Caso Open Arms: il voto in Giunta e le conclusioni a tempo debito
mercoledì 27 maggio 2020

Gentile direttore,

ho appena letto l’articolo online su Avvenire.it: «Open Arms. Negata l’autorizzazione a procedere contro Salvini». Siamo alle solite: la Giunta del Senato ha sottratto ancora una volta un ex ministro al giudizio di un tribunale della nostra Repubblica… E poi ci si meraviglia se la maggior parte degli italiani si lamenta che la Politica difende il suo privilegio e la Magistratura non fa il suo lavoro! Le chiedo: ma siamo veramente in uno Stato di diritto? Le regole le dobbiamo solo rispettare noi cittadini impotenti, mentre i ministri di qualsiasi partito, l’hanno sempre vinta? Cordiali saluti a lei e alla sua redazione.

Alessandro Poletti


Le consiglierei, gentile lettore, di aspettare a tirare conclusioni. La decisione politica maturata ieri di rigettare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, ex ministro e senatore della Repubblica, è molto importante eppure non è definitiva. L’ultima parola sulla richiesta del Tribunale dei ministri di Palermo al Parlamento spetterà, infatti, all’Aula del Senato. Sarà, insomma, l’assemblea dei senatori a ratificare o meno la deliberazione assunta a larga maggioranza in Giunta per le immunità. Personalmente mi sono convinto che l’allora ministro Salvini nel caso della 'Open Arms' e del suo carico di dolente umanità abbia violato la legge, tenendo in ostaggio – come ho scritto più volte – persone 'colpevoli' solo di aver cercato scampo dalla Libia e di essere naufragate. E questo lo sanno tutti coloro che leggono 'Avvenire', così come sanno che non sono un giudice, che rispetto il lavoro dei magistrati e quello del Parlamento e che sono un garantista. Spero anch’io che il senatore Salvini, come ogni cittadino, stavolta possa rispondere del suo operato. Se il Parlamento stabilirà altrimenti, da cittadino ne prenderò atto, valuterò i motivi portati per giustificare una simile decisione e trarrò, come lei e al pari di ogni altro, le mie conclusioni sullo scudo politico ancora una volta garantito al leader leghista. Quelle conclusioni che oggi suggerisco di non precipitare.

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