sabato 19 settembre 2009
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L'Enciclica di Benedetto XVI "Caritas in veritate" afferma un nesso inscindibile tra questione sociale e questione antorpoligica, secondo il presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescvovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, che ha tenuto una lectio magistralis sul documento papale questa mattina al Palazzo della Borsa di Genova."Il punto di approdo, secondo l'enciclica - ha spiegato Bagnasco - è ricondurre la questione sociale alla questione antropologica, marcando la necessaria correlazione che esiste tra queste due dimensioni, che stanno o cadono insieme. Per questo Benedetto XVI propone con forza il collegamento tra etica della vita ed etica sociale, questo vuol dire che lo sviluppo vero non può tenere separati i temi della giustizia sociale da quelli del rispetto della vita e della famiglia e che sbagliano quanti in questi anni, anche nel nostro Paese, si sono contrapposti tra difensori dell'etica individuale e propugnatori dell'etica sociale. In realtà le due cose stanno insieme". Il degrado politico, la crisi finanziaria e gli uomini retti. "Taluni fenomeni di degrado politico cui assistiamo oggi e che rivelano mancanza di progettualità e resa ad interessi di corto respiro così come recenti episodi di abbrutimento finanziario che hanno portato al collasso del sistema economico, colpendo le fasce più deboli dei risparmiatori confermano che l'etica sociale si regge soltanto sulla base della qualità delle singole persone", ha continuato il presidente della Cei nella sua lectio magistralis. Bagnasco ha poi citato un passaggio del documento di Ratzinger secondo cui "lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle coscienze l'appello del bene comune". L'ecologia dell'uomo. Benedetto XVI, spiega il cardinale, sottolinea anche che "se si perde la sensibilità personale e sociale verso l'accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono". Secondo Bagnasco, il fatto che l'attenzione del Papa per il tema dell'ecologia abbia colpito la pubblica opinione "può rappresentare una sorta di controprova sperimentale della validità della lettura dello sviluppo integrale, che Benedetto XVI propone a tutti gli uomini di buona volontà, sulla scia della grande intuizione della Populorum progressio di Paolo VI", con l'esortazione a "difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti" ma a "proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso". "È necessario - ha poi detto Bagnasco - che ci sia qualcosa come un'ecologia dell'uomo, intesa in senso giusto. Il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana". In proposito, rileva Bagnasco, nell'Enciclica il Pontefice afferma che "quando l'ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio". "La crisi ecologica dunque - chiosa il presidente della Cei - non può essere interpretata come un fatto esclusivamente tecnico, ma rimanda ad una crisi più profonda perchè ai deserti esteriori corrispondono i deserti interiori".
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