mercoledì 23 dicembre 2015
Considerando i nuovi ingressi e le uscite, nel secondo semestre dell'anno in corso, per ogni 1.000 aziende, si creeranno ben 530 posti di lavoro in più. Questo quanto emerge dall'Osservatorio Mecspe realizzato da Senaf in occasione della fiera internazionale delle tecnologie per l'innovazione (a Fiere di Parma il 17-19 marzo 2016). I profili più ricercati sono quelli di conduttori di impianti e macchinari (34,2%) e operai specializzati (25,6%).
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Dalle imprese della meccanica e della subfornitura, punto di riferimento per l'industria manifatturiera italiana, arrivano importanti segnali positivi sul fronte occupazionale. Considerando i nuovi ingressi e le uscite, nel secondo semestre dell'anno in corso, per ogni 1.000 aziende, si creeranno ben 530 posti di lavoro in più. Questo quanto emerge dall'Osservatorio Mecspe realizzato da Senaf in occasione di Mecspe, la fiera internazionale delle tecnologie per l'innovazione (a Fiere di Parma il 17-19 marzo 2016), evento che darà la possibilità agli imprenditori di trovare prodotti all'avanguardia, tecnologie innovative, partner con cui sviluppare occasioni di business e soluzioni per migliorare la propria produzione.Nella seconda metà del 2015, infatti, sono ben tre aziende su dieci (30,8%) a dichiarare di voler aumentare il numero dei propri dipendenti, mentre il 64% prevede di mantenerlo stabile: un dato positivo che si somma alle assunzioni fatte dal 37,4% degli imprenditori nei primi sei mesi dell'anno. Inoltre, anche l'attesa di crescita del mercato in cui operano nei prossimi tre anni, segnalata da oltre la metà delle imprese (55,5%), rappresenta un'ulteriore indicazione della visione favorevole degli imprenditori. "I numeri emersi dall'Osservatorio Mecspe non fanno che confermare che ci troviamo di fronte a un mercato solido che sta ripartendo - afferma Emilio Bianchi, direttore di Senaf - e lo fa puntando sul capitale umano. Un contributo è arrivato sicuramente dall'introduzione del Jobs act, che è stato un accelerante, e che ha aiutato quasi sei imprese su dieci nelle nuove assunzioni. Ma se è vero che lo Stato ha creato i presupposti per favorire la crescita delle aziende, per fare la differenza, in un contesto sempre più competitivo, bisogna costantemente investire sulla formazione dei propri dipendenti".L'indagine sullo scenario, che riguarda in prevalenza aziende con fatturati inferiori ai dieci milioni di euro (82%) e che occupano meno di 50 dipendenti (84%), evidenzia, infatti, ancora una volta, come i più soddisfatti dell'andamento della propria impresa siano gli imprenditori che hanno puntato sull'innovazione e sulla formazione.Sono quasi nove su dieci (86,1%) ad aver investito nel I semestre nell'aggiornamento dei propri dipendenti, e uno su cinque (21,6%) aumenterà nella seconda parte dell'anno il budget dedicato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. In particolare, il 30,7% ha dedicato "fino a 10 ore", il 23% "tra le 11 e le 20", il 14,3% "tra le 21 e le 30" e "oltre le 31 ore" il 18,1%. "Seppure la situazione macroeconomica non mostri ancora una netta ripresa, le imprese della meccanica e della subfornitura hanno fatturati in crescita e ordinativi adeguati alle esigenze finanziarie, il che porta gli imprenditori a essere soddisfatti del proprio andamento aziendale. Soddisfatti ma alla continua ricerca di margini di miglioramento. Proprio per questo, sireinvestono ampie fatte di fatturato in asset strategici quali formazione e innovazione, cercando personale con competenze specifiche, in grado di fare la differenza, in un contesto che richiede specializzazione ed eccellenza nella produzione", prosegue Bianchi.Ma quali sono gli strumenti che le imprese utilizzano per la ricerca di operai e tecnici specializzati? Il 45,3% si affida alle agenzie di ricerca del personale, ma anche la scuola è un punto di riferimento importante e in particolare gli Istituti tecnici (36%) e gli Istituti/Scuole professionali (28,4%).In misura nettamente minore le aziende scelgono di pubblicare inserzioni (17,3%), ricorrere agli 'uffici di collocamento' (9,3%) e monitorare i propri competitor attingendo dal loro bacino dipendenti (7,1%). Per assecondare invece i flussi incostanti di lavoro e sopperire ai vincoli previsti dalle assunzioni, sono sempre le 'agenzie interinalì i primi interlocutori delle imprese (44,9%), mentre il 14,7% sceglie 'prestatori d'opera occasionalì. Una quota alta (27,6%), invece, preferisce non assumere, un dato in linea rispetto alla rilevazione dello scorso anno. I profili più ricercati sono quelli di conduttori di impianti e macchinari (34,2%) e operai specializzati (25,6%); il 63,4% richiede in generale esperienza specifica e sul fronte dell'istruzione il 71,5%gradisce il titolo di studio, con particolare preferenza per il diploma. Se per il 39,3% il sesso del candidato è indifferente, ben il 50,2% preferisce comunque il genere maschile.
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