giovedì 28 febbraio 2019
I primi rapporti di Facebook, Google e Twitter non rispettano il Codice di condotta contro la disinformazione. Già rimossi oltre 300 account «legati a dipendenti di Sputnik»
(foto di archivio Ansa)

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"Le campagne elettorali in vista delle europee inizieranno a marzo", pertanto "incoraggiamo le piattaforme online ad accelerare i loro sforzi, poiché siamo preoccupati per la situazione. Invitiamo dunque Facebook, Google e Twitter a fare di più in tutti gli Stati membri per contribuire a garantire l'integrità delle elezioni a maggio 2019". Il richiamo viene dal vicepresidente della Commissione europea Andrus Ansip, assieme a Vera Jourova, commissario alla Giustizia, Julian King, commissario per l'unione della sicurezza e Mariya Gabriel, commissario europeo per l'economia e la società digitale.

Un monito, in occasione della pubblicazione dei rapporti delle tre piattaforme sui progressi compiuti da gennaio scorso e sui loro impegni per continuare a combattere la disinformazione. Facebook, Google e Twitter sono infatti firmatarie del Codice di condotta contro la disinformazione e sono state invitate a riferire ogni mese sulle loro azioni prima delle elezioni del Parlamento europeo nel maggio 2019. La Commissione, con tale accordo, ha chiesto alle piattaforme di ricevere dettagliati rapporti in modo da poter monitorare la collocazione della pubblicità on-line, la trasparenza della propaganda politica, la chiusura degli account falsi e la segnalazione dei "bot", i programmi che simulano messaggi prodotti da utenti umani. Un Codice che, nonostante le dichiarazioni di intenti, risulta in parte disatteso.

La Commissione precisa che Facebook, per quanto riguarda il mese di gennaio, non ha specificato le iniziative intraprese per monitorare i posizionamenti degli annunci pubblicitari dopo che aveva annunciato entro marzo l'istituzione di un archivio paneuropeo per la pubblicità politica. Il rapporto fornisce un aggiornamento sui casi di interferenza da parte di Paesi terzi negli Stati membri dell'Ue, ma non riporta il numero di account falsi rimossi per attività ostili all'Unione europea. Facebook, si legge nel rapporto trasmesso alla Commissione, ha rimosso in gennaio 364 pagine e account "legati a dipendenti di Sputnik, un'agenzia di stampa con sede a Mosca". Alcune delle pagine "postavano con frequenza commenti su argomenti come sentimenti contrari alla Nato, movimenti di protesta e anticorruzione". Gli account e le pagine rimosse erano attivi "come parte di una rete che aveva origine in Russia e operava nei Paesi Baltici, Asia Centrale, Caucaso e Paesi dell'Europa Centro Orientale". Facebook ha pure rimosso 783 pagine, gruppi e account legati all'Iran e 207 pagine Facebook, 800 account, 546 gruppi e 208 account Instagram attivi in Indonesia, legati al gruppo indonesiano Saracen.

Google, afferma sempre la Commissione, ha fornito i dati sulle azioni messe in campo nel mese di gennaio per controllare i posizionamenti degli annunci nell'Ue suddivisi per Stato membro. Tuttavia, le cifre "non sono sufficientemente specifiche" e "non chiariscono la portata delle azioni intraprese" contro la disinformazione e contro la pubblicità ingannevole.

Secondo la Commissione, Twitter non ha fornito alcun parametro sui propri impegni per migliorare il controllo dei posizionamenti degli annunci. Sulla trasparenza degli annunci politici, contrariamente a quanto annunciato a gennaio, ha rinviato la decisione fino al rapporto di febbraio. E sull'integrità dei servizi erogati "non ha riferito sui dati per misurare i progressi fatti".


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