martedì 19 febbraio 2019
Marjory Van Den Broeke, dal 15 gennaio 2018 capo di uno specifico ufficio del Parlamento europeo, la “rebuttal unit”, spiega la strategia in vista delle elezioni di fine maggio
Marjory Van Den Broeke (foto Sir, Marco Calvarese)

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“Se le persone non sono più in grado di distinguere tra bugie e verità, allora la democrazia e la vita morale delle persone sono in grande pericolo”: è questo il principio che ispira il lavoro dell’olandese Marjory Van Den Broeke, dal 15 gennaio 2018 capo di uno specifico ufficio del Parlamento europeo, la “rebuttal unit”, chiamata a mettere in rilievo, contrastare e smentire le informazioni false, distorte o fuorvianti riguardanti l’Assemblea parlamentare.

È un compito non semplice ma cruciale in vista delle elezioni del maggio prossimo, parte di una lotta contro la disinformazione che l’Ue ha avviato a vari livelli nel 2015 e che mira a garantire la libertà e la lealtà dei processi democratici, in primis le elezioni. È la sottile linea di confine tra la libertà di espressione, valore fondamentale nell’Ue, e la manipolazione dell’opinione pubblica attraverso parole scritte o twittate da chi vuole fare profitto o ingannare intenzionalmente.

Il Sir ha chiesto a Marjory Van Den Broeke di fare il punto sulla situazione.

Quali sono i rischi più seri per l’informazione in questa campagna elettorale?

A partire dalle elezioni presidenziali americane del 2016 tutti sono diventati più consapevoli che esistono rischi e avvengono cose “strane”, ma non abbiamo certezze. Sul piano informatico lavoriamo perché il sistema del Parlamento sia sicuro e protetto, preparandoci in modo particolare per la notte delle elezioni, il 26 maggio. Per rafforzare la sicurezza informatica a livello nazionale è stata attivata una rete tra le autorità competenti insieme alla Commissione europea. Quanto alla disinformazione, invece, la questione è molto delicata: assistiamo a tentativi di prendere un argomento (l’immigrazione è un esempio eccezionale) e far esplodere un caso o distorcerlo a tal punto da renderlo fake news. I governi dell’Ue a dicembre hanno adottato un piano d’azione contro la disinformazione, secondo cui le istituzioni dell’Ue e gli Stati membri sono chiamati a collaborare su diversi fronti. Come Parlamento ora lavoriamo insieme alla Commissione e al Servizio di azione esterna per scambiare competenze, unire le forze, condividere esperienze e ragionare insieme su quali siano le principali criticità. Rispetto al Parlamento abbiamo verificato che più che una falsa informazione, c’è una sorta di generale, grande notizia negativa sull’Ue.

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