giovedì 30 luglio 2020
Dal soccorso in mare ai ricorsi presentati al Tar, dagli esposti alla Procura fino al sequestro preventivo disposto dal Procuratore di Agrigento
Open Arms e l'inchiesta su Salvini: le tappe della vicenda
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In Senato si è discusso e votato sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Open Arms. Al termine della discussione in aula, i senatori hanno votato con procedimento elettronico: l’esito del voto sarà però comunicato alle 18 e i senatori che non hanno partecipato al voto elettronico potranno votare fino ad allora.

I senatori decideranno se Salvini debba essere processato o meno per i reati di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio, più nello specifico per aver impedito alla nave della ONG spagnola Open Arms di attraccare a Lampedusa nell’agosto del 2019, quando era ministro dell’Interno. Va ricordato che è la legge che prevede maggiori tutele per i ministri accusati di reati collegati all’esercizio delle loro funzioni. Inoltre, a bordo della Open Arms, quando le fu impedito di attraccare in Italia nell’agosto 2019, c’erano 151 migranti, tenuti bloccati in mare per 19 giorni anche dopo che il Tar del Lazio aveva sospeso il divieto stabilito da Salvini.

Un primo voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini c’era già stato, lo scorso 26 maggio, quando la Giunta per le immunità del Senato aveva respinto la richiesta del tribunale dei ministri di Palermo. Allora, la relazione del presidente della Giunta Maurizio Gasparri, contraria al processo, aveva ottenuto 13 voti favorevoli e 7 voti contrari e il risultato era diventato scontato dopo che Italia Viva aveva annunciato che non avrebbe partecipato al voto e dopo che il senatore Michele Giarrusso, espulso dal Movimento 5 Stelle e ora nel Gruppo Misto, aveva dichiarato il suo parere favorevole alla relazione di Gasparri. In quell’occasione, anche la senatrice del M5S Alessandra Riccardi aveva votato contro l’autorizzazione a procedere in dissenso rispetto alle indicazioni del suo gruppo parlamentare.

LE TAPPE DEL SOCCORSO IN MARE:

Tornando alla cronaca dei fatti del 2019 ecco, invece, quello che successe in mare nell'agosto 2019 e come si susseguirono gli eventi:

Il 1° agosto 2019 avviene al largo della Libia il primo soccorso, subito seguito da un secondo intervento; vengono salvate 124 persone in tutto. Già il 2 agosto è richiesto un porto di sbarco all’Italia , ma nello stesso giorno alla nave è applicato il decreto sicurezza bis e il divieto di entrare in acque italiane. Dopo il trasferimento per motivi medici di due persone e di un loro familiare, a bordo rimangono 121 persone: tra loro 32 minori, di cui 28 non accompagnati.


Il 9 agosto i legali di Open Arms, dopo aver depositato un ricorso presso il tribunale per i minori di Palermo in cui si chiede di sbarcare le persone, presentano una denuncia per verificare se con il blocco delle persone a bordo non si stia compiendo un reato.

Il 10 agosto viene effettuato un terzo salvataggio di 39 persone, mentre continuano i trasferimenti a causa delle condizioni di salute delle persone.

Il 12 agosto il tribunale dei minori di Palermo riconosce che si starebbe configurando un reato di respingimento alla frontiera e di espulsione di minori, e chiede spiegazioni al governo.


Il 13 agosto i legali di Open Arms presentano un ricorso al tribunale amministrativo (Tar) del Lazio contro il decreto sicurezza bis, emanato dal ministero dell’interno e cofirmato dai ministri dei trasporti e della difesa.


Il 14 agosto il Tar del Lazio sospende il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane, accogliendo il ricorso presentato dall’Ong spagnola: la nave fa rotta verso l’Italia, ma comunque non riceve un porto di sbarco.

Il 16 agosto viene presentato un nuovo esposto alla procura di Agrigento per omissione di atti d’ufficio e altri reati. Intanto a bordo cresce la tensione, diverse persone sono trasferite per motivi medici, alcune si gettano in acqua per la disperazione.

Il 20 agosto dopo diversi trasferimenti il procuratore di Agrigento sale a bordo della nave e dopo un paio d’ore decide di disporre lo sbarco e il sequestro preventivo d’urgenza della nave, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio. Il giorno stesso la nave attracca a Lampedusa con 83 persone a bordo.

A novembre Salvini viene indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio. A febbraio il tribunale dei ministri chiede al Senato l’autorizzazione a procedere. A maggio la Giunta per le immunità la respinge, l’Aula la approva. Ora il Gup di Palermo dovrà fissare l’udienza preliminare in cui sarà chiesto il processo o il proscioglimento dell’ex ministro.

Come riportato anche da Internazionale, infine, che secondo il tribunale dei ministri, Salvini avrebbe agito in autonomia, in contrasto con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, “sin da quando, apprendendo dell’intervento di soccorso posto in essere in zona Sar libica dalla Open Arms, coerentemente con la politica inaugurata all’inizio del 2019, adottava nei confronti di Open Arms, d’intesa con i ministri della difesa e delle infrastrutture e dei trasporti, il decreto interdittivo dell’ingresso o del transito in acque territoriali italiane, qualificando l’evento come episodio di immigrazione clandestina, a dispetto del riferimento alla situazione di difficoltà del natante su cui i soggetti recuperati stavano viaggiando”.

I giudici avevano allegato alla richiesta di autorizzazione un carteggio tra Conte e Salvini, mostrando che il presidente del consiglio “il 16 agosto rispondeva a una missiva del ministro Salvini, ribadendo con forza la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori presenti a bordo della Open Arms, anche alla luce della presenza della nave al limite delle acque territoriali (in effetti vi aveva già fatto ingresso) e potendo, dunque, configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento aggiungeva di aver già ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità di una pluralità di stati a condividere gli oneri dell’ospitalità dei migranti della Open Arms, indipendentemente dalla loro età. Invitava, dunque, il ministro dell’Interno ad attivare le procedure, già attuate in altri casi consimili, finalizzate a rendere operativa la redistribuzione”.



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