martedì 11 agosto 2015
Fra pubblico e privato, al 31 dicembre del 2013, erano 186.219 quelli riservati a soggetti con disabilità, 41.238 dei quali scoperti.
In Italia posti disponibili, ma non si assumono disabili
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Anche quando i posti ci sono e sono disponibili, i disabili nel nostro Paese continuano a non essere assunti. In totale, in Italia, fra pubblico e privato, al 31 dicembre del 2013 risultavano 186.219 posti di lavoro riservati a soggetti con disabilità, 41.238 dei quali scoperti. È il 22%, quasi uno su quattro. Oltre 26 mila di questi sono nel settore privato (su 117 mila complessivi), poco meno di 13 mila sono nel pubblico (su 76 mila posti riservati). A denunciarlo è l'Anmil, riportando i dati della Relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 68/1999 per il biennio 2012-2013. Un documento che, sottolinea l'Anmil, "ricopre un ruolo fondamentale nel monitoraggio della normativa in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità e, non discostandosi dalle precedenti edizioni, fotografa una situazione purtroppo ancora molto critica".Altro dato rilevante, per l'Anmil, è che a causa della crisi aumentano le aziende che chiedono l'esonero o la sospensione temporanea dall'obbligo di assunzione: ci sono state nel 2013 oltre 4.600 autorizzazioni in tal senso (il 95% di quelle richieste) per un numero complessivo di posti di lavoro interessati di oltre diecimila. Davvero esiguo al confronto, sottolinea, il numero delle sanzioni amministrative comminate a chi non rispetta la legge: nel 2013 ci sono state in tutta Italia appena 23 sanzioni per ritardato invio di prospetto informativo e 159 per mancato adempimento degli obblighi di legge (numeri simili nel 2012: rispettivamente 23 e 150).Nel complesso, gli iscritti agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio sono stabili intorno a quota 700mila, anche se alla fine del 2013 il dato scende fino a 676 mila iscritti. Fra questi, in 68mila si sono iscritti nel corso dell'ultimo anno oggetto di indagine, il 2013.Di fronte a questa potenziale platea di lavoratori, gli avviamenti al lavoro sono stati davvero pochi: poco più di 19mila nel 2012 e ancora meno, 18.295, nel corso del 2013. Ed è il minimo storico, rimarca l'Anmil, il dato più basso che sia mai stato censito da una relazione al Parlamento sull'attuazione della legge 68/99: erano stati infatti 22.360 nel 2010 e 22.023 nel 2012. In pratica, nel 2013, ogni quattro nuovi disabili che si iscrivono alla lista del collocamento obbligatorio (e che vanno ad aggiungersi ai tanti che già ci sono da tempo), ce n'è solamente uno che trova effettivamente un lavoro (in percentuale viene avviato in un anno il 26,9% dei nuovi iscritti).Ma se il termine di paragone sono gli iscritti, dice l'Anmil, il calcolo è ancor più impietoso: un avviamento al lavoro ogni 36 iscritti al collocamento. Dal 2007 al 2013, si è registrato un sostanziale dimezzamento degli avviamenti: il dato va però contemperato con la situazione generale, avverte l'Anmil, cioè la riduzione del numero dei datori di lavoro obbligati all'assunzione, l'incremento della cassa integrazione, della mobilità e dei dispositivi che consentono di accedere all'istituto della sospensione temporanea dagli obblighi di assunzione.
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