martedì 29 settembre 2015
Si allarga anche il divario tra competenze disponibili ed esigenze del mercato del lavoro globale. Primi deboli segnali di ripresa in Italia, ma aumenta la richiesta di professionisti qualificati.
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Sono più di 11 milioni i posti di lavori persi nel mondo dal 2008 a oggi. Un gap occupazionale, tra il numero delle persone che oggi lavorano e quelle che avevano un impiego prima della crisi, pari a uno su 20 dell’attuale forza lavoro. A lanciare l’allarme la nuova edizione dell’Hays Global Skills Index 2015, il report pubblicato ogni anno da Hays, società leader a livello globale nel recruitment specializzato, in collaborazione con Oxford Economics.L’analisi, intitolata Labour markets in a world of continuous change, prende in esame i mercati del lavoro di 31 economie (tra cui l’Italia) per individuare i principali trend del mondo del lavoro qualificato.Ma c’è di più. Si allarga anche il divario tra competenze disponibili ed esigenze del mercato del lavoro globale. Secondo il report, a registrare le maggiori carenze di specializzazioni sono soprattutto quei Paesi che nell’ultimo anno hanno visto ripartire la propria economia come gli Stati Uniti, il Regno Unito e alcuni Stati del Nord Europa. Mentre i mercati dei cosiddetti Brics - una volta motore della crescita globale - stanno vivendo una fase di stallo che ha rallentato la domanda di professionisti qualificati.Nel dettaglio, dal Global Skills Index emerge che lo squilibrio tra la domanda e l’offerta di competenze sul mercato del lavoro spinge sempre più aziende a offrire stipendi comprensivi di benefit e bonus ai profili maggiormente specializzati determinando un’inflazione sui salari.La carenza di competenze, soprattutto nei settori altamente specializzati, ha un impatto negativo sia sulla produttività con professionisti sotto o sovra qualificati per il ruolo svolto, sia sulla qualità del lavoro finale. E la mancanza di competenze specializzate mette in evidenza l’urgenza di un adeguato ambiente regolatorio che permetta sia la crescita economica delle aziende, sia la creazione di nuove opportunità di lavoro per i professionisti.È fondamentale, quindi, secondo Hays, l’intervento dei governi per favorire da un lato la ripresa economica, dall’altro l’accesso da parte delle imprese alle competenze di cui hanno bisogno."L’economia mondiale - commenta Alistair Cox, ceo di Hays - è tornata a crescere. Tuttavia, la ripresa ha accentuato il divario tra le competenze disponibili sul mercato del lavoro e quelle richieste dalle aziende e, in molti Paesi, si registrano ancora alti tassi di disoccupazione. Imprese e governi devono lavorare insieme per trovare soluzioni efficaci per colmare questo gap e non compromettere la futura crescita economica. È necessario che politiche e servizi all’educazione - avverte - siano allineati con le reali esigenze economiche delle aziende. Questo, però, richiede tempo, con effetti a lungo termine. Nel breve periodo occorre, invece, adottare politiche del lavoro e dell’immigrazione che permettano alle imprese di selezionare professionisti specializzati al di fuori del proprio mercato. In caso contrario, la domanda di competenze qualificate continuerà a non essere soddisfatta".E in Italia? "Dopo anni di recessione l’economia del nostro Paese - afferma Carlos Soave, managing director Hays Italia - mostra i primi deboli segnali di ripresa, ma aumenta la pressione sul mercato del lavoro con un aumento della domanda di professionisti qualificati. La mancanza di competenze specializzate è, infatti, la sfida più grande per le aziende italiane: l’aumento del tasso di disoccupazione acuirà ancora di più le difficoltà nella ricerca di professionisti qualificati nel lungo periodo".
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