mercoledì 18 maggio 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Lampedusa, mercoledì 18.05.2011OMELIA“Gesti umili e concreti che danno luce”Cari Confratelli nell’Episcopato e nel sacerdozio, AutoritàCari Fratelli e Sorelle nel Signore,sono lieto di essere a Lampedusa, ed onorato di essere con voi per celebrare la divina Eucarestia, cuore della nostra fede. Saluto il venerabile Pastore di questa Diocesi, S.E. Mons. Francesco Montenegro che benevolmente mi ha accolto, e saluto cordialmente S. Eminenza il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo e Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, che porta l’affetto di tutti i Vescovi di questa splendida Regione. Così esprimo la mia gratitudine alle Autorità per la presenza e l’accoglienza. Ma soprattutto, cari Amici di Lampedusa, sono venuto ad esprimere a voi, il cuore dell’Episcopato italiano. Vi prego di sentire la Chiesa vicina: essa vi è accanto secondo la sua missione di essere prossima alla gente per condividere le vicende della vita e lì portare Gesù, il salvatore, con la sua grazie redentrice e la sua speranza. Non è forse questo il messaggio del Vangelo appena ascoltato? “io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”. Cosa sarebbe di noi senza la luce che illumina e riscalda? E la luce di cui abbiamo bisogno non è solo quella del sole che benefica la terra e rende possibile la vita, ma è innanzitutto quella dell’anima senza la quale anche la luce del sole è oscura e fredda. Che cosa sarebbe di questa piccola isola, di questo splendido mare, senza la luce delle vostre anime? Della bontà? È in forza della luce di Cristo che voi, cari Amici, vedete nel volto di tanti fratelli che approdano sulle vostre spiagge, il volto di Dio, Creatore della medesima umanità che ci accomuna, e Padre di tutti per il sacrificio di Gesù.Anche per questo scopo sono venuto: per incrociare il vostro sguardo e dirvi grazie per l’esempio di fraternità cristiana. L’accoglienza semplice e cordiale, fatta di gesti concreti secondo le vostre possibilità, è di esempio a tutti, specialmente a quanti parlano molto e fanno poco. La Santa Vergine, che qui venerate secondo un’antichissima tradizione, nell’umile grotta di Betlemme ha avvolto il piccolo Gesù in fasce, cioè con quello che c’era, nell’emergenza del momento e della notte. Ecco la concretezza della risposta di fronte all’urto degli eventi: risposta immediata che necessariamente si combina con interventi più articolati, e che richiede prospettive più ampie e risolutive.Desidero, insieme a voi, esprimere la gratitudine dei Vescovi italiani a tutti coloro che, con diverse responsabilità, affrontano una situazione dalle proporzioni inedite e dai tempi imprevedibili, in particolare la comunità di Lampedusa e di Linosa. Tanto più in questo momento ci si deve accorgere e riconoscere che i confini degli Stati sono i confini dell’Europa e che ciò che accade in un punto ha riflessi su tutti. L’Europa ha una grande opportunità di crescita sulla via della vera unità, che è ben più profonda della via dell’unificazione. Questa tocca le giuste e necessarie procedure, quella plasma l’anima dei popoli, fa sentire provenienti da radici comuni, partecipi e protagonisti di un solo destino. Essere davanti a situazioni umane gravi, come quella di tante persone che si allontanano dai propri Paesi alla ricerca onesta e rispettosa di un domani migliore per sé e per le proprie famiglie, è un appuntamento al quale la storia chiama l’Europa per misurare se stessa, per verificare le proprie intenzioni, per costruire il suo volto nel mondo. A quanti sono protagonisti di un doloroso esodo, diciamo il nostro saluto fraterno, con l’augurio di una convivenza serena, ordinata e fruttuosa per tutti.La Chiesa è esperta in umanità perché guarda al Signore Gesù, è radicata accanto alla gente nel territorio dove vive ed è universale. Nel nome di Cristo, e la forza della sua grazia, desidera solo servire l’uomo, tutto l’uomo e tutti gli uomini; sapendo così di aiutare, come fermento buono, anche la società e le culture ad essere giuste e veramente umane.Cari Fratelli e Sorelle, grazie per l’esempio di comunità cristiana unita e fraterna. Continuate, sempre accompagnati e sostenuti nelle vostre legittime necessità personali e sociali, ad essere un segno di speranza per tutti. E preghiamo per noi, per coloro che giungono da lontano, per le vittime del mare, per i Paesi tormentati dalla violenza e dall’ingiustizia: che tacciano le armi e si riprenda la via della riconciliazione e della pace, come esorta il Santo Padre Benedetto XVI. Ma preghiamo anche per il nostro amato Paese e per l’Europa: su tutti risplenda la luce di Cristo, nostra speranza e nostra pace. Maria Santissima, Stella del mare, guidi i nostri passi. Angelo Card. BagnascoArcivescovo di GenovaPresidente della Conferenza Episcopale Italiana
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: