martedì 31 gennaio 2017
Palermo è stata scelta dal ministero dei Beni culturali come Capitale italiana della cultura 2018. Riceverà il testimone da Pistoia che quest'anno si è vista assegnare il titolo nazionale
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È Palermo la Capitale italiana della cultura 2018. Nel pomeriggio di martedì 31 gennaio la giuria di esperti presieduta da Stefano Baia Curioni, docente di economia della cultura, ha reso noto il nome della città vincitrice del titolo messo in palio dal ministero dei Beni culturali. La busta con la località che si è imposta sulle altre nove realtà arrivate alla fase finale del “concorso di bellezza” è stata consegnata al ministro Dario Franceschini che ha ratificato la scelta degli studiosi. L’annuncio è stato dato nella Sala Spadolini del dicastero in via del Collegio Romano a Roma.

Ai nastri di partenza di questa terza edizione si erano presentate ventuno città. Alla fase finale sono giunte in dieci. Il Nord ha dominato nel rush conclusivo con cinque località: Trento, Aquileia, Montebelluna, Settimo Torinese e Comacchio. A rappresentare il Centro Italia è stato Recanati, mentre i portabandiera del Mezzogiorno sono stati Ercolano, Palermo e l’unione dei Comuni elimo-ericini (Erice, Buseto Palizzolo, Custonaci, Paceco, San Vito Lo Capo, Valderice) in Sicilia. Infine la sarda Alghero. Nelle scorse settimane le delegazioni erano sfilate di fronte alla giuria per illustrare i punti di forza e i programmi.

Palermo riceverà non solo il “marchio” che le consentirà di vivere dodici mesi sotto i riflettori della Penisola ma anche un milione di euro come premio e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del patto di stabilità. L’iniziativa è stata istituita dalla legge “Art Bonus” sulla scia della vasta alla selezione per individuare la Capitale europea della cultura 2019 (titolo conquistato dalla città di Matera).


Città-mosaico di quasi 700 mila abitanti, snodo del Mediterraneo e da dieci secoli crocevia tra Oriente e Occidente, ha scelto di far coincidere i dodici mesi da Capitale con “Manifesta 12”, la biennale europea nomade di arte contemporanea che approda nell’isola fra un anno. La kermesse durerà tre mesi e sarà l’occasione per «un ripensamento della città». In primo piano anche il percorso arabo-normanno fra il capoluogo, Cefalù e Monreale inserito nel patrimonio Unesco. E sarà protagonista il Teatro Massimo che ieri è stato illuminato con i colori della bandiera italiana e che ha già in cartellone nel 2018 Rigoletto di Verdi, Turandot di Puccini, il balletto Adam’s passion con la regia di Bob Wilson, ma anche la performance del coro multietnico “Arcobaleno". Sotto i riflettori i Cantieri culturali alla Zisa. Fra i temi scandagliati le migrazioni nel Mediterraneo (col festival delle letterature migranti) e le tradizione religiose, a partire dal festino di santa Rosalia. In programma anche il festival di Morgana dedicato ai pupi, la “Via dei librai”, l’itinerario “La mia scuola diventa conservatorio” sull’alfabetizzazione musicale. Prevista persino una nuova rete di tram.


“La candidatura – recita la motivazione della giuria del ministero - è sostenuta da un progetto originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee. Il progetto è supportato dai principali attori istituzionali e culturali del territorio e prefigura a che interventi infrastrutturali in grado di lasciare un segno duraturo e positivo. Gli elementi di governance, di sinergia pubblico-privato e di contesto economico, poi, contribuiscono a rafforzarne la sostenibilità e la credibilità”

Palermo si vedrà consegnare il testimone da Pistoia, la città toscana designata come Capitale italiana della cultura 2017. La prima località a conquistare il titolo era stata Mantova che è stata Capitale della cultura nel 2016. In realtà già nel 2015 il riconoscimento era stato assegnato in via sperimentale ai cinque capoluoghi sconfitti da Matera nella corsa per il titolo europeo, ossia Ravenna, Siena, Perugia, Lecce e Cagliari.

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