
Carlo Casini
La sera di domenica 23 febbraio, com'è ormai consuetudine a ogni 23 del mese, decine di persone da tutta Italia si sono raccolte online per pregare il Rosario nel nome di Carlo Casini, ricordandone il pensiero e la testimonianza cristiana. Ogni appuntamento mariano (che si tiene nello stesso 23 che segnò, nel marzo 2020, il passaggio alla vita eterna di Casini) viene introdotto da un ospite che svolge una meditazione: domenica, nel giorno in cui la Chiesa invita a contemplare i Misteri Gloriosi, è stata la volta del vescovo di Tivoli e di Palestrina monsignor Mauro Parmeggiani, già segretario del cardinale Camillo Ruini, a lungo presidente della Cei. Ecco il testo della sua introduzione al "Rosario del 23" per il mese di febbraio.
Come ormai accade da quattro anni, ogni 23 del mese, anche stasera, ci riuniamo spiritualmente nel giorno in cui ricordiamo nella preghiera Carlo Casini. Sono lieto di partecipare a questa lodevole iniziativa durante la quale pregheremo per l’anima di un grande Politico, un Politico con la“P” maiuscola, amante e difensore della vita dal suo concepimento fino alla sua morte naturale e ricorderemo alcuni dei suoi insegnamenti e la sua testimonianza. Contempleremo i misteri del Santo Rosario: una preghiera semplice che ci aiuta a vivere in un profondo affidamento a Maria che ci conduce a Cristo. Un affidamento che ha guidato l’intera esistenza di Carlo Casini nonché la sua grande opera in difesa e di promozione della vita. Stasera contempleremo i misteri della Gloria che ci invitano ad andare alla sostanza della nostra fede perché «se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede» (1Cor 15,14). «Io sono la risurrezione e la vita» (Gv 11,25) ha detto Gesù.
I Misteri Gloriosi ci parlano del trionfo sulla morte dell’uomo e dell’umanità in Dio Amore Infinito. Carlo Casini ha scritto: «Dio si è incarnato: Gesù ha preso il nostro corpo e lo ha portato fino nel mistero dell’amore infinito, come dimostra l’ascensione di Gesù in Cielo con il corpo fisico. Questo rivela la dignità umana. Questo evento è grandioso, ha il contenuto dell’infinito» (in “La dimensione contemplativa nella difesa della vita umana”, p.137). Questa profonda convinzione ha animato l’impegno di Carlo Casini.
Ho avuto la gioia di conoscere questo grande Politico. Uomo sicuramente impegnato nella vita pubblica poiché animato in profondità da una grande fede, la fede che ogni politico cristiano e ogni cristiano impegnato nella vita pubblica dovrebbe avere. Una fede nutrita da profonda preghiera, da una preghiera per e con Carlo Casini, recitando i Misteri del Santo Rosario amicizia intima con il Signore che lo portava a essere amico del prossimo. Una fede alimentata dalla partecipazione quotidiana all’Eucaristia, sostegno per l’adempimento della sua missione.
Sì, possiamo ben dire che Carlo Casini è stato un missionario laico nel campo non facile della politica e con le sue varie imprese a favore della vita. Un missionario per la difesa della vita nascente e la promozione della vita quando essa è debole e indifesa, che ha dedicato la sua intelligenza, il suo tempo, e tante energie per questa causa. È stato così, come lo ha definito il cardinale Ruini alcuni anni fa un «figlio esemplare della Chiesa» che ha condotto la sua battaglia culturale e politica in costante adesione all’insegnamento della Chiesa e dei suoi Pastori. La fede forte, gioiosa, non esibita di Carlo Casini ha animato la sua azione negli anni giovanili e della maturità e poi lo ha sostenuto nell’ultima fase della sua vita quando, colpito dalla Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica, direi che ha come sigillato con la sua carne ciò che aveva da sempre insegnato.
Ha affrontato infatti anche questo momento non certo teorico ma molto concreto circondato dall’affetto dei suoi cari, in particolare della sua moglie Maria, e dalle cure dei medici e degli infermieri, ma continuando ad amare la vita anche quando essa giunge nella sua fase terminale. Anche in quel frangente ha combattuto la buona battaglia, lieto nella speranza, forte nella tribolazione, perseverante nella preghiera (cfr Rm 12,12). Stasera preghiamo il Santo Rosario per l’anima di questo servo buono e fedele del Dio della vita. Ma vorrei che unissimo un’altra preghiera che sicuramente Carlo Casini condivide. Carlo Casini era nato in Toscana e lì aveva iniziato la sua vita di fede alla scuola di grandi maestri dello spirito.
Proprio in Toscana, alcuni giorni fa, come purtroppo ormai tutti sappiamo, il Consiglio regionale ha approvato una legge nefasta sul fine vita, una legge che vuol metter bocca su un principio indisponibile quale è la vita, rivendicando una libertà assoluta sulla vita, lasciando l’uomo in fase terminale più che mai solo. Pretendendo di legiferare su cosa è vita e su cosa è morte. Una aberrazione che si ricollega e in qualche modo è conseguenza di una cultura abortista che si va sempre più diffondendo. Ha detto bene, alcuni giorni fa, monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, quando sottolineava come nel momento in cui «l’aborto viene costituzionalizzato in Francia e si chiede che venga inserito nelle Carte fondamentali a livello europeo, questo tema crea legami con il fine vita: le stesse questioni possono essere vantate infatti da chi ritiene che la vita non abbia più senso e ne chiede l’interruzione».
Preghiamo dunque, stasera, chiedendo l’aiuto di Carlo Casini, un “santo della porta accanto”, come lo possiamo definire usando un’espressione coniata da papa Francesco della “Gaudete et exultate” mentre ci auguriamo di veder presto aperta la causa di beatificazione e canonizzazione di questo uomo, marito, padre, politico esemplare. Preghiamo perché anche con il suo aiuto dal Cielo non ci arrendiamo mai davanti a nessuna legge che nega il diritto alla vita nel difenderla e promuoverla in ogni suo stadio. Non si arrendano mai i legislatori e i governanti, e tutti gli uomini e donne di buona volontà. Nessuno pensi che se una cosa negativa diventa legge allora è buona ma tutti continuiamo a lavorare e impegnarci perché non venga mai meno la consapevolezza che sancire con una legge il diritto alla morte non è un traguardo ma una sconfitta per tutti. E chiediamo, come ha invitato a fare il Cardinale Lojudice nei giorni scorsi, che non si limiti la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Preghiamo per i cappellani negli ospedali, per le religiose e i religiosi, i volontari, gli infermieri e i medici che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte perché non si arrendano e continuino a essere portatori di speranza e di vita, nonostante tutto.
E ora rivolgiamoci a Maria, la Madre di Gesù, che lo ha accolto nel suo grembo e lo ha accompagnato fin sotto la Croce. Là dove il Figlio non si è sottratto dalla morte infamante e dolorosa e dove Lei ha partecipato alle sue sofferenze ma per poi vederlo risorto, nella gloria, là dove ora anche Lei è assunta in anima e corpo, là dove un giorno saremo anche tutti noi.
*Vescovo di Tivoli e di Palestrina
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