martedì 22 dicembre 2015
Nel corso del prossimo anno, verranno assunte nuove risorse nel 76% delle imprese e il recruiting on line si conferma il primo canale per la ricerca di nuovo personale. La fiducia nella ripresa economica spinge il 25% a inserire in organico un numero elevato di personale per fare fronte alla ripresa del mercato, mentre il 51% inserirà alcune nuove figure grazie anche alla nuova normativa che facilita le assunzioni.
Aziende più fiduciose, nel 2016 assumeranno
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Se il 2015 è stato l’anno in cui il mercato del lavoro ha iniziato a mostrare incoraggianti segnali di ripresa, facendo tornare la fiducia a operatori economici e lavoratori, il 2016 promette un’ulteriore accelerazione in questa direzione, con un rilancio delle assunzioni favorite da un’economia che sembra finalmente uscita dalla recessione e dall’adozione della nuova normativa sul mercato del lavoro. È quanto emerge dai Trend 2016 dell’Osservatorio Infojobs, principale realtà italiana nel settore del recruiting on line per numero di offerte di lavoro, traffico Internet e numero di cv in database, che ha interpellato 385 aziende per delineare quali saranno i trend più rilevanti per il mercato del lavoro nell’anno che viene.Nel corso del 2016, verranno assunte nuove risorse nel 76% delle aziende e il recruiting online si conferma il primo canale per la ricerca di nuovo personale. La fiducia nella ripresa economica spinge il 25% delle aziende interpellate a inserire in organico un numero elevato di risorse per fare fronte alla ripresa del mercato, mentre il 51% inserirà alcune nuove figure grazie anche alla nuova normativa che facilita le assunzioni.Il 71% delle aziende interpellate utilizza i siti di recruiting online per le attività di ricerca e selezione, seguiti dal passaparola (58%), il sito aziendale (49%), società di ricerca e selezione (35%) e canali legati a Università e master (28%) tra i primi 5 citati. Secondo il campione interpellato dall’Osservatorio Infojobs, i 5 Trend per il mercato del lavoro 2016, in ordine di rilevanza, sono innanzitutto le competenze digitali sempre più ricercate, a prescindere dalla funzione aziendale."Tutte le funzioni aziendali - si spiega - saranno sempre più chiamate a gestire, direttamente o indirettamente, attività e processi in cui il ruolo del digitale è di primaria importanza. Possedere competenze digitali avanzate sarà un elemento sempre più differenziante in un mercato del lavoro in cui tali competenze non saranno più un requisito fondamentale solo per tecnici specializzati".In secondo luogo, cresce l’importanza delle soft skills per affrontare fasi di crescita e cambiamento in azienda. "All’interno di realtà aziendali sempre più sfaccettate e complesse, le soft skills - sottolinea - acquisiscono un ruolo fondamentale per affrontare con successo le fasi di cambiamento o trasformazione della struttura aziendale o della propria funzione. La formazione specifica sulle soft skills sarà sempre più una leva strategica per aumentare l’efficienza delle risorse e la competitività aziendale".In terzo luogo, aumenta la considerazione della formazione on the job contro la formazione universitaria. "La capacità di strutturare un percorso di crescita professionale coerente all’interno del mondo del lavoro - osserva - sarà un indicatore sempre più fondamentale per recruiters e selezionatori. Alla qualità della formazione universitaria, si affiancherà la capacità di costruire un percorso di crescita e l’abilità di acquisire nuove competenze on the job".Quarto trend è rappresentato dall'employer branding, leva sempre più strategica per attrarre i talenti. "L’implementazione di strategie multi-canale di employer branding - rimarca - offre importanti leve per attrarre i migliori talenti da inserire in azienda. Strutturare la propria presenza on line e definire una strategia coerente e integrata di employer branding sarà sempre più importante per differenziarsi dai competitor in mercati altamente competitivi".Infine, si diffonde lo smart working, grazie alla pervasività di strumenti mobile e cloud che permettono di lavorare da remoto. "La digitalizzazione di un numero in costante crescita di applicazioni professionali, nonché la diffusione sempre più capillare di strumenti mobile e cloud per la gestione di una varietà di attività, porterà all’implementazione di politiche di smart working da parte di aziende operanti in settori e mercati diversi", conclude.
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