lunedì 23 novembre 2015
È l’idea ispiratrice di un disegno di legge presentato alla Camera e al Senato i cui contenuti dovrebbero vedere un’importante anticipazione, a titolo sperimentale, attraverso uno o più emendamenti alla legge di Stabilità.
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Anche i papà potranno usufruire del congedo obbligatorio (da non confondere con il permesso) per stare vicino ai figli appena nati. È l’idea ispiratrice di un disegno di legge presentato alla Camera e al Senato i cui contenuti dovrebbero vedere un’importante anticipazione, a titolo sperimentale, attraverso uno o più emendamenti alla legge di Stabilità. La nuova proposta stabilisce che «il padre lavoratore dipendente è tenuto ad astenersi obbligatoriamente dal lavoro per 15 giorni lavorativi, anche continuativi, entro i 30 giorni successivi alla nascita del figlio». La sperimentazione durerebbe tre anni, dal 2016 al 2019, e l’indennità giornaliera sarebbe pari al 100% della retribuzione, a carico dell’Inps.La legge Fornero aveva previsto un congedo di paternità di un solo giorno, retribuito al 100%, fruibile entro il quinto mese di vita del bambino e quindi durante il congedo di maternità della madre lavoratrice. A dicembre 2015 finisce la sperimentazione di questa formula.Gli uomini che ne hanno beneficiato, secondo gli ultimi dati Istat, sono stati più di 33mila. Per la mamma sono obbligatorie 20 settimane. Ora un emendamento alla legge di Stabilità chiede che il congedo di paternità sia di due giorni, alternativo al congedo di maternità della madre, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio.Tantissime sono le resistenze a questo provvedimento in Italia, nonostante sia un diritto acquisito in molti Stati europei. I padri svedesi, per esempio, possono fruire di due settimane di congedo parentale subito dopo la nascita del figlio: inoltre il congedo può essere fruito contemporaneamente dai due genitori che hanno, così, la possibilità di accudire il bambino insieme.Il congedo parentale è stato introdotto da una direttiva europea solo nel 1996. In Italia è arrivato più tardi, con la legge 53 del 2000. Solo il 6,9% dei padri italiani, però, usufruisce del congedo parentale (gli svedesi il 69%). Insomma in nove casi su dieci sono le madri a chiedere tale congedo, creando un abisso nella parità di genere. Eppure il congedo di paternità è un vero e proprio toccasana per i nuovi nati. Gli studi hanno dimostrato che i bambini e le bambine che crescono con una figura paterna molto presente sono più sicuri e corrono meno rischi di soffrire di problemi psicologici e disturbi comportamentali. Gli studiosi sottolineano che fa bene anche al padre, che sta meglio di salute e diventa più saggio. Inoltre fa bene alla parità di genere: gli uomini sono più responsabili verso i figli e le figlie e verso la casa, le donne hanno più possibilità d’intraprendere un percorso lavorativo e di pensare a una carriera professionale.
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