giovedì 9 maggio 2019
«Vogliamo un'Europa forte e integrata. Dunque abbiamo bisogno di un'Unione Europea capace di riformarsi»
(Ansa)

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«Vogliamo un'Europa forte e integrata. Dunque abbiamo bisogno di un'Unione Europea forte, un'Unione dotata di istituzioni comuni, un'Unione che riesamina costantemente con occhio critico il proprio lavoro ed è in grado di riformarsi». È l'appello di 21 Capi di Stato europei in vista delle elezioni, nel quale si afferma che «quest'Europa ha necessità di un vivace dibattito politico su quale sia la direzione migliore per il futuro, a partire dalla base fornita dalla Dichiarazione di Roma del 25 marzo 2017».

«La nostra Europa, insieme, può affrontare le sfide. In questi mesi, più che in passato, l'Unione Europea si trova ad affrontare grandi sfide. Per la prima volta da quando il processo di integrazione europea è iniziato, alcuni parlano di ridimensionare certe tappe dell'integrazione, come la libertà di movimento o di abolire istituzioni comuni. Per la prima volta uno Stato membro intende lasciare l'Unione. Al contempo, altri invocano maggiore integrazione all'interno dell'Unione o dell'Eurozona oppure un'Europa a più velocità. Su questi temi esistono differenze di opinioni sia tra i cittadini che tra i Governi degli Stati membri, così come tra noi Capi di Stato. Ciononostante, tutti noi siamo d'accordo che l'integrazione e l'unità europea sono essenziali e che vogliamo che l'Europa continui come Unione». «Solo una comunità forte - scrivono i Capi di Stato - sarà in grado di affrontare le sfide globali dei nostri tempi».

«L'Europa - scrivono i 21 Capi di Stato nell'appello - è in grado di sostenere il peso di un dibattito che includa un'ampia gamma di opinioni e di idee. Ma non si deve ritornare a un'Europa nella quale i Paesi siano avversari piuttosto che partner alla pari». «Siamo tutti europei - affermano - Ormai da tempo per molti in Europa, soprattutto tra le nuove generazioni, la cittadinanza europea è divenuta una seconda natura. Per loro non è una contraddizione amare il proprio villaggio, la propria città, regione o nazione ed essere al contempo convinti europeisti». Quindi l'appello finale: «La nostra Europa unita ha bisogno - ribadiscono - di un voto forte da parte dei popoli, ed è per questo che vi chiediamo di esercitare il vostro diritto a votare. È un voto sul nostro comune futuro europeo».

Tra i firmatari figurano i presidenti di Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Mancano le monarchie, perché tradizionalmente i reali firmano documenti di questo tipo.

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