mercoledì 31 agosto 2022
Mentre la Russia minaccia di lasciare al freddo i Paesi dell'Unione Europea, Budapest annuncia di essere "al sicuro" per l'inverno
Il quartier generale di Gazprom a San Pietroburgo

Il quartier generale di Gazprom a San Pietroburgo - Ansa

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Mentre la Russia minaccia di tagliare le forniture di gas dirette in Unione Europea, chiudendo il gasdotto Nord Stream per 3 giorni "per manutenzione", l'Ungheria "strappa" firmando un contratto con la russa Gazprom "per la fornitura di massimo 5,8 milioni di metri cubi circa di gas naturale in più su base giornaliera, in aggiunta alla quantità contrattuale già in essere". L'ha annunciato in un tweet Zoltan Kovacs, portavoce del premier ungherese Viktor Orban. "L'approvvigionamento energetico dell'Ungheria - scrive - è sicuro".

A causa dell'aumento dei costi dell'energia e del calo del numero di visitatori, circa la metà delle terme operative in Ungheria, tra le più celebri in Europa, rischia di chiudere entro il prossimo inverno, ha denunciato il presidente dell'Associazione delle terme magiare, Zoltan Kantas. Secondo i media di Budapest, i costi di esercizio delle terme sono già saliti del 30% quest'anno, in gran parte a causa dell'aumento del 260% dei prezzi dell'energia, collegati a quello del gas naturale.

L'amministratore delegato di Gazprom, Alexey Miller, stima che i prezzi del gas potranno superare i "4.000 dollari per 1.000 metri cubi nei periodi di picco invernale". L'attuale crisi del gas, scrive sul canale Telegram del colosso russo del gas, è il "risultato delle decisioni normative europee e della politica delle sanzioni". E aggiunge che le esportazioni di Gazprom per gli 8 mesi "verso i mercati chiave al di fuori della Russia", ovvero in Cina, "hanno raggiunto 82,2 miliardi di metri cubi. La produzione di gas da gennaio ad agosto ha raggiunto i 288,1 miliardi di metri cubi".

Attualmente il prezzo del gas è di 241 euro al megawattora, con un'inversione di rotta (-9%) dovuta all'ottimismo del mercato su un accordo europeo per il decoupling e il tetto a prezzo.

Intanto le scorte italiane sono arrivate a un rassicurante 81,93%, ma 'Istat rivela che in un anno i prezzi alla produzione sono aumentati del 36,9% e l'inflazione dell'8,4%.

La chiusura del Nord Stream 1 era annunciata da tempo. Ufficialmente deve essere dal 31 agosto al 2 settembre, per riparare una turbina. Ma nessuno in Europa dubita che sia un pretesto per Mosca per rallentare gli stoccaggi e far schizzare in alto i prezzi. E nessuno è certo che il rubinetto sarà riaperto fra tre giorni. Deciderà Putin, sulla base delle sue esigenze belliche.

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