giovedì 20 agosto 2009
Salto di qualità nell’impegno dell’arcidiocesi al fianco degli ultimi in un Paese che fatica a ridurre le disuguaglianze. Il cardinal Bergoglio crea un vicariato ad hoc per la Pastorale nelle «villas»
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Era il 1969 quando a Buenos Aires venne creata una prima commissione di sa­cerdoti per la Pastorale nelle villas di e­mergenza: i quartieri degli ultimi, le bidonvil­les fatte di strade sterrate, casette (spesso ve­re e proprie baracche) addossate le une con­tro le altre, tanta povertà ed enormi bisogni materiali e spirituali. In quarant’anni la me­tropoli è cambiata, ha vissuto momenti più o meno positivi. E la Pastorale nelle villas non si è più fermata. Ma è stato negli ultimi anni che il cardinale Jor­ge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Ai­res, ha dato un nuovo e più forte impulso a questa missione. La scorsa settimana il cardi­nale ha fir­mato un de­creto che sancisce la nascita di un vicariato e­piscopale per la Pasto­rale nelle vil­las . Alla gui­da di questo nuovo orga­nismo è sta­to scelto pa­dre José Maria Di Paola, che dall’anno scorso era coordinatore della commissione dell’ar­civescovado per le villas della capitale, for­mata da 25 sacerdoti. La creazione di un vero e proprio vicariato – accanto ai tre già esistenti per i bambini, la gioventù e l’educazione – «conferma la dire­zione scelta dalla Chiesa di Buenos Aires, che accompagna e dà un sostegno diretto al lavo­ro » svolto finora dai sacerdoti delle villas, spie­gano fonti dell’arcivescovado. «È la Chiesa che si apre verso la strada». D’ora in poi il nuovo vicariato lavorerà in modo coordinato con gli altri organismi per promuovere programmi e azioni comuni, ad esempio contro il flagello del paco: la cosiddetta droga dei poveri, deri­vata dagli scarti della cocaina. La formazione di un vicariato è un modo per istituzionaliz­zare il lavoro portato avanti finora in questo campo. Nonostante il nome, il vicariato epi­scopale per la Pastorale nelle villas non ri­guarderà solo ed esclusivamente le baracco­poli: il paco è diffuso anche nei quartieri di classe media. Oggi la popolazione delle villas rappresenta quasi il 10% dei tre milioni di abitanti della ca- pitale. Dello «scandalo della povertà» in Ar­gentina ha parlato recentemente Benedetto X­VI, in un messaggio indirizzato al nunzio a­postolico nel Paese sudamericano, Adriano Bernardini, che invita la popolazione a parte­cipare alla 40ª edizione della colletta «Más por menos» che si realizzerà il 13 settembre. Il Pon­tefice ha incoraggiato quest’opera di solida­rietà, auspicando che possa contribuire a «ri­durre lo scandalo della povertà e della disu­guaglianza sociale». Il messaggio del Papa ha avuto una grande risonanza in Argentina. An­che Bergoglio ha denunciato la situazione di «scandalosa povertà». Secondo i calcoli dell’U­niversità cattolica di Buenos Aires, il tasso di povertà in Argentina è al 40%, mentre l’indi­genza (ovvero la povertà estrema) riguarda il 10% della popolazione. Le cifre ufficiali del go­verno sono diverse e parlano di un 15% di po­veri sul totale della popolazione. Il tema è al centro degli appelli della Chiesa da anni: è una denuncia costante. Ma di fronte al bisogno, la gente risponde. Mentre la Cari­tas di Buenos Aires rivela l’aumento delle ri­chieste di pasti, vestiti e luoghi di accoglien­za, aumenta la solidarietà: le ultime collette hanno battuto tutti i record.
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