente, portino un po’ alla volta a questo cambiamento».

Infine la trasparenza nell’uso del denaro. Ci deve essere una «pedagogia della trasparenza». Bassetti ha ricordato che oggi ci sono criteri di trasparenza che nel passato non c’erano. «Il parroco era un ‘pater familias’ che teneva tutto lui il patrimonio, lo amministrava da solo e lo distribuiva secondo le necessità». Oggi, invece, la trasparenza passa anche attraverso organi come il consiglio per gli affari economici. «Non ci manca nulla per fare un buon bilancio - ha concluso il presidente della Cei - e distinguere ciò che va per lo stipendio del prete e ciò che deve andare per la parrocchia. Il Papa ci ha detto: continuate così e non tornate al passato».

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