lunedì 29 gennaio 2024
Il Garante della privacy ha notificato a OpenAI l'atto di contestazione per violazione delle norme sul trattamento dei dati personali degli utenti
Il Garante della privacy: ChatGPT viola le regole sui dati personali

Ansa

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Il Garante della privacy, l’autorità incaricata di proteggere la riservatezza dei dati personali in Italia, ha comunicato di avere notificato a OpenAI, la società che controlla ChatGPT, il più utilizzato sistema di intelligenza artificiale generativa, l’atto di contestazione per aver violato la normativa in materia di protezione dei dati personali.

Lo scorso anno, con un provvedimento del 30 marzo, il Garante aveva reso ChatGPT inaccessibile dall’Italia per quasi un mese: il sito era tornato accessibile dopo che OpenAI avevano introdotto alcune soluzioni per alzare il livello di consapevolezza degli utenti. Precisamente, dalla scorsa primavera prima di entrare l’utente deve confermare di essere maggiorenne o di avere almeno 13 anni e avere ottenuto il permesso dei propri genitori, quindi deve accettare le condizioni sul trattamento dei suoi dati. OpenAI inoltre ha messo a disposizione sul sito una pagina in cui spiega (in modo un po’ sommario) come addestra il suo sistema.

Nel frattempo l’istruttoria del Garante della privacy è andata avanti e, secondo quanto comunicato oggi, l’Autorità ritiene che «gli elementi acquisiti possano configurare uno o più illeciti rispetto a quanto stabilito dal Regolamento UE».

In parallelo, le Autorità della privacy delle nazioni dell'Unione Europea, attraverso una “task force” presso lo European Data Protection Board (Edpb), stanno lavorando assieme per capire che regole introdurre sui ChatGPT e altri modelli linguistici generativi di intelligenza artificiale.

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