mercoledì 14 agosto 2019
Conte chiede a Salvini lo sbarco, il ministro nega. Ma i giudici bacchettano il governo. Il Viminale annuncia ricorso e un nuovo divieto
Open Arms: Il Tar «boccia» il divieto d'ingresso e ordina lo sbarco
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Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Open Arms e ha disposto la sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane per permettere il soccorso delle persone a bordo. Lo rende noto la stessa Ong spagnola, la cui nave è da 13 giorni ferma al largo di
Lampedusa con 147 migranti a bordo, annunciando che dirigerà ora verso "il porto sicuro più vicino", ossia con tutta probabilità proprio Lampedusa. Il Viminale contesta la decisione e proporrà ricorso urgente al Consiglio di Stato. E per impedire lo sbarco è stato firmato un nuovo divieto d'ingresso.

Potrebbero comunque tentare di sbarcare i 503 tra uomini, donne e bambini soccorsi nelle ultime due settimane nelle acque del Mediterraneo da due Organizzazioni non governative. E' infatti possibile che il provvedimento venga esteso anche alla Ocean Viking. E, come previsto, le condizioni meteo stanno rapidamente peggiorando. Ogni momento è buono per la possibile svolta. La Ong sottolinea con soddisfazione "come, ancora una volta, dopo il Tribunale per i Minori, anche il Tar abbia ritenuto di dover intervenire per tutelare la vita e la dignità delle persone e abbia riconosciuto le ragioni della nostra azione in mare ribadendo la non violabilità delle Convenzioni Internazionali e del Diritto del Mare. Seguendo le indicazioni del Tar dunque, ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino in modo che i diritti delle 147 persone, da 13 giorni sul ponte della nostra nave, vengano garantiti".

Il Viminale contesta la decisione del Tar del Lazio sulla sospensione del divieto di ingresso in acque italiane della Open Arms e proporrà ricorso urgente al Consiglio di Stato. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini inoltre, si apprende, è pronto a firmare un nuovo provvedimento di divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane.

I magistrati smontano in due pagine l'initero decreto sicurezza . "Il ricorso in esame non appare del tutto sfornito di fondamento giuridico in relazione al dedotto vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti e di violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso". Secondo il Tar dunque il divieto d'ingresso sarebbe in violazione delle norme internazionali e, di conseguenza, della Costituzione italiana. Il Tribunale amministrativo rileva che "la stessa amministrazione intimata (ovvero il Ministero dell'Interno) riconosce, nelle premesse del provvedimento impugnato, che il natante soccorso da Open Arms in area SAR libica - quanto meno per l'ingente numero di persone a bordo - era in "distress", cioè in situazione di evidente difficoltà" e "per cui appare, altresì, contraddittoria la conseguente valutazione effettuata nel medesimo provvedimento, dell'esistenza, nella specie, della peculiare ipotesi di "passaggio non inoffensivo".

La situazione più grave è quella della Open Arms, al tredicesimo giorno di mare: a bordo sono rimasti in 147 dopo che ieri sera - su input del Viminale - sono stati evacuati in quattro, un bambino bisognoso di cure mediche e i suoi familiari. Ma la tensione cresce di ora in ora e monta il rischio di possibili risse, ha detto il fondatore della Ong Oscar Camps, in una intervista radiofonica: i 19 membri di equipaggio contengono a fatica i contrasti che nascono "sul cibo, su posti all'ombra o al sole, per la fila verso i bagni". Ora con le onde sempre più alte l'emergenza promette di diventare ancora più drammatica.

Ieri una speranza era arrivata dalla presa di posizione del Tribunale di Palermo che, in risposta ad un ricorso presentato il 7 agosto, aveva ribadito come i diritti dei numerosi minori a bordo vengono sistematicamente elusi ed equiparato il mancato ok allo sbarco ad un "respingimento" di fatto. Dal Tribunale è arrivata anche una richiesta di chiarimenti ai ministri competenti ma per adesso ancora niente sembra muoversi.

Situazione non migliore per la "Ocean Viking", che ieri pomeriggio ha lasciato le acque Sar libiche e puntato decisamente verso Italia e Malta: fonti del Viminale avevano spiegato che la nave aveva chiesto un "porto sicuro" a Tripoli e che la richiesta era stata accolta ma i responsabili di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere hanno chiarito a stretto giro di posta che riportare i migranti in Libia rappresenterebbe "una violazione del diritto internazionale".

Complessivamente, a bordo ci sono 356 persone, 92 delle quali minori non accompagnati: il che ripropone anche per Ocean Viking lo stesso problema denunciato da Open Arms. "Tutti i sopravvissuti, minori compresi - ha spiegato uno dei medici di Msf a bordo - affermano di essere stati torturati, sottoposti a elettrochoc, picchiati con armi e bastoni o bruciati con plastica fusa".

La richiesta di Conte, la risposta di Salvini

L'esigenza di fare sbarcare i migranti è arrivata al presidente del Consiglio: il ministro dell'Interno Salvini a Genova ha confermato che Giuseppe Conte, "mi ha scritto per lo sbarco di alcune centinaia di migranti a bordo di una nave Ong che è in acque straniere. Gli risponderò garbatamente che non si capisce perché debbano sbarcare in Italia".

Secondo la stessa Open Arms, il Tar del Lazio avrebbe disposto la sospensione del divieto d'ingresso nelle acque territoriali italiane della sua nave. Secondo la stessa Ong sulla base della decisione dei giudici "ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino in modo che i diritti delle 147 persone, da 13 giorni sul ponte della nostra nave, vengano garantiti".

Il tweet della Caritas: governo in crisi di umanità

"Questo governo è in crisi non perché manca una maggioranza, è in crisi perché manca di dignità. Non si possono lasciare cento bambini su una nave per due settimane. Non lo condividiamo e chiediamo che torni l'umanità"; lo dice Caritas Roma in un tweet.

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