sabato 22 ottobre 2011
COMMENTA E CONDIVIDI
Sono lieto di prendere parte a questo Convegno nazionale – che coinvolge le 189 testate della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici – in un momento non facile per l’editoria in generale e, nello specifico, per i nostri giornali. In voi e attraverso di voi saluto le Chiese delle diocesi che sono in Italia, le comunità parrocchiali, il territorio che voi non soltanto raccontate, ma al quale assicurate un contributo essenziale. Nell’effluvio di informazione che ci raggiunge da ogni parte, il vostro modo di fare cronaca, di argomentare e commentare ciò che accade offre elementi di discernimento, di giudizio e di speranza; una prospettiva – la vostra – che aiuta a leggere e ad interpretare gli eventi alla luce della fede cristiana.Una conferma di questo lavoro ci viene anche dall’occasione che ci ha riunito in questi giorni, ossia la celebrazione dei cento anni del Corriere Cesenate, il settimanale di questa terra, oggi puntualmente diretto dal presidente della Fisc, Francesco Zanotti, e che ha avuto ed ha la sua anima editoriale in don Piero Altieri.I vostri, cari amici, non sono stati cent’anni di solitudine: sfogliando le pagine del Corriere, come le migliaia che ogni settimana entrano nelle nostre famiglie grazie al generoso lavoro di tutti voi, si afferra quanto la voce assicurata da un giornale diocesano sappia dialogare con la vita della nostra gente e perciò quanto continui ad essere importante, tanto per le nostre Chiese locali quanto per abitare in maniera missionaria quel “cortile dei gentili” che incrocia la sensibilità degli uomini del nostro tempo.PIOGGIA SULL'EDITORIAQuesto vostro impegno – consentitemi di dire: questa vostra missione – si misura in realtà con un contesto sul quale si addensano nubi minacciose. L’orientamento delle risorse pubblicitarie alle emittenti televisive nazionali; l’aumento considerevole delle spese postali, seguito alla soppressione delle tariffe agevolate; la riduzione del sostegno pubblico con la drastica e sistematica riduzione del fondo per l’editoria… sono tutti elementi che contribuiscono a mettere a rischio di sopravvivenza decine e decine di testate, e quindi centinaia di posti di lavoro. Pur tenendo conto delle precarie condizioni legate alla crisi economica, una simile prospettiva significherebbe anche un impoverimento del pluralismo informativo, del dibattito pubblico, del patrimonio culturale e informativo del Paese. Non va sottovalutato nemmeno l’incredibile apporto professionale che i settimanali diocesani hanno sempre assicurato, quale fucina che ha saputo coinvolgere, formare e quindi immettere nel circuito dei grandi media comunicatori qualificati e competenti.Sul difficile assetto dell’editoria pesa senz’altro anche il processo tecnologico in corso, che in questi anni ci ha obbligati a confrontarci con autorevoli testi che pronosticavano senza mezzi termini la fine prossima della carta stampata. Nel frattempo, Internet è certamente già diventato – come recita il titolo di questo Convegno – un “luogo da abitare”, ma appunto senza che questo significhi disertare il territorio e le sue forme tradizionali di comunicazione.Infatti, fibre ottiche e satelliti ormai ci spalancano gli orizzonti del mondo; eppure – a dispetto di chi profetizza un declino inesorabile del territorio – cresce la ricerca dell’identità locale, la riscoperta delle piccole patrie, il richiamo alle autonomie. Tale sensibilità rivela senz’altro anche ripiegamento e chiusura, ma è comunque reazione a un’omologazione che scardina e rende anonimi. Di qui il ritorno al dialetto di casa, alle tradizioni del paese, alla storia del proprio borgo.Forse soltanto tenendo insieme i due movimenti del pendolo – la dimensione locale e l’afflato universale, il territorio e la Rete digitale – ci sarà possibilità di equilibrio e di sviluppo, uno stare al passo coi tempi senza per questo smarrire per strada la propria identità.MEMORIA DI CARTALeggevo con interesse, al riguardo, l’intervento che un esperto di Internet come il belga Derrick de Kerckhove ha svolto lo scorso 4 ottobre a Roma, presso la sede della Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali. Il docente di Sociologia della cultura digitale ha chiesto ai ministeri dell’Istruzione dei vari Paesi di «proteggere la carta, così come è stato fatto per il teatro e per la cultura in generale, per rendere coscienti le popolazioni anche attraverso campagne che invitino alla lettura sui mezzi tradizionali».È significativo che sia proprio de Kerckhove a spiegare che «l’utente che legge on line vuole avere informazioni nel minor tempo possibile e i designer del web studiano le pagine in modo da impedire il pensiero»; e ancora: «Il lettore digitale deve continuamente prendere decisioni su quale link seguire e quale ignorare e rischia di essere disorientato dal web; sul mezzo cartaceo, invece, la parola si fissa e cresce dentro di noi. La carta, dunque, mantiene il cervello dentro il corpo; oggi non abbiamo più memoria – ha concluso – perché ci stiamo abituando ad averla fuori del nostro corpo».Personalmente, sarei poco propenso a comparare in questo modo le due forme di comunicazione – il giornale e il web – quasi fossero semplicemente analoghe; ciò non toglie, comunque, che, non solo in una certa fascia anagrafica della popolazione, la carta stampata induce ad analisi più profonde; aiuta a pensare con maggiore riflessività.Con questo, non vogliamo né possiamo sederci sul passato. La Rete costituisce senz’altro una risorsa imprescindibile, che ha spalancato possibilità inedite di informazione, di scambio e di relazione; un nuovo ambiente, che ridisegna il lettore e, quindi, il modo stesso di confezionare i nostri giornali, come ben sapete. Si tratta di una vera e propria sfida, per vincere la quale non servono accorgimenti superficiali, né basterà affiancare a quella stampata l’edizione digitale.In conclusione, vorrei dunque indicare alcune tracce di cammino che, accanto ad altre che competono più direttamente gli “addetti ai lavori”, ritengo possano scandire la tabella di marcia ed essere condizione di futuro.Innanzitutto, continuate ad essere voce del territorio. Innovate la vostra grafica, ma – soprattutto – prestate attenzione ai contenuti: raccontate la cronaca, aiutate a contestualizzare gli eventi, curate la scrittura, investite in qualità.In secondo luogo, fatevi scegliere per una linea editoriale coraggiosa e riconoscibile nella sua identità ecclesiale, sul tracciato della dottrina sociale della Chiesa con la sua costitutiva articolazione di etica della vita ed etica sociale gerarchicamente ordinate e connesse. Abitate il “cortile dei gentili”, attenti a sollevare domande, pronti a proporre percorsi di risposta.Infine, le opportunità del nostro tempo siano ulteriore motivo di sinergia tra voi. La presenza in rete diventerà allora possibilità e impegno a fare sistema (Rete, appunto), a scambiarsi materiali, a lavorare insieme, a sostenersi reciprocamente. Anche l’adesione all’Unione cattolica della stampa italiana – l’UCSI – può essere via di spiritualità, di formazione e di cultura, oltre che modalità per stringere preziosi rapporti con i colleghi che lavorano nelle altre testate.SILENZIO E PAROLACari amici, la Chiesa italiana conta su di voi, vi è vicina e si impegna a fare la sua parte per sostenervi, anche con la disponibilità – se serve – ad aprire nuovi tavoli di confronto, animati da spirito e da iniziative propositive. Di San Francesco di Sales, vostro patrono, che a modo suo ha coltivato l’arte della comunicazione a partire dalla sua fitta corrispondenza, ho sempre ammirato la capacità di coniugare anche nei momenti di controversia la verità con la bontà, la chiarezza con la dolcezza d’animo.Possiate, a vostra volta, anche voi congiungere la semplicità della colomba con la prudenza del serpente, la conversazione del mondo con il raccoglimento interiore – “Silenzio e Parola”, per riprendere il tema della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Ricolmi della vera sapienza, siate forza che, anche in questa difficile stagione, non si stanca di contribuire a formare coscienze libere e mature.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: