lunedì 7 marzo 2022
Che cosa rappresenta la lettera "Z" e quale è il suo significato. Dai carri armati russi alle magliette, dalle fermate del bus alle auto: chi sostiene Putin lo fa capire così
L’affronto dell’atleta russo: perché sul podio con la Z simbolo dell'invasione

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La si vede sui carri armati russi, sulle magliette indossate dai ragazzi a Mosca, disegnata sulle fermate degli autobus a San Pietroburgo. Che cosa rappresenta la lettera "Z" e quale è il suo significato? Quando questo simbolo è stato avvistato per la prima volta?

La lettera "Z" è stata avvistata per la prima volta il 22 febbraio, sui veicoli russi che sono entrati nella regione di Donetsk. Ci sono dei tweet che affermano che il simbolo potrebbe essere un modo per delineare le fanterie. Ed è apparso anche sui veicoli in Crimea, quando è stata annessa alla Russia nel 2014, secondo il quotidiano britannico The Independent.

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Su Twitter lo studioso Kamil Galeev ha spiegato che la "Z" è una lettera che i militari russi stanno utilizzando per marchiare i loro veicoli corazzati e mezzi pesanti in partenza per l'Ucraina e fungono da segnali ai colleghi russi per identificare i propri veicoli nella zona di guerra. In altre parole, per non finire per sbaglio, sotto il fuoco amico. "Alcuni interpretano la "Z" come "Za pobedy" (per la vittoria). Altri - come "Zapad" (ovest)", ha twittato lo studioso russo. Un'altra versione è che si alluda all'iniziale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, un po' come si scrive il nome del nemico di turno sui missili destinati ai bombardamenti aerei.



Oltre a marchiare i mezzi pesanti, la lettera "Z" ha cominciato a venire utilizzata da politici, attivisti e influencer a favore del presidente russo per mostrare il loro sostegno alla guerra: esiste anche un merchandising con la lettera "Z" che viene venduto da Russia Today, il canale televisivo finanziato dal Cremlino e al momento bloccato in Italia. Viene dichiarato che il ricavato delle vendite verrà devoluto a un ente di beneficenza che sostiene i "figli della guerra".

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Il ministero della Difesa di Mosca ha rilasciato una dichiarazione che sembra minimizzare la campagna di propaganda lanciata attraverso la lettera "Z", con la quale, si intenderebbe soltanto richiamare al significato di "vittoria".
I social network però continuano a essere pieni di "Z": il simbolo ha trovato molti sostenitori. Molti civili e imprenditori russi stanno mettendo la "Z" sulle loro auto senza essere costretti. Molti sostenitori dell'invasione della Russia in Ucraina indossano anche delle magliette con la "Z". Di fatto, questa lettera dell'alfabeto negli ultimi 10 giorni sembra essere diventato un simbolo della nuova ideologia russa e dell'identità nazionale. E proprio perché così connotata rischia di essere bandita dal mondo della moda occidentale e non solo.

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L'ultimo casus belli, almeno in ordine cronologico, è avvenuto nel weekend prima del divieto imposto dalla Fédération Internationale de Gymnastique (FIG) dal 7 marzo 2022. La federazione internazionale aveva accolto la richiesta del CIO di sospendere l’attività agonistica per gli atleti russi in seguito all'invasione nei confronti dell’Ucraina e al conflitto che ne è scaturito: in occasione delle ultime gare non potevano indossare colori e simboli che rimandassero alla loro nazione come sanzione prima dello stop delle attività. E così è andata fino alla premiazione durate la finale di Coppa del Mondo di ginnastica artistica che si è svolta a Doha, in Qatar. In questa occasione, il ginnasta russo Ivan Kuliak, che ha partecipato alla finale delle parallele, ha indossato la lettera "Z" sul body durante la gara e la premiazione: questo era il suo modo, piuttosto intimidatorio, di coprire lo stemma della Russia ma di omaggiare al tempo stesso la scelta di Vladimir Putin di scatenare un conflitto armato sul territorio ucraino.

Per onor di cronaca sul podio, accanto al russo, o meglio sul primo gradino del podio vi era un ginnasta ucraino, Illia Kovtun. Forse anche per questo quella "Z" tanto esibita è sembrato come un pugno in faccia non solo all'atleta ucraino ma agli stessi valori universali di fratellanza dello sport.

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