martedì 16 aprile 2024
I casi della Spagna e dell’Olanda mostrano che l’offerta della morte come prestazione del Servizio sanitario espande a dismisura il ricorso alla pratica. Con piena soddisfazione dello Stato
Eutanasia, la "soluzione globale" del Mondo Nuovo

Alet Pretorius

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In Spagna i numeri dei primi 18 mesi di applicazione della legge sull’eutanasia (“Lore”: Ley Orgánica de regulación de la eutanasia en España) sembrano mostrare un aumento rapido delle richieste: dal giugno del 2021 sono state 749 le richieste di morire, di cui 173 nel 2021, e 576 nel 2022, con la Catalogna a ricevere il maggior numero delle domande (175), e con malattie neurologiche per la maggior parte dei casi.

La Lore ha un lungo preambolo esplicativo, che inizia chiarendo che «la presente legge intende dare una risposta giuridica, sistematica, equilibrata e di garanzia, a una domanda sostenuta dalla società odierna come è l’eutanasia»; fra le cause che hanno determinato lo svilupparsi del dibattito in merito, «l’allungamento crescente della speranza di vita, con il conseguente posticipo dell’età di morte, in condizioni non di rado di significativo deterioramento fisico e psichico; l’aumento dei mezzi tecnici capaci di sostenere a lungo la vita delle persone, senza ottenere la guarigione o un significativo miglioramento della qualità della vita; la secolarizzazione della vita e della coscienza sociale e dei valori delle persone; o il riconoscimento dell’autonomia della persona anche in campo sanitario». Quindi le cause dell’avanzare di questa domanda sono, secondo il legislatore spagnolo, lo sviluppo tecnologico e scientifico da un lato, che consente una vita più lunga anche in presenza di patologie che non possono guarire, accompagnato da un mutamento culturale esplicitamente imputato alla secolarizzazione, insieme all’affermarsi del concetto di autonomia personale.

È possibile chiedere di morire in presenza di «una condizione di sofferenza grave, cronica, e invalidante», oppure «una malattia grave e incurabile», e solo il secondo caso prevede una prognosi di vita limitata. Si può ottenere l’eutanasia anche quando non si è più in grado di chiederla di persona, a condizione che sia stata domandata nel testamento biologico o in un documento equivalente.

L’eutanasia, intesa come prestazione medica, è inquadrata come nuovo diritto individuale all’interno del quadro giuridico spagnolo: «È riconosciuto il diritto di chiedere e ricevere la prestazione di aiuto a morire a chiunque sia in possesso dei requisiti previsti dalla presente legge». La Lore prevede una procedura articolata, con tempi stringenti che possono essere ulteriormente abbreviati se il medico ritiene che il richiedente possa perdere in breve tempo la capacità di dare il proprio consenso. Le procedure sono completamente a carico del Servizio sanitario nazionale spagnolo, e molta attenzione è dedicata alla formazione del personale: la Commissione di formazione continua delle professioni sanitarie si dovrà occupare del «coordinamento dell'offerta formativa continua specifica sull'aiuto a morire, che dovrà considerare sia gli aspetti tecnici che legali, la formazione alla comunicazione difficile e il sostegno emotivo».

Tutte le leggi esistenti sull’eutanasia consentono l’obiezione di coscienza del personale sanitario, la quale non costituisce mai un ostacolo all’applicazione di queste norme, visto il costante e rapido crescere dei numeri delle richieste di morire e, soprattutto, il continuo ampliarsi dei criteri di accesso.

Per capire meglio le conseguenze a medio-lungo termine della legalizzazione dell’eutanasia è utile leggere le relazioni annuali della Commissione olandese che esamina ex post i casi di morte assistita, per verificarne la correttezza delle procedure. L’ultimo report disponibile, relativo al 2022, ha una introduzione particolarmente significativa, a cura di Jeroen Recourt, presidente coordinatore delle Commissioni regionali di controllo dell’eutanasia: la legge è in vigore da ventidue anni, e ne viene tracciato un breve bilancio.
Innanzitutto si sottolinea un aumento consistente delle notifiche delle eutanasie (il termine include anche le morti per suicidio assistito) eseguite: una crescita del 13,7% rispetto al 2021, con un corrispondente aggravio del carico di lavoro delle commissioni regionali, tanto che si annuncia l’intenzione di aumentarne il numero dei componenti, per poter far fronte in modo adeguato all’impegno richiesto. Ma si tratta solo dell’ennesimo incremento delle morti procurate, costante negli anni: Recourt dichiara serenamente che, vista l’assenza di ricerche accademiche sulle cause di questo trend, non è possibile prevederne l’andamento futuro, anche se non ci sono elementi a indicare qualche possibile cambiamento. Non emergono problemi, quindi, se aumenta sempre, costantemente, la richiesta di farsi uccidere, fra gli olandesi: al contrario, suona rassicurante il costante, scarso numero di eutanasie eseguite senza soddisfare i criteri previsti per legge (13 nel 2022). Un dato che consente di «concludere ancora una volta senza alcun dubbio che nei Paesi Bassi le procedure relative all'eutanasia vengono eseguite con grande cura».

Si sottolinea la necessità di aggiornare con regolarità le linee guida per l’applicazione della legge da parte dei professionisti, precisando comunque di «essere orgogliosi» del nuovo sistema digitale per il lavoro delle commissioni regionali, disponibile grazie al supporto efficace del Ministro della Salute. Il presidente conclude ricordando che nei primi venti anni di applicazione della legge – varata nel 2002 – sono state 91.565 le eutanasie notificate in Olanda, di cui 133 senza aver rispettato pienamente i criteri, ma con un solo un caso arrivato in tribunale. E questi numeri lo portano a concludere che «la legge e sulla sua scia le Rte (Commissioni regionali di controllo dell’eutanasia) hanno raggiunto l'obiettivo previsto: le procedure di eutanasia sono svolte nei Paesi Bassi con grande cura e trasparenza. È anche probabile che la legge abbia un effetto molto più ampio. Quante persone morte naturalmente avranno trovato conforto nella consapevolezza che se la loro condizione fosse diventata veramente insopportabile l'eutanasia sarebbe stata una possibilità? Per me è un pensiero rassicurante».

Che ci si uccida o ci si faccia uccidere assistiti dal Servizio sanitario, in numero sempre maggiore, nel tempo, non rappresenta più un problema, e non è neppure considerata la spia di un disagio, tanto che di questo trend non si indagano neppure le cause: l’importante è che la morte si procuri nel rispetto della legge. Pensare, poi, che una persona malata si possa sentire confortata all’idea di potersi procurare la morte on demand significa considerare l’eutanasia come una legittima risorsa dei cittadini. È il Mondo Nuovo.

3-fine. La prima puntata si può leggere cliccando QUI

La seconda puntata si può leggere cliccando qui

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