venerdì 14 gennaio 2022
Sui social scatta la gara di solidarietà per aiutare il contadino nigeriano Saidu Faskari. Le critiche: così si alimenta il business dei sequestri
Vende il tetto di casa sua per pagare il riscatto del figlio rapito

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Smonta il tetto vendendo mattoni e lamiere di alluminio per poter pagare il riscatto per il figlio rapito. E per il suo gesto, finito in un video divenuto virale, riceve donazioni a profusione.

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La storia arriva dalla Nigeria e in particolare dallo Stato di Katsina e per protagonista ha un contadino. Secondo quanto riportato sui social, il suo nome è Saidu Faskari e ha 65 anni. Il video nel quale si vede Faskari fare il suo appello è stato girato da Ibrahim M. Bawa, un vicino di casa, che è anche un giornalista locale.


La campagna di solidarietà, partita sui social e su internet, doveva permettere di mettere insieme 100mila naira, quasi 250 dollari, la somma richiesta dai rapitori per liberare il figlio diciassettenne del contadino. In principio a essere sequestrato era stato lo stesso Saidu Faskari.
Quando il figlio aveva portato ai rapitori i 50mila naira chiesti per il riscatto, nel dicembre scorso, questi avevano deciso di rilasciare il padre catturando però il ragazzo.

La storia è stata rilanciata dal Premium Times e ripresa anche dalla Bbc: va precisato che nei giorni scorsi Saidu Faskari aveva chiesto di non inviare più soldi perché aveva ormai ottenuto la somma necessaria. Non sono mancati episodi truffaldini di persone che fingevano - sempre sui social - di essere Saidu Faskari approfittando della sua effimera fama per ottenere soldi al posto suo.

Gran parte dei giornalisti e dei donatori sperano che l'uomo possa presto riabbracciare il figlio, ma non sono mancate alcune critiche sempre sui social perché l'operazione di crowfunding - quasi involontaria di Faskari che inizialmente non voleva chiedere soldi ma era pronto, invece, a vendere il tetto di casa sua -, in qualche maniera avrebbe alimentato il traffico dei rapitori.
Quello dei sequestri resta intanto un business in Nigeria, in particolare nelle regioni del nord, dove operano sia il gruppo ribelle Boko Haram sia uomini armati definiti alternativamente "banditi" o "terroristi" e coinvolti anche in rapimenti di studenti.
Secondo quanto riportato dall'agenzia Dire, questo mese, la polizia nigeriana aveva annunciato la liberazione di 90 ostaggi abbandonati in una zona di savana nello Stato nord-occidentale di Zamfara. Tra le persone sequestrate, probabilmente con lo scopo di chiedere un riscatto collettivo, anche bambini e donne incinte.

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