venerdì 29 marzo 2019
Il rito nella Basilica di San Pietro ha aperto la "24 ore per il Signore" per la Quaresima
Papa Francesco si confessa (Ansa)

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Come in ogni Quaresima, eccoci anche quest'anno con l’appuntamento “24 Ore per il Signore”. Si tratta della sesta edizione. A dare il via all’iniziativa, promossa dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova Evangelizzazione, è papa Francesco che presiede una celebrazione penitenziale nella Basilica di San Pietro alle 17 di oggi venerdì. Il tema scelto per questa edizione è: “Neppure io ti condanno” (Giovanni 8,11).

«Senza Dio non si può vincere il male: solo il suo amore risolleva dentro, solo la sua tenerezza riversata nel cuore rende liberi». Papa Francesco ha da poco pronunciato queste parole della sua omelia, quando si accosta a uno dei confessionali della Basilica di San Pietro per essere confessato. Inginocchiato come un fedele qualunque.

Di lì a qualche minuto sarà lui stesso a entrare in confessionale per farsi tramite della misericordia di Dio nei confronti di undici penitenti provenienti dall’Italia, dalla Colombia, dal Vietnam e dalla Polonia. Ma gesti e parole dicono la stessa cosa. E cioè che per staccarci dal male «non basta il nostro impegno, occorre un amore più grande», l’amore di Dio, appunto. Perché «il male è forte, ha un potere seducente: attira, ammalia». Il Pontefice, dunque, ha voluto testimoniare che c’è bisogno di questo aiuto divino, dando per primo l’esempio e rivolgendo anche un appello affinché la confessione recuperi il posto che merita nella vita di ognuno.

Così ha preso il via, oggi pomeriggio, la VI edizione della "Ventiquattrore per il Signore", l’iniziativa che intende avvicinare i fedeli al sacramento della misericordia lungo tutto l’arco della giornata, comprese le ore notturne. Per questo nella Basilica Vaticana Francesco ha presieduto la celebrazione della Penitenza. E 80 confessori si sono resi disponibili per amministrare il Sacramento della misericordia ai fedeli presenti. Contemporaneamente lo stesso accadeva in tutte le diocesi del mondo.

«Il perdono ci dà un nuovo inizio, ci fa creature nuove, ci fa toccare con mano la vita nuova – ha detto il Papa nella sua omelia –. Il perdono di Dio non è una fotocopia che si riproduce identica a ogni passaggio in confessionale. Ricevere tramite il sacerdote il perdono dei peccati è un’esperienza sempre nuova, originale e inimitabile. Ci fa passare dall’essere soli con le nostre miserie e i nostri accusatori, come la donna del Vangelo, all’essere risollevati e incoraggiati dal Signore, che ci fa ripartire».

Il riferimento è infatti al brano dell’adultera, narrato nel Vangelo di Giovanni, posto come guida della VI edizione della "Ventiquattrore" e proclamato nel corso della celebrazione. Il Papa ha sottolineato: «Chiediamo la grazia di uno sguardo simile a quello di Gesù, chiediamo di avere l’inquadratura cristiana della vita, dove prima del peccato vediamo con amore il peccatore, prima dell’errore l’errante, prima della sua storia la persona».

Infine rivolgendosi ai fedeli Francesco ha incoraggiato a confessarsi spesso. Può venire, infatti un dubbio: «Confessarsi non serve, faccio sempre i soliti peccati». Ma il Signore, ha aggiunto il Pontefice, «ci conosce, sa che la lotta interiore è dura, che siamo deboli e inclini a cadere, spesso recidivi nel fare il male». Perciò ha invitato a capovolgere la prospettiva. Dio infatti ci propone di cominciare a essere recidivi nel bene, nel chiedere misericordia. Sarà lui a risollevarci e a fare di noi creature nuove. Ripartiamo allora dalla confessione, restituiamo a questo Sacramento il posto che merita nella vita e nella pastorale».

Papa Francesco si è poi trattenuto a lungo in confessionale, impartendo il Sacramento ai penitenti che gli si sono avvicinati, mentre nella Basilica i fedeli pregavano in silenzio o coralmente o ascoltando canti e brani tratti da meditazioni e discorsi. «Entriamo in questo incontro di salvezza», aveva auspicato poco prima il Pontefice. Moltissimi hanno ascoltato il suo invito.

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