lunedì 24 aprile 2017
Tasso di partecipazione al 78,2%, più alto del previsto. Potrebbe essere legato anche all’effetto dell’attentato jihadista di giovedì scorso sugli Champs-Elysées
Macron ha vinto il primo turno delle presidenziali francesi 2017 (Ansa)

Macron ha vinto il primo turno delle presidenziali francesi 2017 (Ansa)

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Storico scossone nella politica francese, abituata da decenni allo scontro fra il centrodestra gollista e la sinistra socialista. Al ballottaggio presidenziale del prossimo 7 maggio, si scontreranno questa volta il centrista europeista Emmanuel Macron e l’ultranazionalista xenofoba Marine Le Pen.

A soli 39 anni, Macron, ex ministro dell’Economia, ha ottenuto il 24,01% dei suffragi, contro il 21,30% per Le Pen, secondo lo spoglio definitivo comunicato dal Ministero dell’Interno. Primo dei battuti il leader neogollista François Fillon (20,01%), mentre il socialista Benoît Hamon, «erede» del presidente in carica François Hollande, ha vissuto un’autentica débâcle, restando sotto il 7% dei suffragi, molto indietro anche rispetto al leader della sinistra anticapitalista Jean-Luc Mélenchon (19,58%), non lontano dalla qualificazione.

Il tasso di partecipazione del 78,2%, più alto del previsto, potrebbe essere legato anche all’effetto dell’attentato jihadista di giovedì scorso sugli Champs-Elysées, che ha probabilmente provocato in extremis un sussulto civico fra gli elettori inizialmente meno motivati.

L’atipico centrista Macron, fondatore l’anno scorso del movimento politico En marche! (In cammino), appare ormai più che largamente favorito. Tutte le proiezioni per il ballottaggio gli danno oltre 20 punti di vantaggio. Fin da ieri, dopo aver incassato una sconfitta che potrebbe stravolgere molti equilibri della politica transalpina, i principali leader neogollisti e socialisti sconfitti hanno chiesto di votare Macron per arginare l’ultradestra antieuropea.

Ma i detrattori di Macron assicurano che in ogni caso avrà molte difficoltà per ottenere una solida maggioranza parlamentare, in occasione delle elezioni legislative di giugno.

Per il momento, tirano un profondo sospiro di sollievo gli europeisti non solo francesi. Macron, in mezzo a un tripudio di bandiere transalpine ma anche dell’Ue, ha subito ribadito ieri di voler rilanciare la costruzione politica europea. Il leader centrista si presenta come un innovatore deciso a «far entrare la Francia nel XXI secolo» in termini di ricette economiche e di moralizzazione della vita politica, dopo gli scandali degli ultimi anni che hanno investito la destra e la sinistra. Dietro al successo del nuovo astro della politica transalpina, la mobilitazione di tanti giovani e giovanissimi.

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