sabato 18 maggio 2019
Accanto al cadavere di padre Cecilio Pérez, la «Mara» ha lasciato un biglietto con scritto: «Non aveva pagato il pizzo»
Padre Cecilio Pérez era parroco di San José la Majada

Padre Cecilio Pérez era parroco di San José la Majada

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«Non ha pagato la quota». Il biglietto è stato trovato accanto al corpo di padre Cecilio Pérez, parroco di San José la Majada, nella provincia di Sonsonate, nell’occidente salvadoregno. Sotto, la firma dei killer: «Ms13», ovvero Mara Salvatrucha, potente gang criminale che tiene in ostaggio le periferie emarginate del piccolo e violento Paese centroamericano, dove lo Stato è debole e la gente non ha i mezzi per proteggersi. La “mafia dei poveri”, la chiamano. Esclusa dal narcotraffico internazionale – appannaggio dei cartelli messicani –, la Ms13 sopravvive dalle estorsioni sui settori popolari, già in miseria. Spremendo perfino gli abitanti, la banda guadagna 31 milioni di dollari all'anno, quanto i narcos messicani incassano in una settimana. Contro questo sistema perverso – che costringe i più poveri all’esodo in massa verso gli Usa – si batteva padre Pérez. Con l’esempio. Per questo il sacerdote aveva scelto di non pagare il “pizzo”. E ha pagato con la vita il suo coraggio. A scoprire il cadavere nella casa parrocchiale sono stati i fedeli, arrivati all’alba per il Rosario. Padre Cecilio è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte tra venerdì e sabato. Non è la prima volta, che le gang attaccano un sacerdote: il 29 marzo 2018 era toccato a padre Walter Vázquez. Finora, però, la parte occidente di El Salvador era considerata relativamente più sicura. Padre Pérez il nono sacerdote assassinato nel 2019 secondo i dati de “Il sismografo”. Venerdì, in Burkina Faso, era stato ucciso il salesiano spagnolo Fernando Hernández.

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