venerdì 8 luglio 2022
L’accusa di Kiev: «I russi si dilettano ai giochi della fame con il mondo».
Il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov (al centro) alla cena di gala del vertice boicottata dagli esponenti del G7

Il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov (al centro) alla cena di gala del vertice boicottata dagli esponenti del G7 - Reuters

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«Hunger games». La Russia sta giocando con il mondo i «giochi della fame» (titolo del romanzo di Suzanne Collins), provocando di fatto una crisi alimentare mondiale di cui non si intravedono gli esiti. L’accusa è risuonata ieri in un discorso del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba durante il vertice dei ministri degli Esteri del G20 a Bali, un vertice in cui si è andato cristallizzando il gelo tra l’Occidente e la Russia, che ha anche minacciato dure ritorsioni contro l’Ue e la Lituania se non si risolverà il blocco delle merci verso Kaliningrad.

Sul grano, come ha sottolineato Kiev, da un lato la Russia mantiene il blocco navale dei porti ucraini, impedendo l’export dei cereali, dall’altro scarica le colpe sull’Ucraina. «La Russia vede la dipendenza di altri Paesi da qualsiasi tipo di risorsa come una debolezza e un invito a usare questa dipendenza come leva per il guadagno della Russia», ha detto Kuleba aggiungendo che l’Ucraina è stata essenziale per la sicurezza alimentare mondiale per decenni, ma ora viene «attaccata, bombardata e saccheggiata dai criminali russi»

La guerra in Ucraina, come era prevedibile, ha dominato il summit, il primo incontro multilaterale in cui ha presenziato il capo della diplomazia di Mosca, Sergeij Lavrov, dallo scoppio della guerra del 24 febbraio. I rappresentanti dei Paesi del G7, però, hanno disertato l’altra sera la cena proprio per la presenza di Lavrov, che ieri ha «ricambiato» non partecipando alla sessione del pomeriggio e dopo aver detto ai suoi omologhi che l’invasione russa dell’Ucraina non è alla base della crisi globale alimentare e che le sanzioni progettate per isolare la Russia equivalevano a una dichiarazione di guerra. Lavrov ha quindi aperto a colloqui sul grano con i rappresentanti di Ucraina e Turchia, mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha evidenziato che l’Occidente ha fallito nel tentativo di isolare la Russia. «I Paesi del G7, guidati dagli Stati Uniti, hanno cercato di trasformare la riunione dei ministri degli Esteri del G20 (a Bali, ndr) in un’altra cabala, in un altro scandalo, ma non ci sono riusciti», ha aggiunto.

In quella che è stata definita una tesa riunione a porte chiuse, è stato il segretario di Stato Usa Antony Blinken ad affondare il colpo contro Mosca. «Per i nostri colleghi russi: l’Ucraina non è il vostro Paese, il suo grano non è il vostro grano. Perché state bloccando i porti? Dovete far uscire il grano», l’esortazione d Blinken, che ha anche attaccato Mosca per l’esiguità dei suoi contributi al Programma alimentare mondiale dell’Onu. Prima dello scontro, in qualità di «padrona di casa», la ministra degli Esteri indonesiana, Retno Marsudi, aveva esortato i colleghi a «mettere fine alla guerra al più presto e risolvere le differenze al tavolo negoziale non sul campo di battaglia».

Ma i segni di distensione sono stati pochi e Blinken e gli altri capi delle diplomazie occidentali si sono rifiutati anche di farsi fotografare con Lavrov per la tradizionale foto del vertice. Secondo Blinken, se il G20 vuole mantenere la sua rilevanza, deve chiedere conto alla Russia delle sue azioni in Ucraina e, allo stesso tempo, approntare un programma alimentare globale. «Se l’Occidente non vuole che si svolgano colloqui, ma desidera che l’Ucraina sconfigga la Russia sul campo di battaglia, poiché sono state espresse entrambe le opinioni, allora, forse, non c’è nulla di cui parlare con l’Occidente», la risposta di Lavrov.

L’Ucraina è il quarto esportatore di grano al mondo, ma il blocco dei suoi porti ha conseguenze devastanti sull’economia globale. Tutti i partecipanti al vertice si sono detti preoccupati. A vedere Lavrov in un bilaterale giovedì era stato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, secondo il quale Pechino è impegnata affinché non si arrivi a una «nuova Guerra fredda». Al G20 era presente anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio. «Si profila la più grande crisi alimentare dalla fine della Seconda guerra mondiale – ha osservato il titolare della Farnesina –. La Russia sta bombardando i silos di grano e bloccando i porti», ma «le esportazioni ucraine devono riprendere ora e qualsiasi soluzione è benvenuta».

Sulla questione di Kaliningrad, Mosca ha fatto sapere di aver preparato misure di ritorsione contro Lituania e Ue e che inizierà ad attuarle a meno che non si risolva a breve il blocco del transito delle merci verso l’enclave russa. «Non aspetteremo all’infinito – ha avvertito Zakharova –. Avvisiamo ancora una volta che, se la situazione non si stabilizza nei prossimi giorni, la Russia adotterà misure dure nei confronti della Lituania e dell’Ue. La risoluzione del problema si è protratta per troppo tempo», ha precisato.

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