sabato 11 febbraio 2023
Ogni anno in Italia ne nascono migliaia, tanto da essere diventate più di 11mila nel 2021. Le innovatrici rappresentano il 13,6% del totale. Master e assunzioni
Crescono le innovatrici in Italia

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Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico, ogni anno in Italia nascono migliaia di start up, tanto da aver superato quota 11mila nel 2021. La più alta concentrazione di queste nuove imprese si trova in Lombardia (oltre il 27%) e soprattutto nella provincia di Milano, che con 2.282 (dati 2021) rappresenta il 19,2% del totale, più di qualsiasi altra regione, staccando il Lazio (1.383, pari all’11,6%) e la Campania (1.053, pari all’8,9%). Mentre sono 8.416 le start up innovative registrate nell’ottobre 2022, con una crescita dell’8,6% rispetto alle 7.749 rilevate al termine del III trimestre 2021. Rimane stabile la distribuzione territoriale con più della metà delle imprese concentrate in tre regioni: Lombardia con il 29,4%, Lazio (14%) e Campania (8,4%). Seguono Emilia-Romagna (6,8%), Veneto (6,8%), Piemonte (5,6%), Toscana (4,8%), Puglia (4,8%), Sicilia (3,9%), Marche (2,1%), mentre le altre regioni rappresentano quote inferiori al 2%. Oltre alle 8.416 imprese innovative sono incluse anche 3.071 imprese che svolgono attività digitali. Con questo nuovo perimetro di 11.487 imprese, la quota Ict sul totale di start up e pmi innovative Ict (16.554 a ottobre 2022) aumenta al 69%. Complessivamente nel 2021 per ogni euro di produzione, le imprese e start up innovative Ict generano 32,3 centesimi di valore aggiunto (32,2 nel 2020) contro 22,5 centesimi nel segmento non-Ict (19,5 nel 2020), a conferma della maggiore creazione di valore da parte delle attività sviluppate dalle aziende specializzate nei mercati tecnologici avanzati. Valore aggiunto complessivo, medio e mediano nel segmento Ict sono in netta ripresa nel 2021 (33,9% crescita annua del valore aggiunto complessivo, 65,4% del valore mediano) e, a eccezione della mediana, tornano ai livelli del 2019. Queste dinamiche portano il valore aggiunto medio per addetto nell’Ict a 48,2 mila euro (50 mila euro per le aziende con vetrine digitali valorizzate), contro una media non-Ict pari a 41,8 mila euro. Questo significa che la produttività per unità di lavoro (o per addetto) delle start up e pmi innovative del settore Ict è superiore a quelle non Ict. Più aziende Ict nascono nella nostra economia, maggiore è la capacità di raggiungere livelli di produttività superiori. Dal report dell’EY Venture Capital Barometer, inoltre, emerge che gli investimenti in venture capital in Italia nel 2022 raggiunge e supera il traguardo dei due miliardi di euro. Con una raccolta di 2.080 milioni di euro, le start up e scale up italiane segnano un +67,3% rispetto ai 1.243 milioni di euro del 2021, in controtendenza rispetto a ecosistemi più maturi in Europa, quali Regno Unito e Germania. La Lombardia si conferma il terreno più fertile e promettente per le start up italiane, sia per numero di operazioni (166) che per capitali raccolti dalle proprie imprese (più del 50% della raccolta totale). In generale, tra le regioni che attraggono maggiori investimenti Piemonte, Veneto, Toscana e Lazio. Meno rassicuranti in generale i dati del Sud e Centro Italia, dove a fronte di un’elevata presenza di società innovative (rispettivamente il 26% e il 21% delle start up e pmi italiane) si ravvisa una carenza di potenziali investitori. In testa alla classifica il settore Fintech, con 712 milioni di euro raccolti, a seguire Energy & Recycling, Health & Life Sciences, Proptech, e in ultima posizione il Foodtech.

Cresce l'innovazione al femminile

Sono 2mila le start up innovative femminili registrate a fine settembre 2022, 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Proprio a cavallo dell’epidemia da Covid 19, insomma, molte donne hanno dato vita a questa particolare tipologia di impresa, costituita nella forma di società di capitali, specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico. Come mostrano i dati elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le innovatrici rappresentano il 13,6% del totale delle start up, una quota analoga a quella registrata due anni prima (13,5%). Ma la loro crescita, in questo biennio, è stata notevole (+40%). «La crescente propensione delle donne a impegnarsi in settori imprenditoriali più innovativi, oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini, è un fatto certamente positivo - sottolinea il presidente di Unioncamere Andrea Prete -. Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, scegliendo di laurearsi in discipline Stem, oggi tanto ricercate dalle imprese». Oltre il 70% di queste 2mila imprese femminili opera nei servizi alle imprese (1.455). Poco più del 15% invece nelle attività manifatturiere (306) e il 4,6% nel commercio (91). Quote residuali sono attive negli altri settori economici. L’innovazione al femminile ha il suo cuore pulsante in quattro regioni, che concentrano più del 50% del totale delle imprese guidate da donne di questa tipologia: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204), Emilia Romagna (143). In valori assoluti, invece, i saldi più consistenti si sono registrati in questi due anni in Lombardia, Lazio, Campania e Toscana. L’aumento considerevole delle start up innovative va del resto di pari passo con il crescente impegno delle donne nei settori a maggior contenuto di conoscenza, come i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività finanziarie ed assicurative, le Attività professionali, scientifiche e tecniche, l’Istruzione e la Sanità e assistenza sociale, che oggi rappresentano quasi il 10% dell’universo femminile che fa impresa. Nel complesso, a fine settembre 2022, le imprese femminili sono più di un milione 342mila e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana. Tra i settori a maggior tasso di femminilizzazione le Altre attività dei servizi (in cui le imprese femminili sono oltre la metà), la Sanità e assistenza sociale (37,21%), l’Istruzione (30,92%), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (29,21%), l’agricoltura (28,13%) e il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (26,54%). Le imprese femminili sono inoltre più diffuse al Centro e nel Mezzogiorno, dove rappresentano oltre il 23% dell’imprenditoria totale, con punte del 27% nel Molise, del 26% in Basilicata, di oltre il 25% in Abruzzo e di più del 24% in Sicilia e in Umbria.

Le iniziative a sostegno delle start up

Numerose le iniziative a sostegno delle start up. Gruppo Cap, per esempio, adotta una serie di nuove misure pensate specificamente per sostenere start up, pmi innovative e microimprese del territorio. Una nuova sezione dedicata del sito offre alle start up, pmi innovative e alle microimprese la possibilità di iscriversi all’albo fornitori e partecipare così alle gare d’appalto dell’azienda in maniera agevolata, in particolare offrendo un supporto concreto in termini di adempimenti burocratici. La green utility lombarda in sostanza offre un percorso inclusivo dedicato con procedure più snelle, semplici e veloci, e agevolando l’incontro con le grandi imprese partner in ottica di networking. Per maggiori informazioni: Start up, pmi innovative e micro imprese | Gruppo Cap. Al via la VII edizione del programma Open Italy, promosso da Elis Innovation Hub. Nato nel 2015 per promuovere l’incontro tra grandi aziende e start up su progetti di open innovation, al programma aderiscono oggi 480 start up e 58 aziende. 28 i progetti d’innovazione realizzati solo nell’ultimo anno, soprattutto nei settori sostenibilità e decarbonizzazione, sicurezza informatica, smart city e miglioramento dei processi aziendali attraverso tecnologie digitali, in particolare intelligenza artificiale e Internet of things. L’attenzione sempre maggiore degli investitori sugli aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, impongono oggi la sfida di tradurre in algoritmi il più possibile certi le ricadute di progetti d’innovazione in questi ambiti. Questione tanto più centrale in una fase storica che vede le aziende impegnate in complessi processi di trasformazione digitale e transizione ecologica. Accanto a loro, start-up e centri di ricerca, ugualmente chiamati a pensare idee nuove con un occhio sempre più attento al loro impatto sociale. Con Open Advisory, la società ha il compito di agevolare l’incontro tra investitori e start up per accelerare la realizzazione dei servizi richiesti dal mercato del venture capital. Open Advisory completa, con servizi di supporto nella raccolta di capitale, l’offerta di formazione e tutoraggio tecnologico e commerciale finora garantito da Open Italy a start up e aziende. Entro il primo semestre 2023 la società prevede di rendere operativo il primo veicolo d’investimento destinato a privati, che ha come obiettivo l’investimento in massimo 15 start up in due anni, provenienti prevalentemente, ma non esclusivamente, dall’ecosistema di Open Italy. Beynex, Canveo, Climatica, Evening, Poleepo, Signing Services, Tela, Texelio, Unify, Unipiazza, VireUp: sono queste le 11 start up che partecipano a Milano al programma di accelerazione dedicato alle aziende innovative operanti nel mercato SaaS B2B SaaS Startup Accelerator di Startup Wise Guys, uno degli acceleratori più attivi a livello europeo dedicati alle start up early stage, con oltre 300 giovani imprese in portafoglio, più di 600 fondatoeri e oltre 358 milioni di euro raccolti dalle start up del proprio network. Raccolte oltre 260 candidature durante la fase di apertura della call e di queste più del 70 % è costituito da start up provenienti da tutta Europa e da diversi Paesi nel mondo, a dimostrazione che l’ecosistema italiano dell’innovazione sta diventano sempre più attrattivo anche per le realtà oltreconfine. Entra nel vivo l’attività del Centro di innovazione italiano presso Innovit a San Francisco (Stati Uniti), promosso dalla direzione generale Sistema Paese del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, in collaborazione con l’ambasciata d’Italia a Washington e con il consolato generale a San Francisco, con il coinvolgimento dell’Ice e dell’Istituto italiano di cultura. I programmi del Centro di Innovazione si rivolgono a start up mature e a piccole e medie imprese innovative, riguardano le tecnologie dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso e gli ambiti delle industrie culturali e creative. Per maggiori informazioni: www.innovitsf.com. Infine Carel e SkipsoLabs, società che fornisce servizi e piattaforme tecnologiche per l’innovazione, lanciano Genuine Carel Services, che mira a individuare start up e scale up nazionali e internazionali che sviluppano soluzioni innovative in ambito tecnologico, con particolare attenzione a sicurezza informatica e Blockchain. Le start up interessate possono inviare la propria candidatura entro il 12 febbraio 2023.

Un master e assunzioni nell'Itc

L’Università degli Studi del Molise e Key Partner hanno istituito il nuovo master universitario di I livello in Digital transformation: metodologie e tecnologie innovative. Il master avrà la durata di un anno accademico e si concluderà ad aprile 2024. Le iscrizioni saranno aperte fino al 3 marzo 2023 e potranno iscriversi tutti gli studenti in possesso sia di una laurea dell’area informatica (ingegneria informatica, informatica), sia di una laurea in altre discipline con l’obiettivo di acquisire le competenze necessarie per lo sviluppo di sistemi software innovativi. I posti disponili sono 30. I primi dieci studenti nella graduatoria di merito saranno assegnatari di dieci borse di studio finanziate da Key Partner, a totale copertura della quota di partecipazione. Per altri dieci posti (dall’undicesima alla ventesima posizione) è prevista invece la copertura parziale della quota grazie a un contributo versato dall’Ateneo stesso. Il master ha una vocazione fortemente pratica con 1.500 ore di formazione, di cui 175 di attività in aula e 500 da svolgere all’interno dell’Hyperautomation Hub, sede di Termoli di Key Partner. Lo stage è finalizzato all’eventuale ingresso nell’azienda, in un processo di continuità tra percorso accademico e lavorativo, con lo scopo di creare e mantenere valore nel territorio. Inoltre, i professionisti di Key Partner forniranno 40 ore di lezioni, con focus in ambito system integration e automation con l’utilizzo della Piattaforma Low-Code Appian. L’obiettivo del Master è quello di formare e inserire nel mercato del lavoro figure professionali altamente specializzate e richieste nell’Itc, caratterizzato da un disallineamento del 47,8% tra domanda e offerta e che vede decine di migliaia di posti vacanti. Per maggiori informazioni: https://www2.unimol.it/master-anno-accademico-2022-2023/. Intanto Ntt Data, multinazionale giapponese del settore della consulenza e dei servizi It, ha annunciato l’apertura di nuovi uffici a Bologna: obiettivo per il 2025 è raggiungere i 400 dipendenti, 70 già entro l’anno. Il nuovo polo, che sorge nel cuore della Data Valley e della Motor Valley, vicino ad alcuni dei principali partner industriali di Ntt Data, avrà una connotazione principalmente negli ambiti Dati, Digital e Innovazione, calati nei mercati del Manufacturing, Financial Services, dell’Automazione Industriale e dell’Agrifood. Data scientist, Business Consultant ed esperti di processi gestionali tra i profili richiesti. È possibile consultare le posizioni aperte a questo link: https://it.nttdata.com/career.

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