domenica 1 maggio 2011
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Scorrere le immagini di una persona è come leggerne la vita attraverso la via dello sguardo. Quelle qui raccolte, con sapienza e perizia, guidate certamente dalla fede e dal cuore, ripercorrono gli anni e li congiungono come un filo d’oro: dall’elezione alla Cattedra di Pietro, dai viaggi apostolici alla malattia, al fallito tentativo di spegnere la sua vita, ma ancor di più di intimorire lo slancio pastorale e scoraggiare la parola. La predicazione sulla dignità umana è stata come un fuoco che ha incendiato e liberato una parte significativa del mondo, e ha consentito di tornare a respirare a due polmoni, occidentale e orientale. Ne aveva bisogno non tanto la Chiesa, che mai aveva smesso di guardare e di attingere alle molteplici Tradizioni, quanto soprattutto il Continente europeo che Giovanni Paolo II da sempre concepiva come una unità rispettosa di popoli diversi eppure originata dalle medesime radici cristiane. L’uomo è la via della Chiesa perché Cristo è la via dell’uomo: si potrebbe così spiegare quella passione evangelizzatrice che ha reso inarrestabili i passi – anche quando molto faticosi – di Giovanni Paolo II sulle strade della terra. Come se volesse che la vicinanza fisica della sua persona rendesse più visibile la presenza del Signore Gesù e più tangibile il volto di quel divino Maestro che il mondo, in ogni tempo e latitudine, attende e cerca perché salva tutti gli uomini e tutto l’uomo. Ma, sfogliando, la visione corre ad altri incalzanti ricordi che testimoniano l’ansia ecumenica: preghiere, incontri, dialoghi, segni… passi concreti che, come pietre ben scelte, hanno portato avanti l’edificio dell’unità dei cristiani. Su quella strada la Chiesa continua a camminare con convinzione e sicurezza. In un Occidente segnato da complessi e da incertezze, da dubbi e da elasticità non sempre lodevoli, Papa Wojtyla ha portato un vento nuovo, il vento della fierezza, della forza della testimonianza, la certezza che il Vangelo ha qualcosa di unico da dire, di originale e di insostituibile per la storia del mondo. Ed è per questo che non si esime di incontrare culture e mondi diversi, perché ha un tesoro da offrire nel nome di Colui che tutti crea e salva, nel nome di Colui che lo aveva scelto e inviato per confermare la fede ai fratelli, e per essere voce della Parola di Verità e d’Amore. Quante volte il mondo più attento si è interrogato circa quell’uomo che, pellegrino e lottatore, conduceva la Chiesa sui passi di Dio: da dove la pace di quel volto? l’amorevolezza del tratto? l’energia della parola? da dove il coraggio della sofferenza che ha portato di fronte al mondo? E’ qui, dentro a questi interrogativi, che si scopre il segreto, la dimensione spirituale e mistica dell’anima, la sorgente di ogni ricupero e di ogni resistenza, di ogni speranza: il suo vivere immerso in Dio, il suo “vedere” l’Invisibile. Anche questo le fotografie raccolte ci ricordano e di questo ci parlano. Sì, perché in fondo, di questo abbiamo tutti sempre bisogno: essere ricondotti all’essenziale che Gesù di Nazaret, Figlio benedetto di Dio, ha rivelato e portato all’umanità e che la Chiesa, con i suoi uomini – manovali o giganti della fede – ci offrirà fino alla fine dei tempi. Come non ringraziare il Santo Padre Benedetto XVI? Ponendo Giovanni Paolo II nella cornice della beatitudine, alimenta la fede in Cristo Gesù, l’amore alla Chiesa, Maestra e Madre, la responsabilità operosa dei cristiani verso il mondo-
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