venerdì 2 dicembre 2016
Mostre, teatro, musica, festival letterari e culturali: la città si prepara a uscire dal cono d'ombra delle sorelle toscane. Ma tra le mura non mancano le polemiche.
Pistoia - Piazza Duomo

Pistoia - Piazza Duomo

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Non saremmo in Toscana, la terra delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, se tutto non iniziasse (e chissà, finisse) fra schermaglie e divisioni. Ebbene Pistoia inizia il suo percorso di Capitale italiana della cultura 2017 in mezzo a contrasti e polemiche. Per il logo che è stato scelto: un intreccio geometrico che nella mente di chi l’ha ideato, Sara Landini, dovrebbe richiamare il reticolo di strade nel cuore della città e che, invece, è stato letto come un omaggio agli shangai, il gioco cinese dei bastoncini colorati, oppure come un anonimo disegno «troppo provinciale» che non ha nessuna attinenza con il territorio.

«Il marchio ha fatto già discutere. È bene così. Significa che siamo una comunità viva, che non si accontenta di quello che le viene proposto», sorride il sindaco pd Samuele Bertinelli durante la presentazione di questa mattina del programma della Capitale. Come sede ha scelto Firenze. L’ultimo piano di Palazzo Strozzi. E mentre il primo cittadino parla, dalle finestre dietro di lui si scorgono la torre di Palazzo Vecchio, la facciata bianca e verde della basilica di San Miniato al Monte o Palazzo Pitti. Del resto il rimando alla Toscana c’è già nel logo, accanto al nome di Pistoia. «Perché la parola Toscana attira», dice il sindaco. E allora è bene scommetterci soprattutto se Pistoia è una sorta di “bella” «nascosta», come la chiama Bertinelli. Raccontano in città che qualche giornalista romano non sapesse bene dove fosse la nuova Capitale della cultura e come si arrivasse. Leggende metropolitane? Più che altro l'esatta percezione di una città di 92mila abitanti stretta fra Firenze, Pisa e Lucca, mete di gran lunga più gettonate di Pistoia.


Dai giardini alla musica: un anno di eventi


Eccola, quindi, Pistoia pronta al riscatto. E non solo guardando alla sua piazza principale, quella del Duomo con la Cattedrale, il Battistero, il Palazzo Comunale e quello Pretorio, modello di un'impronta umanistica tutta toscana e di dialogo fra Vangelo e società civile. Ma Pistoia è anche altro. È la terra di Giovanni Michelucci (1891-1990), il geniale architetto e urbanista che ha disegnato la chiesa dell'Autosole o la stazione ferroviaria di Firenze, che idealmente aprirà il cammino della Capitale della cultura con una mostra a lui dedicata dal titolo Le città di Michelucci (25 marzo-21 maggio). È la terra dello scultore “di cavalli” Marino Marini (1901-1980) che, invece, chiuderà la kermesse con un'esposizione tutta per lui chiamata Passioni visive (16 settembre 2017-7 gennaio 2018). È la terra del fregio e dei medaglioni in terracotta invetriata dei Della Robbia sulle sette opere di misericordia nell’ex ospedale del Ceppo che diventerà un quartiere a impatto ambientale zero, senza auto, aperto al mondo e che sarà l’opera-simbolo (e anche l’eredità) lasciata dalla Capitale alla comunità locale.

È la terra del più grande distretto vivaistico d'Europa, con oltre 1500 aziende, che sarà protagonista delle manifestazioni verdi Vestire il paesaggio (11-17 giugno) e Disegni d'acqua (giugno-dicembre). È la terra della musica da camera ma anche sinfonica che da tre anni ha una sua orchestra, la “Leonore”, e che in primavera vedrà arrivare il Maggio Musicale Fiorentino il quale per la prima volta nei suoi ottanta anni di storia inserirà nel suo cartellone un'opera e un concerto “in trasferta” naturalmente a Pistoia: l’Idomeneo di Mozart nel teatro Manzoni (dal 26 aprile al 6 maggio) e l’esecuzione della Seconda Sinfonia di Mahler nella piazza del Duomo (5 luglio). È la terra dei festival, da Pistoia Blues a Dialoghi sull'uomo (il singolare laboratorio di antropologia “a misura” di vasto pubblico che da otto anni si svolge in città e che richiama ogni volta 20mila presenze): appuntamenti che entreranno a pieno titolo nel cartellone della Capitale con iniziative speciali. Più di settanta le pagine con il programma degli eventi che sono migliaia se si considera che solo le due biblioteche cittadine hanno in cantiere mille eventi in dodici mesi (dal Festival del giallo a febbraio al Forum del libro a novembre).


La nomina a sorpresa


«La Toscana crede nella cultura che è il primo fattore di sviluppo economico ma soprattutto di cittadinanza che vuol dire conoscenza, pensiero critico, convivenza delle diversità», afferma la vice-presidente della Regione, Monica Barni. Che racconta una sorta di “miracolo” nella terra dei campanili per eccellenza: «Abbiamo fatto sistema intorno alla cultura». Motore “economico” (ma anche del progetto) è la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Il suo presidente Luca Iozzelli fa parte del Comitato scientifico della Capitale che ha messo a punto il programma. E ripete quello che tutti dicono in città: «Forse nessuno si aspettava che la scelta per la Capitale italiana della cultura 2017 sarebbe caduta su di noi». Una designazione a sorpresa lo scorso gennaio quando la giuria nominata dal ministero dei Beni culturali – ideatore del titolo – la indicò come la migliore fra le dieci finaliste. Adesso le arriverà il milione di euro dello Stato come “premio” anche se il budget di spesa per le iniziative è intorno ai cinque milioni. «Riceviamo il testimone da Mantova, Capitale della cultura nel 2016, che tanti benefici ha avuto dal riconoscimento», sottolinea il sindaco. E Iozzelli aggiunge: «Fin dall’inizio abbiamo finanziato l'organizzazione».


Un percorso che ha coinvolto molte delle oltre trecento associazioni culturali, sportive e ricreative attive in città e anche la diocesi, con il vescovo Fausto Tardelli. Ne sono la testimonianza alcune iniziative della Capitale a carattere religioso: la mostra L'archivio e la città sui tesori dell'archivio capitolare (23 settembre-10 dicembre), quella sul gesuita Ippolito Desideri, evangelizzatore del Tibet (7 ottobre-10 dicembre), l’esposizione del gruppo scultoreo della Visitazione di Luca della Robbia nella chiesa di San Leone (luglio-ottobre) o il concerto del coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina dopo il quale si terrà un incontro su san Massimiliano Kolbe “Chiamati a dare la vita” (28 gennaio alle 21 in Cattedrale).


Anche i bambini protagonisti


L’arte è una delle direttrici principali del programma di Pistoia Capitale della cultura. Come nel Rinascimento, anche in epoca contemporanea Pistoia continua ad attrarre artisti, in un proficuo scambio con il mondo internazionale dell’arte. Ne è esempio la Collezione Gori alla Fattoria di Celle, laboratorio creativo di arte ambientale nel quale hanno lasciato un segno, tra gli altri, Alberto Burri, Daniel Buren, Jean-Michel Folon. Una realtà pistoiese di respiro internazionale è il Funaro, la residenza per artisti che coniuga il lavoro sul territorio alle esperienze internazionali dello spettacolo dal vivo. Negli anni ha coinvolto nomi come Dario Fo, Vittorio Gassman, Fabrizio Gifuni. Tra i progetti del 2017 il ritorno in residenza di Daniel Pennac per lo sviluppo di Un amore esemplare o in prima assoluta per l’Italia Terre Noire, dal testo di Stefano Massini, per la regia di Irina Brook. La Fondazione Promusica – ente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia – ha in calendario dieci concerti, mentre si terrà a giugno il Pistoia Teatro Festival con il coreografo Virgilio Sieni.


Un posto di primo piano è riservato ai bambini con la mostra La città letta con lo sguardo dei bambini (marzo) o il progetto teatrale Infanzia e città dedicato a "Pinocchio e i suoi amici" nella terra dove si trova il Parco Collodi e dove Carlo Lorenzini ha vissuto. Sul fronte dei Festival dal 6 al 9 aprile si terrà la quinta edizione di Leggere la città che sarà aperta da una lezione dell’antropologo Marc Augé sul tema “Cultura è comunità”. Il filo rosso dell’ottava edizione del Festival di antropologia Pistoia - Dialoghi sull’uomo, in programma dal 26 al 28 maggio, sarà invece “La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi”. E la trentottesima edizione di Pistoia Blues avrà un'anteprima il 23 febbraio al teatro Manzoni con il concerto di John Mayall, uno dei padri del blues europeo.

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